
Bob Marley, 80 anni fa nasceva la leggenda reggae che conquistò il mondo. FOTO
Il 6 febbraio 1945, a Nine Mile, in Giamaica, vedeva la luce quello che sarebbe stato uno dei più influenti musicisti di tutto il mondo, vera e propria icona capace di ispirare intere generazioni attraverso il suo messaggio di amore e unità

Il 6 febbraio 1945, a Nine Mile, in Giamaica, nasceva Bob Marley, artista indimenticabile, genio del reggae e musicista tra i più influenti nella storia, riconosciuto per il suo impatto artistico e sociale in tutto il mondo
Bob Marley, il re del reggae: le canzoni più famose
Il re del raggae, cantautore e chitarrista giamaicano che rese il genere e la musica popolare del suo Paese famosi anche all’estero, se ne è andato a 36 anni, l’11 maggio 1981, a causa di un tumore È considerato una leggenda in Giamaica, venerato come una divinità, mentre tutto il mondo è stato influenzato dai suoi versi, dal suo ritmo e dalle sue idee sociali e politiche
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Con canzoni come No Woman No Cry, One Love, Is this Love, Get Up Stand Up, Lively Up Yourself, è stato portatore di messaggi di pace e uguaglianza
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Bob Marley, prima star internazionale proveniente dal Terzo Mondo, è nato il 6 febbraio 1945 a Nile Mile, in Giamaica
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Proveniente da una delle zone più povere del mondo, discriminato perché figlio di un uomo bianco e una donna nera, bullizzato a causa della sua statura sotto la media, era alto 163 cm, ha trovato nella musica un veicolo per far sentire la sua voce, raccontare la sua esperienza e invitare tutti ad agire per far valere le proprie ragioni

Get Up Stand Up, Stand Up for your rights, cantava Bob Marley. Alzatevi, ribellatevi per i vostri diritti

Ventenne, l’artista si è convertito al Rastafarianesimo, di cui il tratto distintivo sono i dreadlock che Bob porterà da quel momento fino a quasi tutta la vita

Con ritmi facilmente orecchiabili, sonorità allegre che rimandano all’atmosfera caraibica della Giamaica, Bob Marley parlava di fratellanza, rispetto, discriminazione e soprattutto amore

“Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, ci sarà la guerra”, è una delle frasi del brano War

Vittima di atti di bullismo, fu costretto a imparare l’autodifesa e la sua forza fisica gli fece guadagnare il soprannome di “Tuff Gong”

A 15 anni Bob Marley lasciò la scuola e iniziò a lavorare come saldatore. Strinse amicizia con Neville O’Riley Livingston, detto “Bunny”, che lo fece appassionare alla musica e al canto e con il quale, nel 1964, fondò un gruppo ska e rocksteady chiamato The Juveniles

Più tardi il nome del gruppo fu cambiato in The Wailers, i piagnoni, appellativo che Bob Marley continuò a usare per tutta la sua carriera anche quando la band si divise

Marley divenne il leader del gruppo, il cantante e chitarrista, e l'autore della maggior parte dei testi. Il primo singolo Simmer Down raggiunse l’apice delle classifiche e i The Wailers furono proposti come miglior gruppo nazionale

Nel 1973 Catch a Fire, il primo album dei The Wailers, fu pubblicato su scala mondiale e l’anno dopo Burnin' che conteneva i brani Get up, Stand Up e I shot the Sheriff confermarono la band tra le più apprezzate a livello globale

Nel 1974 il gruppo si sciolse e l’anno dopo Bob Marley arrivò sul mercato musicale internazionale con il primo storico singolo No Woman No Cry

Nonostante la levatura artistica, di Bob Marley è importante l’aspetto politico. Con la sua musica, il musicista divenne leader politico, spirituale e religioso

Nel dicembre 1976, durante un concerto organizzato dal primo ministro della Giamaica Michael Manley con l’obiettivo di alleggerire le tensioni tra due gruppi politici in guerra, Bob, la moglie Rita e il loro manager Don Taylor subirono un attacco da parte di un gruppo armato

Bob riportò solo delle ferite lievi e si esibì ugualmente come da programma, nonostante si ritenesse che l’attacco fosse stato causato da motivi politici

Per spiegare il perché l’artista decise di cantare lo stesso quella sera, una volta Bob Marley disse: "Perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero... Come potrei farlo io?”

Oltre che far sentire la voce della sua terra, la Giamaica, Marley fu impegnato anche nel supportare e denunciare le sofferenze dei popoli africani. Nel 1978 gli fu conferita, a nome di 500 milioni di africani, la medaglia della pace dalle Nazioni Unite

Nel 1979 fu prodotto un album ricco di significati politici, Survival, contenente canzoni come Zimbabwe, Africa Unite e Wake Up and Live. L'anno prima aveva organizzato un altro concerto politico in Giamaica, dal nome One Love Peace Concert, nel tentativo di fermare l'ostilità tra i due partiti in guerra: i due leader rivali, Michael Manley ed Edward Seaga, si strinsero la mano sul palco

All’inizio del 1980, Marley fu invitato alle celebrazioni del 17 aprile per l'indipendenza dello Zimbabwe

Il suo ultimo disco, Uprising, esce quell’anno e segna la fine della produzione artistica di Bob Marley. L’album è carico di significati religiosi e contiene il singolo Redemption Song. “Emancipatevi dalla schiavitù mentale, nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente”, è il messaggio del cantante

Molti artisti hanno parlato di intolleranza, oppressione e diritti, ma senza viverle in prima persona. Bob Marley ha trasformato in musica la sua vita, ha fatto sentire la sua voce diventando fonte d’ispirazione per migliaia di persone ed entrando a fare parte di culture e situazioni sociali molto diverse

Ma ci sono anche alcune curiosità che pochi sanno sulla figura della star internazionale. Bob Marley ha riconosciuto 13 figli da nove donne diverse e alcuni di loro hanno continuato la carriera artistica e sociale del padre (Nella foto: Kymani, Julian, Ziggy, Damian e Stephen Marley)

Da bambino, fino ai 12 anni, leggeva il futuro delle persone sul palmo delle loro mani

Non ha mai scritto testamento e i diritti di No Woman No Cry vengono inviati a una mensa per i poveri in Giamaica

Il nome Wailers viene dal quartiere di Trenchtown, costruito su una vecchia trincea drenante, dal quale provenivano Marley, Peter Tosh e Bunny. Gli abitanti dell’area erano soliti lamentarsi di ogni cosa e da qui il soprannome “Wailers”, ossia piagnoni

Bob Marley possedeva una Bmw, auto considerata di lusso e in contrasto con la figura anti capitalista dell’artista, ma il cantante ha spiegato che la sigla della macchina, in realtà, stava per Bob Marley and the Wailers e quindi era ovvio che ne dovesse avere una

A 21 anni ha lavorato per sette mesi, facendo il turno di notte, in un impianto della Chrysler in Delaware

Le sue ultime parole al figlio Ziggy sono state: “Money can’t buy life”, i soldi non comprano la vita

Marley amava il calcio e il suo giocatore preferito era Osvaldo Ardiles, centrocampista argentino

Chris Blackwell, capo della Island Record, ha dichiarato che negli anni ’70 c’erano almeno tremila persone che vivevano grazie alla generosità di Bob Marley

Nella cultura rastafariana la marijuana non è considerata illegale, ma uno strumento per accrescere spiritualità e consapevolezza. A tal proposito sia Bruce Springsteen che Eric Clapton rivelarono di aver incontrato Bob Marley prima di un concerto e di averlo trovato coperto dalla nebbia del fumo

Riguardo alla marijuana Bob Marley ripeteva spesso: “Più la gente fuma erba, prima Babilonia cadrà”

Nel video del brano Is this love compare anche una giovanissima Naomi Campbell. La madre della modella era un’amica dell’artista

Uno dei suoi più grandi concerti si è tenuto a Milano davanti a 100.000 persone il 27 giugno 1980 (Nella foto la stella sulla Walk of Fame a Hollywood dedicata all'artista dopo la sua morte)

L’ultimo concerto, invece, è stato allo Stanley Theater a Pittsburgh. Bob Marley, già gravemente malato, ha cantato seduto su uno sgabello e accompagnandosi solo con la chitarra acustica

Poco prima di morire gli è stato conferito l’Order of Merit, tra le più alte onorificenze della Giamaica (Nella foto Bob Marley con il consigliere di Los Angeles David Cunningham durante il concerto benefico per Sugar Ray Robinson Youth Foundation)

Bob Marley è morto l’11 maggio 1981 a Miami, a causa di un melanoma che si era formato sotto l'unghia dell'alluce. Il 20 di quel mese la Giamaica proclamò un giorno di lutto nazionale e 12mila persone si radunano alla Kingston National Arena per vedere la salma del cantante, mentre altre 10mila aspettarono fuori. Il giorno dopo, l’Arena si riempì fino all’ultimo posto per il funerale di Stato. Più di 40mila persone sfilarono davanti alla sua bara esposta e un altro fiume di persone non riuscì a entrare