Caterina Murino madre a 47 anni: "Vorrei vedere in faccia chi mi chiama nonna"

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L'attrice racconta la nascita del figlio Demetrio Tancredi e tutto il cammino fatto per diventare madre. Dai due aborti spontanei al cambio di 14 ginecologi

Diventare mamma a 47 anni è una gioia, una sorpresa, ma può scatenare anche reazioni contrarie. A raccontare la sua esperienza, in un’intervista al Corriere della Sera, è Caterina Murino. L’attrice ha parlato della nascita del figlio Demetrio Tancredi, di come per ora assomigli al padre e sia “buffo vedere Edoardo col volto da neonato”, di come durante la gravidanza abbia preso 20 chili mangiando persino “un po’ di carne perché avevo bisogno di ferro anche se sono quasi vegetariana”.

Due aborti spontanei

Per lei, la strada della maternità è stata costellata di difficoltà, con due aborti spontanei “a 39 e 40 anni”, la psicoterapia per affrontarli, il pensiero dell’adozione con gli ostacoli del caso (“In Francia hai un primo colloquio dove ti spiegano tutte le questioni legali – ha spiegato -. Al secondo colloquio mi sono trovata accanto altre 80 coppie, è stata un’esperienza micidiale, per due ore e mezza ti mostrano un video con bambini di tutte le età che dicono: noi cercheremo il nostro padre biologico per tutta la vita”) e infine la gravidanza che ha scatenato reazioni contrastanti, positive per la maggior parte, ma non solo.

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I continui cambi di ginecologo

“Vorrei vedere in faccia chi mi chiama nonna attempata – ha detto Murino -. Non ho una ruga in faccia, sono tutta al naturale. Ci sono anche uomini che mi danno dell’egoista”. Per lei, però, l’età non è un problema: “L’età biologica si è abbassata di molto. Mi sono fatta aiutare dalla medicina, anche se non voglio dire cosa ho fatto”. Di certo non è stato sempre facile ed è passata attraverso il cambio di 14 ginecologi: “Hanno commesso errori, mi hanno bombardata di ormoni per niente. Umanità zero”. Poi l’incontro fortunato dottor Didier Delafontaine, “che piangeva con me quando c’era da piangere”. 

Il parto

L’attrice ha poi raccontato il parto: “Mentirei se dicessi che non ho sofferto – ha detto -. È stato un processo lungo e doloroso. Dopo le prime contrazioni, sono state 20 ore di travaglio. A 10 centimetri dall’apertura mi hanno detto, Caterina ci sei? Ero già mezza morta. Ho voluto con tutte le forze questo figlio”. Anche se, assicura: “Non mi sentivo meno donna senza un figlio”.

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