Melissa Satta: "La differenza d'età? Solo uno stupido numero"

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La showgirl si è raccontata al podcast One More Time, dall'adolescenza alla relazione con Carlo Gussalli Beretta, passando per il primo provino

Melissa Satta si è raccontata in un’intervista al podcast One More Time, raccontando la sua carriera ma anche fatti che riguardano la sua vita privata, dall’adolescenza fino alla relazione con Carlo Gussalli Beretta, il suo nuovo compagno, incontrato dopo la fine della relazione con Matteo Berrettini: “Eravamo persone libere – ha raccontato -. Un po’ di mesi dopo mi ha scritto un messaggio… io ero molto scettica all’inizio, un po’ prevenuta“. Poi ha cambiato idea: “È stata totalmente una sorpresa e ogni giorno io glielo dico: sono davvero fortunata”.

La differenza d'età col compagno

Sulla differenza d’età (lui è più giovane di 11 anni) non si fa problemi: “Alla fine è solo uno stupido numero, non conta niente… Bisogna dare la possibilità alle persone di farsi conoscere e poi ci si può fare un’idea”. L’importante, per lei è altro. Per esempio il rapporto che il compagno sta sviluppando col figlio che lei ha avuto da Kevin-Prince Boateng: “L’attenzione che ha verso Maddox è la prima cosa che io noto, così come il rispetto che ha nei suoi confronti“.

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Il primo provino

La showgirl ha raccontato l’inizio della sua carriera con Striscia la notizia: “Vado a fare questo provino, mi fanno presentare e poi ballare uno stacchetto… io stessa non mi sarei mai scelta, e invece loro vedevano qualcosa. Non immaginavo niente da quell’esperienza, l’ho presa con leggerezza, e invece è diventata l’inizio di un percorso che mi ha cambiato la vita”.

L'adolescenza come "un maschio"

Tornando più indietro nel tempo, ha invece voluto parlare di quando, da adolescente, non si sentiva né voleva rientrare nei canoni comuni della femminilità: “Iopenso di essere stata convinta fino ai 15 anni di essere un maschio – ha detto -. Mi piaceva fare le cose da maschio, mi vestivo da maschio. A un certo punto mi sono tagliata i capelli corti. Io volevo stare con la tuta, le ginocchia rotte e a giocare a calcio. A piedi scalzi, arrampicarmi sulle rocce. Facevo la collezione di schifezze che trovavo in giro. Volevo chiamarmi Alex, guardavo Holly & Benji. Non mi interessavano i fidanzati. Ero magra, uno stecco. Mi chiamavano Olivia perché ero senza forme. A me andava bene così, io avevo tantissimi amici maschi e non mi si filava nessuno”. 

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