Riccardo Muti trionfa al Ravenna Festival 2025 con l'Orchestra Cherubini

Spettacolo

Riccardo Muti chiude la 36/a edizione del Ravenna Festival 2025 con la sua Orchestra Cherubini, trascinando un Pala De André gremito in un viaggio musicale tra Verdi, Mendelssohn e Beethoven. Ovazione e successo annunciato per il Maestro, prossimo agli 84 anni

Riccardo Muti, quasi 84 anni e una grinta che ancora stende, ha chiuso in trionfo la 36/a edizione del Ravenna Festival 2025 al Pala De André, stracolmo di pubblico e di entusiasmo, con il suo terzo e ultimo appuntamento sul podio insieme all'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, la sua “famiglia musicale”.

Perché con Muti non è mai solo musica: è una questione di sguardi, di gesti, di complicità con i suoi giovani musicisti che segue con l’affetto di un “nonno amorevole” e che rispondono con esecuzioni trascinanti e impeccabili, per la gioia del pubblico che applaude, anche quando non dovrebbe, travolto dall'energia di questa alchimia.

Il programma scelto per questo saluto al Ravenna Festival era un invito al viaggio nella sinfonia ottocentesca: si è iniziato con la Sinfonia dai Vespri siciliani di Giuseppe Verdi, breve ma intensa come un trailer che in pochi minuti racconta un dramma di tre ore; si è proseguito con la Sinfonia n. 4 in la maggiore di Felix Mendelssohn, la celebre “Italiana”, con i suoi quattro movimenti luminosi; e si è chiuso con la Quinta Sinfonia di Beethoven, quella del “ta-ta-ta-tàaaaa” che il Maestro ha saputo rendere, come sempre, personale, vitale, in bilico tra potenza e delicatezza.

Il Pala De André gremito con spettatori anche dall'estero        

Non sono mancati momenti di emozione anche umana, come la presenza sul palco di musicisti “over” che Muti non vuole lasciar andare: la storica spalla Valentina Benfenati, approdata da poco alla Scala e in altre orchestre internazionali, è tornata per l’occasione, insieme a Federica Giani, concertino dei primi violini. Perché la Cherubini è casa, e Muti, che ama i suoi ragazzi, non rinuncia a chi ha contribuito a costruirne il suono.

Il pubblico, arrivato numeroso anche dall’estero, ha risposto con un’ovazione che ha scaldato il cuore del Maestro, che però, contrariamente al solito, non ha concesso bis né interventi finali per perorare la causa dei giovani musicisti. 

In barba all’età, Riccardo Muti dimostra ancora una volta che la musica dal vivo può riempire le sale, unire generazioni e regalare emozioni autentiche. Un successo straripante, sì, ma più che meritato, per un artista che ha fatto dell’eccellenza e della passione il suo marchio di fabbrica.

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