Il Sogno, Roberto Benigni ieri sera in tv: "L'Europa è figlia degli eroi di Ventotene"
Spettacolo
Nel corso del suo nuovo show, in onda su Rai 1 mercoledì 19 marzo, Benigni ha ricordato Spinelli, Rossi e Colorni, i tre eroi di Ventotene. Che, all'apice della II Guerra Mondiale e della diffusione del nazi-fascismo, ebbero un'idea rivoluzionaria
Davanti a uno sfondo arancione, senza fronzoli e senza sovrastrutture, Roberto Benigni ha raccontato l'Europa. L'ha fatto nel corso de Il Sogno, il suo nuovo show, andato in onda su Rai 1 mercoledì 19 marzo, poche ore dopo che Giorgia Meloni - durante una seduta del Consiglio - ha parlato della "sua", di Europa. Un'Europa che, col manifesto di Ventotene celebrato da Benigni, c'entra poco.
Giorgia Meloni sul manifesto di Ventotene
"Non se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia. Non mi è chiarissima la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest'Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l'abbiano mai letto, perché l'alternativa sarebbe francamente spaventosa": queste le parole di Giorgia Meloni, pronunciate tra applausi (dei suoi) e fischi (dell'opposizione).
Le parole di Roberto Benigni
Per Roberto Benigni, invece, il sogno di un'Europa come quella immaginata a Ventotene esiste. Un'Europa che sia unita, guidata dall'amore. Che rifugge le armi e la guerra, che sa di bene e di speranza. Nel corso de Il Sogno, il comico, attore e regista ha definito eroi coraggiosi e lungimiranti Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni. "Un sogno economico e politico, di unione e di pace, l'esperimento democratico più emozionante", ha definito il loro, prima di salutare Giorgia Meloni e Papa Francesco, di scherzare su Elon Musk e sui suoi rapporti con l'Italia, e sui potenti del mondo che - oggi - sono tutte "personcine tranquille, perbene, sagge equilibrate": "Al pensiero che gli armamenti e le bombe atomiche sono nelle loro mani si va a dormire tranquilli".
L'Europa che Roberto Benigni celebra è un luogo in cui son nate tutte le rivoluzioni. Non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo: l'Europa è calda ed è vicina, è piena d'amore e di passione, come il suo inno - l'Inno alla gioia di Beethoven - racconta.
E, la pagina più commovente del sogno europeo, l'hanno scritta - secondo Benigni - proprio quei tre uomini che, nella piccola isola di Ventotene, mentre tutt'attorno c'erano rovine e cadaveri, nel 1941, firmarono il manifesto di Ventotene, "una sorta di favola scritta da chi, anziché alle prossime elezioni, pensava alle prossime generazioni".