Compasso d'Oro, la prima opera organica sulla storia del premio ideato da Gio Ponti

Spettacolo

Per il nuovo appuntamento con Flash torniamo all’ADI Design Museum in occasione della presentazione ufficiale della prima opera organica dedicata alla storia del Compasso d’Oro, un volume imprescindibile sul design italiano

 

Il titolo anticipa già la sua importanza. Ed in effetti il volume “Compasso d’Oro. ADI Design Museum – Collezione Storica” vuole essere il racconto di 70 anni di made in Italy.

 

“Questa è solo la prima tappa”, ci spiega Luciano Galimberti, Presidente dell’ADI Design Museum. “Non è un punto d'arrivo, ma il primo mattone di un percorso lungo. A questo primo volume si affiancheranno poi, secondo la cadenza del premio, altre edizioni con approfondimenti specifici. L'idea è proprio raccontare il design e la sua contemporaneità, non limitarci a celebrarne la storia ma essere parte delle grandi questioni. Il fatto di averlo realizzato con Treccani dà il senso di un continuo cambiamento.

 

1040 pagine, 2275 immagini tra disegni, progetti e fotografie e oltre 50 saggi. Un’opera monumentale sull’evoluzione del design italiano, e non soltanto per lo spessore.

 

“E’ un libro su cui abbiamo lavorato per diversi anni”, ci spiega il curatore Beppe  Finessi. “E’ il frutto di un impegno corale, ci sono più di 50 autori coinvolti. E’ un libro di 1000 pagine con 2500 materiali pubblicati, un libro che cerca di raccontare una storia speciale e unica al mondo, che è quella del Compasso D'oro, il premio più importante non solo rispetto alla cultura italiana. E’ un premio di design che nasce per iniziativa di Gio Ponti e negli anni è stato sempre capace di mantenere un profilo molto alto e di raccontare la storia del nostro Paese in modo esemplare, perché ha mostrato di saper cogliere di volta in volta tante sfumature: i grandi prodotti, le grandi aziende, ma anche le piccole realtà locali; i grandi maestri dell'architettura, ma anche gli autori meno noti, apparentemente minori; è stato in grado di accorgersi dei giovani nei loro primi cimenti, di mostrare le relazioni tra l'arte e il design, di guardare al mondo della grande produzione industriale e contemporaneamente anche a quella delle piccole produzioni artigianali. Insomma, è un premio capace di tenere insieme le tante temperature del nostro paese e questo libro cerca di dare merito a questa storia così esemplare.”

Un’opera che racconta la storia e le sfumature del nostro Paese

Settant'anni di design, settant'anni di Made in Italy, ma anche settant'anni della storia del nostro Paese perché un oggetto non esiste senza il  contesto storico, sociale e culturale in cui è collocato.

 

"Da questo punto di vista il premio rappresenta bene l'eccezionalità del nostro Paese, prosegue Finessi. "Un Paese che ha delle temperature spiazzanti, un'eccentricità che va di pari passo con la razionalità, la pragmaticità e la visionarietà dei nostri grandi imprenditori, dei nostri industriali. La creatività transdisciplinare dei nostri autori, penso al grande Bruno Munari, allo stesso Gio Ponti, ma anche a tanti altri. Ha dimostrato che la nostra cultura è fatta di tante anime che sanno poi concentrarsi su un lavoro preciso che può essere quello di disegnare un oggetto tenendo insieme quella componente che non è solamente tecnica, ed è quella che racconta l'anima del nostro Paese. Noi abbiamo la fortuna di vivere in un Paese dove ogni 50 metri c'è un'opera d'arte, e questo non può non riflettersi in quello che i creativi fanno.”

 

“Il compasso d'oro ha la peculiarità di non avere un curatore unico”, spiega Luciano Galimberti. “Questo premio è un'istantanea del Paese, e la somma di queste istantanee ci dà una visione evolutiva del design che il premio interpreta non come somma di oggetti, ma come capacità di relazione. Quindi, in quest'ottica le sequenze dei premi ci danno la contemporaneità e il rapporto appunto col momento storico in cui sono collocati.

 

La collezione storica presente nel volume è interamente visibile dal vivo negli spazi dell'ADI Design Museum, a partire dal primo Compasso d'Oro del 1954.

 

“Quello di Gio Ponti, quindi la prima edizione, è quella che ha dato il dna al premio, racconta il presidente dell'ADI Design Museum. "Un premio non settoriale, ma trasversale. Vediamo rappresentate 24 ore della nostra giornata in tutti gli ambiti della nostra vita: dal giocattolo, all'abitare, al lavorare, al divertirsi. Questo premio ha avuto una grandissima intuizione, ossia che il design sarebbe diventato davvero una lente trasversale sulla nostra vita.”

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