Madalina Ghenea, perseguitata da una stalker e costretta a cambiare vita: "Non è normale"
SpettacoloL'attrice e modella romena ha partecipato con la madre all'udienza preliminare a carico di una donna, una connazionale di 45 anni, imputata per stalking: "È come se qualcuno bussasse alla tua porta ed entrasse in casa tua e ogni giorno ti dicesse che devi morire"
"Quello che vorrei tanto è contribuire a un cambiamento sui social", almeno per mettere fine al fenomeno dilagante delle "shitstorm", "perché ricevere continue minacce, anche di morte, e valanghe di insulti, sebbene viaggino nel mondo virtuale, è come se qualcuno bussasse alla tua porta ed entrasse in casa tua e ogni giorno ti dicesse che devi morire. Non è normale vivere così". Oggi, martedì 17 dicembre, l'attrice e modella romena Madalina Ghenea, assistita dall'avvocato Michele Morenghi, ha partecipato con la madre all'udienza preliminare a carico di una donna, una connazionale di 45 anni, imputata per stalking. Entrambe sono state ammesse come parti civili dal gup di Milano, Roberto Crepaldi. Per anni, Ghenea sarebbe stata minacciata e molestata con commenti offensivi pubblicati in maniera “petulante” sul suo profilo Instagram e inviati via social anche a familiari, amici e collaboratori. Secondo la denuncia, i comportamenti persecutori dell’imputata avrebbero alterato la sua serenità e il suo equilibrio psico-fisico, rendendole la vita impossibile e facendole cambiare “abitudini” a causa dei timori per l’incolumità propria e dei familiari. Oggi, per la prima volta, ha incontrato in aula la sua "persecutrice", alla quale può chiedere i danni morali. "Non è stato piacevole, ho provato un vuoto nello stomaco", ha raccontato. "Non mi ha nemmeno guardata in faccia. Aveva in parte il volto coperto da un cappello, gli occhiali, e la sciarpa in modo da non farsi riconoscere". Eppure, ha fatto notare, se fosse stata "innocente, e se davvero, come lei ha detto, le hanno rubato le password dei suoi account per poi usare i suoi profili e che non era in grado di fare" ciò per cui è accusata, "quanto meno avrebbe detto qualcosa, avrebbe chiesto scusa". La madre, in lacrime, ha proseguito: "Io ho paura che le facciano del male". Nel tempo, Ghenea ha sporto più di una denuncia contro ignoti, e ha aggiunto: "Non riesco a capire perché, per così tanti anni, mi sono stati mandati messaggi così pesanti. Perché contattare le persone con cui lavoro per capire dove sono, con chi sono? Ero in Messico e anche lì, la mia agente ha ricevuto messaggi". Ha ribadito di condurre una "lotta contro queste molestie online, anche per le altre persone". E, in caso ottenesse il risarcimento, "lo devolverò in beneficienza". L'udienza è stata aggiornata al prossimo 28 gennaio per eventuali repliche e per la decisione di mandare o meno a processo la donna, che ha sempre respinto le accuse e che già tempo fa, in un precedente interrogatorio, aveva sostenuto che le fosse stato rubato uno zaino con un biglietto che conteneva le password dei suoi account e aveva quindi negato di essere l'autrice dei messaggi di odio.
LA PERSECUZIONE
La stalker avrebbe disseminato commenti e insulti non solo contro l’aspetto fisico di Ghenea, come le “labbra rifatte”, ma anche contro la stessa esistenza della modella e attrice, come testimonierebbe la frase “devi morire” accompagnata dalle emoticon di una bara. In particolare, nel 2021 la donna avrebbe creato profili Instagram fake con nomi di fantasia per promuovere una campagna mediatica denigratoria e minacciosa contro il suo bersaglio. Infine, avrebbe anche assunto informazioni sugli impegni e sugli spostamenti di Ghenea e contattato tutte le persone che avevano con lei rapporti di lavoro e personali, compreso il regista Paolo Genovese.