Prima della Scala, dietro le quinte della Forza del Destino di Giuseppe Verdi. VIDEO

Spettacolo
Chiara Ribichini

Chiara Ribichini

Foto: Brescia - Amisano

Ultimi preparativi al Teatro alla Scala per la Prima del 7 dicembre. Dopo 25 anni torna al Piermarini l’opera di Giuseppe Verdi che ha come tema centrale la guerra. Sul podio il Maestro Riccardo Chailly, la regia è di Leo Muscato che ha ambientato ogni atto in un secolo diverso. Un viaggio che parte dal Settecento e arriva ai giorni nostri. Protagonisti Anna Netrebko, Brian Jadge e Ludovic Teziér. Siamo stati nel backstage e abbiamo visto in anteprima scene e costumi

Divise, elmetti, giacche militari, giubbotti antiproiettili. Da un primo sguardo all’interno della sartoria del Teatro alla Scala è subito evidente quanto la guerra abbia una centralità assoluta nella Forza del Destino, l’opera di Giuseppe Verdi scelta per inaugurare la stagione. E i costumi, in tutto più di 450, restituiscono perfettamente l’idea del regista Leo Muscato di rappresentare un conflitto trasversale che attraversa quattro secoli, uno per ogni atto, anche per sottolineare l’attualità del tema.
“Iniziamo con un Settecento nel primo atto, proseguiamo nell’Ottocento nel secondo per poi arrivare al Novecento e ai giorni nostri – sottolinea Patrizia D’Anzuoni, responsabile sartoria vestizione Teatro alla Scala – la guerra è sempre centrale nell’opera e anche nei costumi".

Oltre 450 costumi

 

"I tessuti sono dei lini che sono stati tinti e invecchiati, poi ci sono anche dei cotoni e delle sete. Il processo di invecchiamento che facciamo a mano dà queste sfumature e questa idea di vissuto” spiega D'Anzuoni.

Vediamo alcuni dei vestiti indossati da Anna Netrebko, la protagonista Leonora. Prima una giacca marrone, che usa nel primo atto. E poi un abito grigio, sfumato, in jersey che userà nel quarto atto e che si sporcherà di sangue.
Il vice responsabile Matteo Tolve ci mostra il camice del chirurgo “perché all’interno della scena, dopo la battaglia, ci sarà anche un campo infermeria”. E poi la sciarpa di Don Alvaro che attraversa tutti i secoli e sarà un segno distintivo. “Altre simbologie o segni distintivi dei personaggi– aggiunge Tolve – sono le fodere. Sono stati scelti dei bordeaux o dei rossi per ogni personaggio. Hanno dei colori che si portano dietro nell’evolversi della storia”. 

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Sulla scena una "ruota del destino"

 

Entriamo nel retropalco. Sulla scena la grande ruota, elemento chiave della scenografia, che permette, girando, di cambiare in modo veloce l’ambientazione grazie a più di 40 attrezzisti. Una sorta di ruota del destino, come l’ha definita lo stesso regista.
Dietro le quinte ci sono tutto il fermento e la concentrazione per affrontare una delle opere più lunghe di Verdi. Incontriamo alcuni dei protagonisti come il baritono Ludovic Tezier, Don Carlo.
Ci affacciamo da un palchetto. Nella buca, il Maestro Riccardo Chailly dà le ultime indicazioni. Dettagli, sfumature, tutti i consigli necessari per un’opera che richiede un enorme impegno da parte di tutti. Orchestra, coro, solisti e i personaggi secondari che qui hanno un ruolo importante. 
E risuonano le parole scritte da Verdi in una lettera. “È certo che nella Forza del Destino bisogna aver dell'anima, capir la parola ed esprimerla”. 

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