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Luca Carboni festeggia i 40 anni di carriera tra musica e arte, in una mostra a Bologna

Spettacolo
Anna Fantuzzi

In mostra fino al 9 febbraio 2025 a Bologna quadri, disegni, progetti, schizzi che raccontano il volto inedito del cantante e artista bolognese, in occasione dell’anniversario dell’uscita del primo disco, “…intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film” (1984). Lo abbiamo intervistato

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Quarant’anni di creatività raccontata attraverso le opere che hanno accompagnato quattro decenni di una carriera musicale di successo. Rio Ari O è la mostra visitabile fino al 9 febbraio 2025 presso il Museo internazionale e biblioteca della musica Bologna con cui Luca Carboni celebrerà la sua intensa attività: è infatti del 1984 l’album d’esordio canoro e autoriale uscito sotto il titolo di …intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film. Curata da Luca Beatrice, critico e curatore d’arte contemporanea, l'esposizione celebra la sinergia tra musica e arte visiva, mostrando un percorso creativo inedito del cantante, ma ad esso connesso considerando che molti album di Carboni si sono accompagnati ad una produzione fatta di disegni, schizzi e dipinti che raccontano il processo creativo dietro ogni brano, concerto o tour. “La scelta di questo titolo della mostra è perché ho pensato che Rio a rio era la prima cosa che la gente ha sentito dalla mia voce la prima cosa cantata all'inizio del mio primo disco.

“La scelta di questo titolo della mostra è perché ho pensato che Rio a rio era la prima cosa che la gente ha sentito dalla mia voce la prima cosa cantata all'inizio del mio primo disco. Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film come introduzione della canzone ha ‘ci stiamo sbagliando’ e quella è veramente la prima cosa che la gente ha sentito di me. E mi piace, tra l'altro, proprio perché è un suono che non ha un senso, mi arriva come un simbolo, una cosa molto forte e a cui sono naturalmente legato perché è l'inizio della mia storia” racconta Luca Carboni

Anna Fantuzzi

Raccontare la storia nascosta più che la dimensione pubblica di Carboni

"In questa mostra non ci sono solo opere pittoriche disegni disegnini, appunti fogli sparsi block notes" - racconta Luca Carboni- "c'è anche una parte dedicata a musiche ritrovate, c'è una parte audio e video dove ci sono dei demo tape dei dei miei primi tre dischi e si possono sentire le evoluzioni che hanno avuto certe canzoni prima di arrivare alla versione definitiva. Ci sono alcuni appunti da scoprire dove si vede l'evoluzione che c'è nel realizzare delle canzoni". 

Visitabili quattro stanze più una wunderkammer di ingresso e sempre nello spazio mostre i visitatori potranno trovare esposti oggetti, copertine di dischi, testi inediti, appunti, memorie che partono proprio dal quel 1984 che ha segnato la data di inizio della carriera di Carboni. L’intento è quello di raccontare la storia nascosta, più che la dimensione pubblica dell’autore di Mare, mare e di tanti altri successi. La mostra è una sorta di dietro le quinte dove i block notes, gli appunti, i disegni e i quadri sono stati un percorso parallelo ma non disgiunto con i successi musicali. "La pittura" – racconta Carboni - "ha accompagnato tutti questi miei anni di musica come un diario di immagini e visioni: personale, intimo, privato, mai messo in mostra, fatta eccezione qualche disegno finito sulla copertina di dischi". 

 

Anna Fantuzzi

La musica, sempre grande protagonista

Non può, ovviamente, mancare la musica: la copertina di “Persone silenziose” nata da una visione del grande fotografo Luigi Ghirri che nel 1989 gli suggerì di ritagliare dai quaderni i “disegnini” (come li chiama lo stesso Carboni) e di fare un collage che è diventato la cover dell’album. La sala finale del percorso espositivo sorprenderà il visitatore con un sound design che include canzoni, inediti, audio rubati in studio, il tutto accompagnato da immagini e video clip, in un allestimento dall’atmosfera pop. In particolare, il centralissimo Portico del Pavaglione, in via dell’Archiginnasio, accoglierà una sorta di ghost track della mostra dall’8 gennaio 2025: sono gli autoritratti di Carboni stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi del portico. Ricordi, dunque, ma anche aneddoti, come ricorda Luca Carboni: "Da ragazzo e da bambino non disegnavo praticamente mai. Poi appena finito il primo album intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film era partito in Italia il primo canale tematico musicale video music. C'era l'esigenza di avere il videoclip del singolo che usciva e così nacque l'opportunità di realizzare un video …sembrava che addirittura Pupi Avati venisse a dirigermi in questo clip. E allora cominciai a disegnare per fargli vedere la storia che avevo in mente, le inquadrature che ci dovevano essere. E così, istintivamente, cominciai da zero e da lì senti l'esigenza di approfondire quest'arte, questa cosa che pian piano mi ha portato fino a qua e non mi ha più abbandonato". La mostra sarà completata da un programma di incontri pubblici che vedranno per protagonisti, oltre allo stesso Carboni, altri artisti che sono stati suoi compagni di viaggio.

Anna Fantuzzi

Gli appuntamenti di Rio Ari O

Un ciclo di conversazioni che si terranno in Sala Eventi, al Museo: tre appuntamenti pubblici con l’artista e ogni volta un ospite diverso. Si comincia il 28 novembre alle 18.30 insieme a Giorgio Diritti per Dai Teobaldi rock al David di Donatello. Una maestosa storia di cinema, teatro e rock parrocchiale, modera la giornalista Emanuela Giampaoli. Poi appuntamento il 19 dicembre alle 18.30 insieme al curatore Luca Beatrice per Il racconto della mostra Rio Ari O. Un grande viaggio tra musica e arte. Infine il 16 gennaio 2025, sempre alle ore 18.30 l’ultimo incontro dal titolo RIO ARI O. Luca Carboni. La prima cosa che la gente ha sentito di me. La genesi di “…Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film”. Ingresso agli incontri a pagamento, con un biglietto a parte rispetto alla mostra, al costo di 5 euro (fino ad esaurimento posti).