Cristina D'Avena: "Per anni mi hanno costretta a tagliare i capelli e nascondere le curve"
SpettacoloOspite del podcast Tintoria durante la kermesse del Lucca Comics and Games, la regina indiscussa delle sigle dei cartoni animati ha raccontato molto di sé, partendo dagli inizi della carriera, da quella prima volta sul palco allo Zecchino d’Oro con Il valzer del moscerino. Ha spiegato che è stato difficile mantenere una certa immagine, calandosi in un ruolo che per anni l’ha costretta a nascondere ciò che era davvero
Cristina D'Avena si racconta al Lucca Comics 2024, spiegando che la sua strepitosa fama non è stata soltanto una grande cosa ma che, come sempre, ha portato con sé risvolti poco piacevoli.
Ospite del podcast Tintoria durante la kermesse lucchese, la regina indiscussa delle sigle dei cartoni animati ha raccontato molto di sé, partendo dagli inizi della carriera, da quella prima volta sul palco allo Zecchino d’Oro, quando fece sentire la sua già dotatissima ugola cantando il brano intitolato Il valzer del moscerino.
La cantante più iconica d’Italia ha spiegato che è stato difficile mantenere una certa immagine, calandosi in un ruolo che le stava stretto, una parte che per anni l’ha costretta a nascondere ciò che era davvero.
“Per tanti anni sono stata soltanto una voce, nessuno sapeva chi fossi”, ha spiegato Cristina D’Avena ai microfoni di Tintoria.
“Quando sono diventata famosa, è stato bello, ma anche difficile. Per mantenere una certa immagine, mi fecero tagliare i capelli, per anni sono stata costretta anche a nascondere le mie curve. Odiavo quel taglio di capelli, non ero io, nelle mie prime apparizioni ero tristissima. Solo dopo tanti anni ho potuto essere veramente me stessa, senza essere esagerata e volgare, ma potendo permettermi di essere anche un po’ sexy”, ha proseguito l’artista.
Salvata dalla sua genuinità
Benché il personaggio da lei interpretato richiedesse di nascondere molti lati della sua persona e della sua personalità, come lei stessa ha rivelato, in realtà a salvarla dal rovescio della medaglia della fama che può spesso travolgere è stata la sua genuinità, il fatto di rimanere sempre se stessa.
“Nonostante la fama, ho sempre cercato di essere Cristina, più che Cristina D’Avena. E questo mi ha salvata: ho sempre tenuto i piedi ben saldi per terra e, soprattutto, di instaurare con il mio pubblico un rapporto molto amichevole. Non sono mai stata una grande star, ma un’amica. E questo il pubblico lo ha sempre capito, dandomi tanto amore”, ha detto Cristina D’Avena. Anzi: Cristina. Stavolta ci permettiamo di chiamarla così dopo queste sue parole.
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Una vita tra successi e scaramanzia
Da ciò che ha raccontato lei stessa ai microfoni del podcast Tintoria, Cristina D’Avena è una persona estremamente scaramantica.
“Quando vado a cena con altre persone, e con i Gem Boy capita sempre, se siamo in 13, vado in ansia e stacco i tavoli”, queste le sue parole per far capire quanto sia "devota" alla superstizione...
Ha poi parlato della sua esperienza da attrice: “È stato bello recitare e mi è dispiaciuto interrompere questa esperienza, mi divertivo. Pazienza, è andata così”. Non ha soltanto qualche rammarico, come quello di non aver proseguito con la carriera attoriale: la cantante più amata dai piccini e dagli ex piccini (dunque anche dai grandi) ha anche un sogno nel cassetto mai realizzato. E più di un sogno solo: sono ben due. “Vorrei cantare con Renato Zero e Gianni Morandi!”, ha rivelato D’Avena.
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Una voce costante dal lontano 1982
Cristina D'Avena aveva soltanto tre anni quando il palco dello Zecchino d’Oro l’accolse per farla cantare di fronte al grande pubblico per la prima volta.
La star dice ora che fin da subito avrebbe capito che quella era la sua strada, perché la musica immediatamente è stata la sua vita, ciò che le ha portato tanta gioia, oltre a portarla a tutti gli altri. Proprio la felicità da lei suscitata in chi la ascoltava è stato il motore che ha avviato l’incredibile carriera di questa artista.
Per capire quanto l’entusiasmo del suo pubblico sia stato determinante, basti pensare che la prima sigla che l’ha resa famosa è stata quella del cartone animato de I Puffi, disco d’oro con 500 mila copie vendute, e che “le persone mi fermavamo per strada chiedendomi ‘per favore, me la canti?’ ed è da lì che ho iniziato a capire che stavo facendo davvero qualcosa di importante”, ha spiegato durante il Lucca Comics and Games 2024.
Dal 1982 la sua voce viene trasmessa in televisione almeno una volta al giorno. “Un record bello e inaspettato”, ammette.
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Quella del cartone Licia è la sua sigla preferita
Ama moltissimo tutte le sigle che ha cantato e reso iconiche, “ma Licia è la mia vita”, confessa, mentre la sigla di Occhi di gatto si piazza al secondo posto nella classifica scritta a caratteri indelebili nel suo cuore.
Parlando di Occhi di gatto, ha detto anche quanto segue: “Se ai concerti non la canto, la gente si agita e anche quando sono stata invitata a Sanremo, in sala stampa è stato un delirio, volevano tutti che la cantassi”.