Addio Glauco Mauri, il decano del teatro aveva 93 anni

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È morto nella tarda serata di sabato 28 settembre a Roma Glauco Mauri, decano del teatro italiano. Avrebbe compiuto 94 anni il primo ottobre. La notizia della scomparsa, anticipata dal Messaggero, viene confermata dalla storica compagnia Mauri Sturno, fondata dal grande attore e regista nel 1961 con Roberto Sturno, scomparso nel 2023. La camera ardente sarà allestita lunedì 30 a Roma, al Teatro Argentina, dalle 11 alle 15

È morto nella tarda serata di ieri, sabato 28 settembre, a Roma Glauco Mauri, decano del teatro italiano. Avrebbe compiuto 94 anni il primo ottobre. La notizia della scomparsa, anticipata dal Messaggero, viene confermata dalla storica compagnia Mauri Sturno, fondata dal grande attore e regista nel 1961 con Roberto Sturno, morto nel 2023.

"per settantadue anni ho dedicato la mia vita al teatro"

Nato a Pesaro nel 1930, interprete di Shakespeare, Molière, Pirandello, Dostoevskij, Goldoni, con coraggio e passione Mauri è stato per settant'anni in scena: era atteso dal 26 al 29 settembre al Vascello di Roma con lo spettacolo De Profundis, da Oscar Wilde, annullato per l'indisposizione dell'attore. Ha quindici anni Mauri quando affronta il primo ruolo da protagonista, con una compagnia amatoriale della sua città. Nel 1949 entra all'Accademia di Arte Drammatica di Roma diretta da Silvio D'Amico.

Tra i suoi insegnanti: Orazio Costa, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano, Mario Pelosini. Debutta da professionista nel 1953 nel Macbeth di Shakespeare diretto da Orazio Costa. Nello stesso anno è Sir Tobia ne La dodicesima Notte di Shakespeare con la regia di Renato Castellani, e, diretto da André Barsaq, ottiene un grande successo personale nel ruolo di Smerdjakov nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, con Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio ed Enrico Maria Salerno. Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez, Emanuele Luzzati, ai quali si aggiungerà in seguito Mario Scaccia, la Compagnia dei Quattro, gruppo artistico che ha rappresentato una forza innovativa e significativa nel panorama teatrale italiano, con cui porta in scena Shakespeare, Beckett, Pasolini, Marlowe-Brecht, Del Buono, Codignola, Garcia Lorca. Dal 1965, dopo lo scioglimento della Compagnia, lavora soprattutto per gli Stabili di Torino, Genova, Bologna, e collabora con i maggiori registi italiani: Luigi Squarzina, Giorgio Strehler, Mario Missiroli, Aldo Trionfo per citarne solo alcuni. Diretto da Luca Ronconi (1972) è protagonista nell'Orestea di Eschilo al Bitef di Belgrado, alla Sorbona di Parigi e alla Biennale di Venezia.

Tra i suoi autori più amati, Shakespeare, Dostoevskij, Beckett. Nel 1981 fonda con Roberto Sturno la Compagnia Glauco Mauri, divenuta poi Mauri-Sturno. Dal suo debutto da professionista, partecipa a tutte le stagioni teatrali recitando più volte in spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa, al Teatro Romano di Verona, e poi ai Festival di Spoleto, di Benevento e di Asti. Nella sua lunga carriera, appare anche in film come La Cina è vicina di Marco Bellocchio (1967), La costanza della ragione di Pasquale Festa Campanile (1964), L'ospite di Liliana Cavani (1971), Profondo rosso di Dario Argento (1975), Ecce Bombo di Nanni Moretti (1978). In tv è fra i protagonisti della stagione d'oro degli sceneggiati Rai, come I demoni di Dostoevskij e I Buddenbrook di Thomas Mann.

A dicembre 2023 esce "Le lacrime della Duse. Ritratto di un artista da vecchio", l'autobiografia di Glauco Mauri, in cui con leggerezza e sincerità racconta la sua lunga ed ineguagliabile carriera di attore: "Vorrei fosse chiaro che non mi servo della vita per parlare di me ma uso me stesso per parlare della vita. Ho più di novant'anni e ho sempre cercato di stare con le antenne della mente e del cuore ben vibranti, per tentare di comprendere qualcosa della grande avventura del vivere. A quindici anni sono salito, per la prima volta, sopra un palcoscenico, poi per settantadue ho dedicato la mia vita al teatro. Luci e ombre, successi e fallimenti e devo confessare che i secondi mi sono stati più utili". 

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"Non abbiate paura, dite sempre le vostre idee, quello che avete dentro di voi"

La Fondazione Inda di Siracusa si unisce al cordoglio di tutto il mondo del teatro e della cultura per la morte di Glauco Mauri. Attore "sublime", Glauco Mauri è stato protagonista al Teatro Greco di Siracusa nel 1972, nel ruolo di Edipo nell'Edipo Re di Sofocle; nello stesso anno ha ricoperto il ruolo del messaggero nella Medea di Euripide ed è poi tornato a Siracusa nel 1978 interpretando Edipo nell'Edipo a Colono di Sofocle. Nel 2022 ricevette il premio Eschilo d'Oro e proprio in quell'occasione rivolse bellissime parole ai giovani "che hanno scelto di dedicare la vita al teatro". L'Inda lo ricorda proprio con quel discorso che "rappresenta un'eredità da custodire per tanti ragazzi e ragazze": "Questo premio lo voglio condividere con tutti quei giovani, ragazze e ragazzi, che hanno deciso di dedicare la vita al teatro. A questi ragazzi dico di avere fiducia, perché con questa decisione si sono assunti una grande, meravigliosa, responsabilità, quella di raccontare delle favole, delle storie, che sono dele storie della vita sperando che questo possa aiutare gli uomini a tentare di capire quella favola grande, a volte affascinante, a volte terribile, che è la vita. A questi giovani dico solo di non avere paura, di vivere la vita con grande coraggio, di non barare mai. Dite sempre le vostre idee, quello che avete dentro di voi".

 

"Il più grande di tutti, maestro assoluto e sempre giovane"

"Oggi ci lascia il più grande di tutti, il maestro assoluto, il 'sempre giovane' perché il solo a incarnare la suprema raccomandazione di Barrault di 'conservare sempre nei confronti del teatro una sorta di verginità permanente'". Così Marco Giorgetti, direttore generale del Teatro della Toscana di cui fa parte la Pergola, teatro fiorentino "pieno della sua leggenda, che si è realizzata in tempi più o meno vicini, più o meno lontani, non importa, in un tempo che non è più tempo, da quel suo primo Portinaio del 'Macbeth' di solo 70 anni fa".

Proprio Mauri col De Profundis di Oscar Wilde era stato annunciato a giugno scorso come l'artista che avrebbe aperto la stagione 2024-2025 della Pergola. "Glauco, il grande sciamano del teatro sacro, e insieme di quello rozzo e di quello popolare, secondo le definizioni di Brook - dice sempre Giorgetti -, il nostro Chaplin, come diceva Strehler, più grande di Chaplin perché, oltre a incarnare la sua propria poetica e a dirigere sé stesso, ha saputo mettersi al servizio dei grandi autori e dei grandi registi per dare vita con umiltà ai loro personaggi, ha saputo cambiare costantemente, restando sempre profondamente coerente con il fuoco originario del teatro, nella imprevedibilità dello stupore che ha suscitato qualunque fosse il suo essere in scena". Il teatro "è con Glauco - conclude Giorgetti - 'essere in un costante eterno presente', e chi di noi ha imparato da lui il sogno del teatro che diventa poesia, trasmesso dal suo maestro Costa, non potrà mai perderlo. Per questo il premio della Medaglia degli Immobili, riconoscimento del suo essere parte della Pergola per averla fatta e conformata, gli fu consegnato non dal direttore ma dal più giovane degli allievi della Scuola. Resta immortale il ricordo di quel momento di due ragazzi emozionati e entusiasti".     

Alessandro Gassmann, "Persona dolce e generosa"

"Ho avuto la fortuna giovanissimo di recitare con Glauco Mauri. Un maestro, una persona dolce, generosa, un uomo di teatro instancabile, l'ultimo testimone di un mondo teatrale che scompare. Grazie Maestro e buon viaggio": le parole di Alessandro Gassmann. 

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