L'accusa riguarda le dichiarazioni offensive rilasciate durante alcune interviste e in conferenza stampa dopo il Festival di Sanremo del 2020, che si era concluso con la squalifica della coppia di artisti
“Sono processato per aver fatto un’opera d’arte”. Martedì 28 maggio, in udienza davanti al giudice monocratico Marta Bossi del Tribunale di Imperia, l’imputato Marco Castoldi, in arte Morgan, ha raccontato la sua versione dei fatti nell’ambito del processo per diffamazione aggravata nei confronti del collega Cristian Bugatti, in arte Bugo. L’accusa riguarda le dichiarazioni offensive che Morgan ha rilasciato durante alcune interviste televisive e nella conferenza stampa successiva al Festival di Sanremo del 2020, teatro della rottura tra i due. All’epoca la coppia aveva gareggiato all’Ariston con il brano Sincero, ma durante la quarta serata della kermesse Morgan aveva modificato il testo della canzone e aveva provocato così l’uscita di Bugo dal palco e la squalifica di entrambi.
"HANNO LESO LA DIGNITÀ DI UN ARTISTA"
Come riportato dalle testate locali, nel corso dell'udienza Morgan ha ricostruito le origini della collaborazione con Bugo, conosciuto nel 2002 durante un festival musicale. “C’era stima artistica reciproca. Da lì siamo rimasti in contatto costantemente. Mi chiedeva di fare il Festival di Sanremo, era un suo sogno e nel 2019 mi aveva contattato per chiedermi di fare il direttore d’orchestra e l’ospite per una canzone che non è stata ammessa, se non l’anno dopo”, ha raccontato. “Durante Sanremo il duetto è diventato un “featuring”, come se la mia presenza fosse stata declassata”. L’artista, che ha anche affermato di essere co-autore del brano Sincero, ha raccontato che Amadeus gli aveva chiesto di partecipare al Festival: “Mi aveva detto: “Non mi importa se c’è Bugo o no, l’importante è che venga tu”". Dopo aver accettato la collaborazione con Bugo, Morgan avrebbe però vissuto un clima spiacevole. “Hanno leso la dignità di un artista”, ha raccontato. “Mi hanno chiesto di rifare le partiture nove volte. È stata un’umiliazione continua”. Anche le prove sarebbero state “un incubo”. Poi “è iniziato un reale terrorismo, nemmeno Adolf Hitler avrebbe scritto cose tanto cattive. “Mescal”, il management di Bugo, mi ripeteva che dovevo essere eliminato, che Bugo doveva fare il Festival da solo: “Non sei adatto, non scrivere la musica”, creando un massacro mediatico”, ha proseguito. Inoltre, secondo il cantautore, “Bugo mi ha fatto body shaming dicendo che sono un nano”. Sull’incriminato cambiamento del testo di Sincero, Morgan ha invece precisato: “Non l’ho premeditato, l’ho scritto cinque minuti prima di entrare sul palco. [...] È stato un dissing, è una cosa normalissima, ma lui non essendo all’altezza è scappato”. E ancora: “La squalifica avviene perché lui abbandona il palco, e non perché ho cambiato testo. Valerio Soave (fondatore della “Mescal”, ndr) voleva fare entrare la polizia nella mia camera d’albergo”.
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MORGAN DOPO L'UDIENZA: "IL TRIBUNALE È COME IL PALCO"
“Un tribunale è un po’ come un palco, c’è la solennità”, ha dichiarato Morgan all’uscita dall’udienza. “Non ero proprio a mio agio, ma c’era una solennità ed è un rito, quello che Bugo non aveva rispettato. Il tribunale è un ambiente simile, dove la star, naturalmente, è il giudice”.