Isaac Asimov, 32 anni dalla morte del padre della fantascienza

Spettacolo
Isaac Asimov (LaPresse)

Scienziato autorevole ma soprattutto scrittore di successo, l'autore di origine russa con le sue tre "leggi della robotica" è ancora oggi un punto di riferimento per il mondo dell'intelligenza artificiale e della cibernetica


Il 6 aprile del 1992, esattamente 32 anni fa, ci lasciava Isaac Asimov, uno dei giganti della letteratura fantascientifica e divulgatore scientifico di fama mondiale. La sua scomparsa avvenne a New York all'età di 72 anni, a causa di un arresto cardiaco dovuto a complicazioni da una trasfusione di sangue ricevuta anni prima. Il celebre scienziato (era un autorevole biochimico) e scrittore era nato in Russia, a Petrovichi, vicino a Smolensk, il 2 gennaio del 1920. Ma a soli tre anni la sua famiglia, di origini ebraiche, preferì trasferirsi negli Stati Uniti andando a vivere a New York.

La vita

Insieme alla carriera letteraria, iniziata peraltro precocemente, visto che il suo primo racconto fu pubblicato nel giornale scolastico alle superiori, portò avanti anche gli studi laureandosi in chimica nel 1939 e diventando professore di chimica all'università di Boston. E la passione per le scienze traspare non solo nei suoi tanti romanzi di fantascienza, ma anche nei numerosi testi di chimica, fisica e astronomia che scrisse durante la sua vita. Isaac Asimov morì il 6 aprile del 1992 a New York, per un arresto cardiaco a causa del fisico minato dall'Hiv. Aveva contratto il terribile virus da una trasfusione di sangue subita anni prima, durante un'operazione di bypass cardiaco, come rivelò dieci anni dopo la sua scomparsa la seconda moglie.

 

I tre grandi cicli

Isaac Asimov è ricordato come uno dei più grandi autori della fantascienza classica a fianco di scrittori come Arthur C. Clarke e Robert A. Heinlein. Scrisse anche gialli e thriller, generalmente di tipo deduttivo (indimenticabili i libri appartanenti al ciclo dei "Vedovi Neri" per umorismo e trovate anche macabre). Ma il suo nome è associato a tre fondamentali e complessi cicli letterari. Il primo e forse il più conosciuto è il "Ciclo della Fondazione" (rappresentato da 7 volumi) che narra di un impero galattico e della sua rovinosa caduta. Una saga ispirata alla storia romana, come lui stesso in più occasioni ammise. Poi realizzò, fra il 1950 e il '52, il "Ciclo dell'Impero" (tre opere). Ma il filone che in questo momento mostra tutta la sua vitalità è quello relativo al "Ciclo dei Robot" (8 libri), realizzato nell'arco di oltre quarant'anni. Asimov riuscì a rinnovare il concetto stesso di androide ideando i cosidetti robot positronici (per le loro capacità intellettuali che li rendevano simili all'uomo), macchine "umanizzate", in grado di sostituire l'uomo in molte funzioni.

Le storie indimenticabili

Tra romanzi e racconti brevi la sua produzione è sterminata, tanto che si calcolano circa 500 volumi. Il primo romanzo è del 1950, "Paria dei cieli", ma già nel 1941 aveva pubblicato un racconto dal titolo "Notturno" dove introdusse i concetto di fantascienza sociale, quella cioè in cui si prova a immaginare il futuro dell'umanità. Tra le raccolte di racconti imperdibile l'antologia "Tutti i miei robot". Scrisse anche per i ragazzi con la serie dedicata a "Lucky Starr".

Le tre leggi della robotica

Nell'immaginare i nuovi robot che avrebbero affiancato e a volte sostituito l'uomo, Asimov riuscì a ideare macchine che, nel loro evolversi, assomigliavano sempre più agli umani, robot che desideravano diventarlo. A fondamento delle sue storie ci sono le cosiddette "leggi della robotica", enunciate nei suoi libri, rispettate dai suoi personaggi e fondamentali anche per tutta la letteratura fantascientifica successiva. La prima Legge prevede che un robot non possa arrecare danno ad un umano, né permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. La seconda invece stabilisce che i robot debbano obbedire agli ordini impartiti dagli uomini, a meno che questi ordini non vadano in contrasto con la prima legge. La terza legge che consente ai robot di preservare la propria esistenza a meno che la loro autodifesa non vada in contrasto con le prime due leggi. Successivamente lo stesso Asimov aggiunse un nuovo paradigma, la "Legge Zero", per cui un robot non può danneggiare l'umanità o permettere che a causa del suo mancato intervento, la stessa umanità sia danneggiata. Questa ultima legge diventa quella fondamentale, assioma su cui poi le altre tre dovevano essere declinate. Sono concetti che, ancora oggi, ispirano gli esperti di intelligenza artificiale e cibernetica.

Asimov al cinema

Dalle opere di Isaac Asimov derivano numerosi film di successo. A cominciare dal famosissimo "Viaggio Allucinante" del 1966, che immagina un sommergibile miniaturizzato che naviga nel corpo umano per compiere una difficilissima operazione chirurgica. Più recentemente ricordiamo "L'uomo bicentenario", con Robin Williams (1999), mentre è del 2004 la pellicola "Io Robot", con Will Smith.

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