Kevin Spacey, "falsa" intervista dopo le accuse di molestie: “Netflix esiste grazie a me"

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Frame video da 'Being Frank with Tucker' - YouTube

Il Premio Oscar ha vestito i panni di Frank Underwood, il personaggio interpretato dal 2013 al 2017 in "House of Cards", per un nuovo siparietto insieme al controverso presentatore tv Tucker Carlson, silurato da Fox News. Tra finzione e realtà, un po' di stoccate al gigante dello streaming: "È buffo che abbiano deciso di tagliare i ponti con me sulla base di accuse che poi si sono rivelate false"

Kevin Spacey torna a recitare. Più o meno. Come già fatto più volte in passato, l’attore ha partecipato a una “falsa” intervista di Natale vestendo i panni di Frank Underwood, il personaggio di House of Cards che ha interpretato dal 2013 al 2017, prima che i produttori decidessero di farlo fuori – sia Spacey come attore che Underwood come personaggio – per le accuse di molestie sessuali avanzate nell'ambito del movimento MeToo da un gruppo di uomini, da cui poi è stato assolto. Per l’ultimo siparietto ha collaborato con Tucker Carlson, presentatore tv scaricato da Fox News lo scorso aprile, criticato per aver dato troppo spazio ad alcune teorie del complotto. L’intervista, rilasciata su YouTube e titolata Being Frank with Tucker (dal gioco di parole ‘Essere Frank con Tucker’, ma anche ‘Essere sincero con Tucker’) prende le mosse dal desiderio di Underwood di correre per le presidenziali Usa 2024. Al di là delle considerazioni politiche più o meno serie, un passaggio dell’intervista ha attirato l’attenzione degli spettatori: le accuse del Premio Oscar Spacey-Underwood a Netflix.

"Netflix esiste grazie a me"

Spacey, lasciando temporaneamente l’identità di Underwood, ha rivendicato che è stata proprio House of Cards a fare la fortuna di Netflix: è stata, in effetti, la prima serie tv originale del gigante dello streaming. “È buffo che abbiano deciso di tagliare i ponti con me sulla base di accuse che poi si sono rivelate false”, ha detto Spacey. Poi ha rincarato la dose: “Netflix esiste grazie a me. Io li ho fatti conoscere e loro hanno cercato di buttarmi a terra”. In un altro passaggio, Carlson sottolinea come lui e Spacey abbiano “qualcosa in comune”. E l'attore dice: “Sì, siamo entrambi stati silurati dai nostri network”. Poi il presentatore chiede al suo interlocutore: “Guardi ancora Netflix?”. Prontissima la risposta: “Probabilmente quanto tu guardi Fox”.

Spacey e i processi

In questo gioco di specchi tra finzione e realtà, Carlson chiede poi a Spacey-Underwood quando sarebbe tornato a lavorare. “Questo video è l’inizio. Questa intervista è un po' un mix tra un episodio e la realtà”, risponde l’attore. Nonostante l’assoluzione da tutte le cause che lo avevano visto processato per molestie sessuali – una negli Usa e quattro nel Regno Unito – la carriera di Spacey non è infatti ancora ripartita del tutto. Tutti gli uomini che lo avevano denunciato avevano parlato di fatti avvenuti anche molti anni prima, alcuni addirittura negli anni ’80. Tutti erano comunque molto più giovani di Stacey: nel processo americano, l'uomo che aveva intentato la causa aveva detto di avere 14 anni ai tempi delle molestie sessuali che poi i giudici hanno ritenuto non essere mai accadute.

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