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Gérard Depardieu, la giornalista spagnola Ruth Baza lo denuncia per violenze sessuali

Spettacolo

La donna è l'ultima a unirsi alle numerose accuse nei confronti dell'attore francese

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Nuova denuncia per Depardieu

Dopo il suicidio dell'attrice francese Emmanuelle Debever, che aveva accusato di violenza sessuale Gérard Depardieu, e la rinuncia da parte dell'attore francese della Legion d'Onore, arriva ora anche l'accusa da parte di Ruth Baza, giornalista, scrittrice e collaboratrice di vari media che ha dichiarato alla polizia nazionale l'attore per fatti accaduti nel 1995, quando aveva 23 anni e intervistò Depardieu a Parigi per la rivista Cinemania. Secondo quanto riferisce La Vanguardia, Baza ha raccontato di abusi a sfondo sessuale ricevuti da parte di Depardieu.

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Rimossa la sua statua dal Museo Grevin di Parigi

Intanto, è notizia di questi giorni la rimozione della statua di cera dell'attore francese dal Museo Grevin di Parigi, secondo quanto ha appreso l'AFP dalla direzione della Sala delle cere delle celebrità. La decisione di ritirare la statua è stata presa "in risposta alle reazioni negative dei visitatori, così come sui nostri social network", ha dichiarato il museo Grevin.

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La difesa della famiglia Depardieu

Intervistata dal canale di informazione CNews, l'attrice Julie Depardieu ha difeso il padre, denunciando una "caccia all'uomo senza precedenti", "disgustosa", contro un uomo "che ha libertà di parola" in un mondo in cui "nessuno osa più parlare". "Sono sorpresa dalla violenza del rifiuto di quest'uomo che è stato idolatrato per tutta la vita", ha detto, aggiungendo che suo padre ha lasciato la Francia e non passerà il Natale con la sua famiglia. Lo ha descritto come "estremamente modesto" e "molto rispettoso nei confronti dei suoi figli", ammettendo che poteva essere "sbarazzino" e "pesante" e che a volte, da bambina, si era "vergognata" della "sua libertà di parola". In un articolo pubblicato sul Journal du dimanche, la famiglia di Gerard Depardieu aveva già denunciato "una cabala", deplorando in particolare una "rabbia collettiva" contro l'attore.