Bruce Willis, la malattia si aggrava, l'amico Glenn Gordon Caron: “Sta perdendo la parola"

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L'autore della serie tv degli anni Ottanta Moonlighting ha condiviso gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni di salute dell'attore, affetto da demenza frontotemporale

“Quando sei con lui sai che è Bruce e sei grato che sia qui, ma ha perso la gioia di vivere”. In un’intervista rilasciata al New York Post Glenn Gordon Caron, ideatore della serie tv degli anni Ottanta Moonlighting, ha raccontato gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni di salute dell’amico Bruce Willis, 68 anni. Dopo un’iniziale diagnosi di afasia, lo scorso febbraio l’attore ha riscontrato la progressione della condizione in demenza frontotemporale, un disturbo neurodegenerativo che colpisce il lobo frontale del cervello e che provoca un deterioramento del comportamento, della personalità e del linguaggio, e si è ritirato dalle scene. “La malattia di Bruce è una malattia progressiva, quindi sono stato in grado di comunicare con lui, prima che la malattia lo rendesse non in grado di comunicare come è adesso” ha detto Caron, che ha fatto in tempo ad avvisare Willis del fatto che Moonlighting, serie in cui aveva recitato, sarebbe presto stata trasmessa sulla piattaforma di streaming Hulu. “So che ne è davvero felice”.

IL CAMBIAMENTO DI BRUCE WILLIS

“Non sono sempre così bravo, ma ci provo e parlo con lui e con sua moglie [Emma Heming Willis] e ho un rapporto occasionale con le sue tre figlie maggiori” (Rumer, Scout e Tallulah, che Willis ha avuto dall’ex coniuge Demi Moore), ha dichiarato Caron. “Ho cercato con tutte le mie forze di restare nella sua vita. È una persona straordinaria. La cosa che rende [la sua malattia] così strabiliante è che se hai mai trascorso del tempo con Bruce Willis, non c’è nessuno che abbia avuto più gioia di vivere di lui. Amava la vita e...semplicemente adorava svegliarsi ogni mattina e cercare di vivere la vita al massimo”. Per l’autore e regista, ora l’attore osserva invece la vita da “una porta schermata” attraverso la quale conserva però rari attimi di lucidità: “La mia sensazione è che capisca chi sono per i primi tre minuti. Sta perdendo la capacità di comunicare; era un lettore vorace – non voleva che nessuno lo sapesse – e ora non legge più. Tutte quelle competenze linguistiche non sono più a sua disposizione, eppure è ancora Bruce”.

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