L'annuncio lo ha dato su Instagram lo stesso cantante. A lui Grignani dedicò il brano Quando ti manca il fiato
"E per il resto ognuno giudichi se stesso. Ciao papà". Con questa frase, e con una vecchia fotografia, Gianluca Grignani ha annunciato ai suoi fan la morte del genitore.
Un rapporto complesso
Paolo Grignani, papà di Gianluca, è morto nella giornata di lunedì 2 ottobre. L'uomo viveva in Ungheria, e non parlava col figlio da quindici anni. Commerciante di articoli per fotografi, era spesso lontano da casa. E, la sua assenza, ha giocato un ruolo importante nella vita di Gianluca Grignani, specialmente negli anni dell'infanzia e dall'adolescenza. L'artista gli dedicò la canzone Quando ti manca il fiato, presentata al Festival di Sanremo 2023. Il testo ricorda una telefonata tra i due, fatta una decina di anni fa, quando ormai Gianluca aveva fatto pace col divorzio tra i genitori (avvenuto quando aveva 18 anni). Un divorzio che ebbe conseguenze enormi sulla sua vita: il padre se ne andò mettendo lui di mezzo, e lasciandolo così in preda ai sensi di colpa e alla solitudine.
Una canzone colma di dolore
Quando ti manca il fiato, per la verità, parla di morte. Ma parla anche d'amore, di perdono, di un legame maltrattato ma comunque presente.
"Ciao sono papà
Come va Gianluca?
Ma no che non sto male
Ma quando accadrà
Tu verrai o no al mio funerale
Tu verrai o no?"
chiede il padre a Grignani.
"Ciao papà o addio papà
Questa canzone te la canto adesso
Perché tu sappia che ti amo lo stesso
E per il resto ognuno giudichi se stesso".
Il cantante ha raccontato come il genitore fosse spesso lontano per lavoro, e come di fatto nei primi anni della sua vita non lo vedesse mai. Il loro rapporto nacque durante una trasferta di lavoro a Torino. Poi, dopo la separazione, si incrinò per sempre.
approfondimento
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La difficoltà di avere una famiglia
A sua volta, Gianluca Grignani è padre di quattro figli. Tuttavia, dopo la separazione dalla moglie Francesca, solamente la più grande è rimasta a vivere con lui. "La cosa più difficile nella vita è avere una famiglia" ha detto a Mara Venier, riferendosi alla sua famiglia d'origine come a quella che ha costruito. Le ferite nel rapporto con mamma e papà, nonostante con la prima sia riuscito a ritrovare l'armonia, non si sono mai del tutto sanate. La mamma lo allontanava quando lui ne aveva il bisogno, ha spiegato. Era quello il suo modo di educare. Il papà, invece, lo ha sempre descritto come un uomo egoista, che non ha mai voluto riparare ai suoi errori. "Ci ho messo 44 anni a capirlo, ad elaborare quel vuoto", ha detto. Alla solitudine, però, si accompagnava la paura. La paura di essere simile a una persona che ha fatto errori, che non sa se accusare o scusare, e la cui immagine gli manca. La differenza tra lui e il genitore? Gianluca non si è mai sentito dire "Ti voglio bene". Mentre lui, ai suoi figli, non smette di dirlo.