Loredana Bertè, il discorso sugli stupri dal palco di Palmi: "Successe anche a me"

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

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La cantante, in concerto a Palmi, ha manifestato solidarietà alle vittime di violenza sessuale in giorni in cui il tema è molto sentito per le notizie di cronaca relativa agli stupri di Palermo e Napoli. Bertè ha sottolineato che anche lei a 16 anni fu stuprata (come già aveva rivelato nel 2020). “Un bastardo mi ha violentato, massacrato di botte e lasciata su una strada del ca**o. Ogni 6 ore succede un femminicidio! Per non parlare degli abusi, come quelli di Palermo. Ho smesso di tacere. Io non sono carne”

Loredana Bertè durante il concerto nella serata finale delle celebrazioni per la Varia di Palmi (la festa popolare che si svolge in provincia di Reggio Calabria) ha manifestato solidarietà alle vittime di violenza sessuale, in giorni in cui il tema della violenza sulle donne è molto sentito a causa delle notizie di cronaca relative agli stupri di gruppo di Palermo e di Napoli.
La cantante calabrese ha sottolineato che anche lei, all'età di 16 anni, fu vittima di uno stupro avvenuto nella città di Torino (come già aveva rivelato in un’intervista del 2020 a Verissimo su Canale 5).

“Un bastardo mi ha violentato, massacrato di botte e lasciata su una strada del ca**o”, ha dolorosamente ricordato anche in questa occasione. “Ogni 6 ore succede un femminicidio! Per non parlare poi degli abusi, come quelli di Palermo. Per questo ho smesso di tacere. Io non sono carne”, ha detto la rocker dal palco di Palmi.

Le parole finali, “io non sono carne”, si rifanno alla campagna social lanciata dal direttore del settimanale femminile F Luca Dini. #iononsonocarne è l’hashtag dapprima lanciato sulla pagina Instagram della community Fab! insieme al giornalista Dini, con un chiaro riferimento a una delle frasi pronunciate dal gruppo accusato di aver stuprato una 19enne, ossia l'agghiacciante e detestabile “La carne è carne"...

La campagna social #iononsonocarne

"Ci ribelliamo a chi riduce la preda a un pezzo di carne da stuprare e il predatore a un altro pezzo di carne schiavo dei suoi istinti. Donne e uomini non sono carne, #iononsonocarne. Facciamo sentire la nostra voce. Noi non siamo carne", ecco qual è l'obiettivo della campagna social lanciata in queste settimane. Questa iniziativa ha coinvolto moltissimi Vip, i quali spontaneamente hanno aderito alla campagna.

Da Caterina Balivo ad Alessandro Preziosi, da Elisabetta Gregoraci ad Adriana Volpe e Maria Grazia Cucinotta, parecchi divi del cinema, della televisione, della musica, del teatro e dello spettacolo in generale hanno preso posizione sull'argomento, esprimendo solidarietà alle vittime e sottolineando l'importanza di combattere contro una terribile piaga della nostra società: la violenza sulle donne.
Tra questi nomi dell'intrattenimento targato Italia, c'è anche la cantante Loredana Bertè. 

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Tanti nomi della musica sono intervenuti per condannare la violenza sulle donne

Oltre a Loredana Bertè, altri personaggi della musica sono intervenuti per condannare quanto accaduto prima a Palermo e poi a Napoli. Ne hanno scritto sui social network, tra gli altri, Ermal Meta, Anna, Nina Zilli, Paola Turci e Fiorella Mannoia.

“Mi rifiuto di pensare che artisti giovani, maschi e femmine, esterni alla mia “bolla”, non stiano prendendo posizione sui casi di violenza sessuale di questi giorni: sono io che non li conosco. Mi date una mano a scoprirli?”, ha scritto il rapper Frankie hi-nrg mc su X (l’ex Twitter) lo scorso 21 agosto. “Non conviene esporsi su certi temi. I vari paladini delle cause che fanno trend lo sanno bene. Non cercare dove non c’è niente amico mio, perdi solo tempo”, gli ha risposto Ermal Meta, il quale invece ha preso sì posizione in svariati tweet condivisi dal suo account ufficiale.

Alcuni dei tweet di Ermal Meta, condivisi nelle scorse settimane, sono i seguenti: “Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi 'cani' auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno #stupro #loschifo”; “Di orribile c’è quello che hanno fatto, di orribile c’è il trauma che quella ragazza probabilmente si porterà dietro per molto tempo, di orribile c’è la madre di uno di loro che cerca di far passare per una poco di buono la vittima, di orribile c’è la mancanza totale di empatia, di orribile c’è filmarla, deriderla, lasciarla per strada come uno straccio e poi minacciarla, di orribile c’è la totale mancanza di umanità”; “Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e recuperare un branco? Ok, sono d’accordo. Ma come salviamo una ragazza di 19 anni che d’ora in poi avrà paura di tutto?” e “Qual è la pena proporzionale per una cosa del genere?”.

Paola Turci ha scritto: “Un’altra, non uccisa ma disintegrata. E noi leggiamo solo di donne che denunciano. Quante in questo momento stanno rischiando la vita? Chi, cosa potrà fermare una volta per tutte questa orda di uomini violenti, incivili, miseri esseri capaci solo di fare del male?”.
Fiorella Mannoia ha scritto: “Mi mancano le parole. Davvero”. E Nina Zilli aggiunge: “Questo 2023 sembra alto medioevo”.

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La violenza subita da Loredana Bertè quando aveva solo 16 anni

Nel 2020 Loredana Bertè ha raccontato per la prima volta pubblicamente la drammatica esperienza che ha vissuto quando era soltanto una ragazzina, all’età di 16 anni.
Intervistata a Verissimo su Canale 5, la musicista ha svelato quanto segue: “Facevo serate con le collettine e andavamo in giro per l’Italia, io ero l’unica ragazza vergine del gruppo. Una sera sono uscita con un ragazzo che da un mese mi regalava le rose. Lui mi ha portato in un appartamento. Quando ho sentito che chiudeva la porta con il lucchetto ho avuto terrore, mi ha riempita di botte e mi ha violentata. Questa cosa non l’ho potuta dire a nessuno e non ho denunciato. Ma per anni non mi sono fatta avvicinare dagli uomini, ero traumatizzata”.

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