La showgirl, intervistata nel programma di Francesca Fagnani confessa: “Ho subìto violenza fisica, sessuale, ma la cosa più brutta, per me, era la violenza psicologica”. Sul trasferimento in Asia dice: "Con mio marito non siamo scappati dall'Italia. Nessun reato”. Nel corso della registrazione, Parisi è stata raggiunta in studio da un ufficiale giudiziario e costretta a sborsare una "somma ingente" come risarcimento per una condanna per diffamazione, ha raccontato il produttore e manager Lucio Presta
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"Ho subìto violenza fisica, sessuale e psicologica". È la confessione di Heather Parisi ospite martedì 14 marzo in prima serata su Rai2 della trasmissione Belve, condotta e ideata da Francesca Fagnani. Quando la conduttrice le ha chiesto di quel periodo di violenza Parisi ha risposto: "Parlo di violenza fisica, sessuale, ma la cosa più brutta, per me, era la violenza psicologica. È molto complicato perché la gente vede ma non dice niente, ti dicono che sei una bugiarda". Fagnani ha chiesto quindi se stesse parlando del suo compagno di allora: "Nessun compagno, era una persona che mi stava a fianco". E sul perché non abbia denunciato quell'uomo, Parisi ha detto: "Non cerco la vendetta". La giornalista ha insistito sul perché lo abbia protetto non dicendo mai il nome. "Non ho protetto lui, ho protetto me”, ha risposto Parisi.
Parisi: ”Con mio marito non siamo scappati dall'Italia. Nessun reato"
Sul trasferimento in Asia, che secondo alcuni sarebbe legato a problemi finanziari, Heather Parisi dice: "No, mio marito non ha mai avuto problemi con la legge. Sì, ha chiuso una fabbrica, è spiacevole ma non è un reato. Non siamo scappati perché veniamo in Italia quando desideriamo, andiamo e torniamo, io sono sempre qui". E sulla famosa rivalità con Lorella Cuccarini la showgirl smentisce: "Non c'è stata mai una rivalità, perché io non ho mai visto nessuno come rivale; io ho sempre deciso quale trasmissione fare, quale disco fare, e quale ospitata fare. E poi se ci pensi bene siamo due cose completamente diverse. Lei è la prima della classe, sa tutto a memoria, io invece faccio sempre quello che mi viene in mente al momento. Io se faccio una prova in studio, in onda faccio tutta un'altra cosa". Fagnani ha chiesto: “Quindi lei è più artista?”. E la showgirl: "No, sto solo dicendo che non abbiamo nulla in comune".
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Presta contro Parisi, ufficiale giudiziario in studio tv
Nel corso della registrazione della puntata, Heather Parisi è stata raggiunta in studio da un ufficiale giudiziario e costretta a sborsare una "somma ingente" come risarcimento per una condanna per diffamazione. A raccontarlo, su Twitter, è stato il produttore e manager Lucio Presta. "Hai avuto moltissimo tempo cara Heather Parisi di saldare quanto disposto dal tribunale che ti ha condannato per diffamazione al pagamento di una somma ingente, ma tu e la tua luce pensavate di farla franca ancora, allora mi è toccato fare ciò che mai avrei voluto”, scrive Presta. “Giovedì in occasione della registrazione di Belve, un Ufficiale giudiziario assistita dalla forza pubblica (ringrazio l'Arma) ha effettuato il pignoramento a persona fisica presso gli studi, a fine registrazione. Per evitare la mortificazione di veder portare via effetti personali, hai dovuto effettuare bonifico tramite terzi e saldare quanto dovuto, operazione che ha richiesto alcune ore trascorse in un camerino del centro di produzione. Questa volta - scrive ancora Presta - il tuo mentore non è riuscito a sfuggire al pagamento e ti ha fatto vivere una vera mortificazione davanti a tutti". "Cara HP anche questa volta non hai evitato di fare una brutta figura, sottraendoti per mesi ai tuoi obblighi nei miei confronti, sanciti dalla Magistratura. E chissà che altre figuracce rimedierai... vedremo le tue interviste. Medita Heather medita!", conclude Presta.
La replica di Heather Parisi
Con un post su Instagram, Heather Parisi ha replicato alla querelle senza mai citare Presta. Parisi appare di spalle in una foto, indica con le mani il segno di vittoria e scrive: "È così difficile dimenticare il dolore che alla fine si finisce per non ricordare che esiste anche la dolcezza. E che la dolcezza è a tal punto grande da curare cicatrici che nemmeno il tempo ha saputo cancellare". Poi conclude: "Spesso i giudizi non riguardano chi siamo ma cosa rappresentiamo, non cosa facciamo ma chi ispiriamo, non come vestiamo ma cosa significhiamo. Perché un sorriso felice è contagioso e spaventa più di un viso ingrugnito e la gentilezza uccide più di qualsiasi efferata violenza".