Il mondo della moda saluta l'avventura stilistica personale ultra ventennale del designer belga. Dal 2020 lo stilista affianca Miuccia Prada nelle vesti di co-direttore creativo delle collezioni maschili e femminili del brand milanese
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“Grazie a tutti, per aver creduto nella nostra visione creativa e per aver creduto in me”, con queste parole cariche di emozione si conclude l'era del brand Raf Simons, etichetta omonima del designer belga nata negli anni Novanta e portata avanti dallo stilista per ventisette anni parallelamente al lavoro svolto per altre case di moda.
L'annuncio della chiusura del brand arriva sui social, a sorpresa, a poco più di un mese dalla sfilata della collezione Spring/Summer 2023, a questo punto, l'ultima della label.
La straordinaria carriera di Raf Simons: gli esordi del brand
Il brand Raf Simons chiude ma Raf Simons, lo stilista, non smetterà certo di creare moda, comunque un duro colpo per il fashion system da oggi orfano di uno dei marchi che più ha contribuito alla configurazione dello stile contemporaneo.
Avanguardista e concettuale, Simons, cresciuto da architetto ed erede dei leggendari “Sei di Anversa” - i designer Dries Van Noten, Dirk Van Saene, Walter Van Beirendonck, Marina, Yee, Ann Demeulemeester e Dirk Bikkembergs che hanno rivoluzionato e fatto grande la moda belga - è stato immediatamente notato dalle maison più affini alla visione creativa messa in campo dal 1997, anno della prima sfilata di abiti maschili dell'etichetta Raf Simons.
Richiesto in Europa fin dall'inizio del Duemila, lo stilista viene chiamato ad assumere il comando da Jil Sander, all'epoca marchio di proprietà del gruppo Prada, come primo direttore creativo dopo la stilista tedesca, distinguendosi immediatamente per la sua capacità di portare avanti lo stile altamente riconoscibile del marchio.
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Gli anni Duemila: da Jil Sander a Dior, a Calvin Klein
A questa prima direzione artistica di prestigio segue quella ancora più rimarchevole da Dior, tre anni di haute couture e prêt-à-porter che bastano per consacrare definitivamente Simons tra i miti viventi della moda.
Risale alla stagione 2016-17, invece, il debutto oltreoceano da Calvin Klein brand che consente a Simons di esprimere quell'estro ribelle che, fin dall'inizio della sua carriera, lo ha reso pioniere della commistione tra arte sartoriale e streetstyle, ispirazione perenne mutuata dalla cultura underground.
A quest'ultima, fa riferimento anche l'ultima sfilata, quella della Primavera/Estate 2023 svoltasi al Printworks, un club a sud della City, a un mese dalla scomparsa di Elisabetta II, che ha mostrato quanto la musica elettronica, i colori freddi e la controcultura giovanile continuino a contare per lo stilista la cui visione creativa non sembra invecchiata di un giorno.
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2020: la co-direzione artistica di Prada
Convocato alla corte di Miuccia Prada per affiancare la stilista nella direzione creativa delle linee femminili e maschili Prada a partire dal settembre del 2020, Raf Simons si fa carico della sfida a dir poco ardua di lavorare fianco a fianco con un mostro sacro che ha avuto non poca influenza nella sua crescita artistica.
Definito un dialogo più che una collaborazione, il rapporto tra la signora Prada e Simons dà vita a una sinergia inedita dai risultati sorprendenti con collezioni raffinatissime e ultra moderne che riflettono la personalità di entrambi. Riservati per natura, i due creativi si sono confrontati col pubblico della rete durante la stagione della pandemia all'interno di meeting virtuali seguiti in diretta streaming da centinaia di migliaia di appassionati. In quella sede hanno dato a intendere che il loro discorso creativo sarà lungo e duraturo, una buona notizia per tutto il settore che, da questo momento, dovrà attendere le passerelle milanesi per ritrovare il guizzo del belga.