David LaChapelle torna a Milano: "Con la mia arte voglio toccare le persone"

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Per mesi protagonista della personale al Mudec, David LaChapelle torna a Milano con la mostra ‘Poems and Fever’. Per un mese a partire dal 17 novembre la Galleria Deodato Arte ospita una selezione dei suoi scatti inconfondibili, curata da Gianni Mercurio.

 

“Sono interessato alla comunicazione, al raccontare storie, soprattutto a connettermi con le altre persone. Non considero l’opera finita fino a quando lo spettatore non si connette con l’immagine e comprende la storia che tento di raccontare. Cerco di fare fotografie che siano comprensibili. Non mi interessa l’astrattismo, ma storie che si possano comprendere facilmente. E’ proprio questa connessione che mi interessa di più.”

A parlare è David LaChapelle, uno dei più famosi e discussi fotografi al mondo. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione della mostra alla Galleria Deodato Arte di Milano.

Una selezione di oltre ventisei pezzi significativi di vari periodi dell'opera dell'artista, quadri figurativi, nature morte ritratti, oltre alle più recenti fotografie ispirate alla fede dell'artista.

 

Fotografie che dialogano con la pittura, soprattutto con il Rinascimento.

“Sono sempre stato impressionato da Michelangelo, fin da quando ero bambino e molto prima di visitare la Cappella Sistina”, ci racconta David LaChapelle durante la nostra intervista.

“Amo il Rinascimento, soprattutto Michelangelo, da prima di diventare un fotografo. Ho sempre avuto l’ossessione di riprodurre la scena della Cappella Sistina e quando sono stato invitato a visitarla, senza folla con il museo chiuso, ho provato qualcosa di magico.”

Temi differenti ma un unico obiettivo, connettersi con le persone

Dai ritratti di Britney Spears, Leonardo Di Caprio e David Hockney realizzati attraverso un approccio ironico, alle opere piiù spirituali in cui pittura e fotografia si mescolano insieme, fino alle più recenti, quelle in cui protagonista è la natura incontaminata

 

La sua fotografia è difficile da etichettare in un genere, difficile da definire. Ma lessi una volta una definizione che mi è sembrò azzeccata e vorrei sapere se si trova d’accordo: “La fotografia di David LaChapelle è la vivisezione del presente per suggerire il futuro:’

"Sì, è fantasia, è spiritualità, è umorismo, sono lacrime. E’ un mondo di realtà ma anche un mondo di possibilità, di sogni."

 

Nelle sue opere più recenti è predominante il dialogo con la natura.

"La natura è religione, la natura è la cattedrale di Dio. Quando voglio incontrare Dio, io cerco la solitudine.

 

Le sue fotografie hanno ritratto negli anni temi differenti, ma in tutte c'è una sorta di fragilità umana. E’ però anche vero che alla fine quello che emerge è la fiducia nel futuro.

"Lo spero. Qui è dove entra in gioco la responsabilità dell’artista. Voglio portare ottimismo e speranza, voglio lasciare alle persone che guardano la mia opera una buona sensazione, voglio toccarle."

 

E’ influenzato oggi da quello che sta succedendo nel mondo? Dalla situazione internazionale?

"Molto. Viviamo in un momento storico particolare, un momento che non abbiamo mai vissuto. Siamo sull’orlo del precipizio. Si parla di bomba atomica, di terza guerra mondiale; il cambiamento climatico sta conducendo gli esseri umani all’estinzione e nessuno ha mai pensato che avrebbe potuto succedere così velocemente. Sono tempi molto complicati, pesanti. Le nuove fotografie che sto facendo sono molto più responsabili, voglio portare amore, vita."

Spettacolo: Per te