Gender Project, il progetto di fotografia sociale di Veronique Charlotte arriva a Berlino

Spettacolo

Paolo Nizza

Dopo le tappe di Londra  e Milano, il viaggio di ricerca dell'artista e body performer italiana arriva nella capitale tedesca, dal 27 al 30 ottobre. Per  l'occasione abbiamo intervistato la talentuosa fotografa

Dopo le rassegne fotografiche di Londra (2019) e Milano (2020), l'artista italiana Veronique Charlotte porta il suo GENDER PROJECT a Berlino. Veronique ha fotografato 100 berlinesi per catturare la loro unicità. I ritratti saranno mostrati dal 27 al 30 ottobre 2022 nell'ambito di una mostra che prevede workshop, performance e dj set, presso lo spazio dell’’Alte Münz. Il progetto prevede 1000 storie divise in 100 ritratti per 10 capitali mondiali con un unico fine: uguaglianza. Come spiegato dall' artista: "Le fotografie sono state catturate durante uno scambio intimo di energia e comunicazione verbale, in cui soggetto e fotografo hanno assunto volontariamente una posizione aperta e vulnerabile l’uno di fronte all’altro per discutere della loro comprensione della fluidità e dell’identità. Il progetto parte dall’etimologia della parola Genere, che è solo vagamente associata al sesso e più ampiamente associata dal latino alla parola gentilezza".  Ecco cosa ci ha raccontato Veronique a proposito della tappa berlinese di Gender Project

Veronique Charlotte

Gender Project, intervista a Veronique Charlotte

Un detto popolare tedesco recita così:” Tu sei pazzo figlio mio, tu devi andare a Berlino! Dove stanno i pazzi, quello è il tuo posto! “Cosa rappresenta per te esporre in questa città?

Sai Gender Project non è solo una mostra ma un percorso che affrontiamo nelle capitali un viaggio a tutto tondo, parte dalla sezione di scatti che dura all’incirca 2 mesi nei quali cerchiamo di esplorare la città non solo con i nostri occhi ma anche attraverso gli occhi dei partecipanti al progetto, concludendosi con l’evento finale che racchiude un po’ tutto il percorso attraverso i ritratti ma anche talk, performances, work shop e tanto altro. Esporre a Berlino credo sia un altro traguardo nella storia di Gender Project, conquistare uno spazio in una delle capitali Europee dell'arte moderna è un piccolo sogno che abbiamo fatto diventare realtà


La presentazione della mostra berlinese in esergo riporta questa frase "Le cose belle accadono quando sorridi o quando sei nudo." Secondo te è davvero così?

Le cose belle accadono quando ci rendiamo vulnerabili, l’essere nudi non è inteso in forma prettamente letteraria, è uno spogliarsi mentale ed emotivo, per me il mettersi a nudo è sinonimo di libertà, da schemi, costrizioni sociali e tante volte proprio da noi stessi. Il sorriso è un gesto di accoglienza al quale puoi rispondere solo con un altro sorriso. In sintesi sì.


Rispetto a Londra e a Milano, hai trovato delle differenze sostanziali nei soggetti che hai fotografato?

Parliamo di persone, esseri umani unici, come me te e chi ci sta leggendo, abbiamo tutti una storia, sì a volte le storie possono essere simili, certamente, ma i percorsi sono differenti, il modo di affrontarli e i passaggi emotivi sono strettamente personali, posso dirti che stiamo tutti un po’ combattendo una battaglia comune quella verso l’uguaglianza e i diritti umani questa è una costante.


Hai iniziato nel 2019 questo progetto, secondo te come viene percepita oggi l’identità di genere?

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di identità di genere, dai media, dal cinema, nello spettacolo, nelle passerelle di moda, ma non si è giunti a una piena comprensione dello sviluppo dell'identità di genere nell'individuo, una comprensione profonda che non è fatta di etichette, di terminologie e di pronomi, credo ci sia ancora tanta confusione nel semplificare qualcosa che sta diventando uno sfruttamento della parità’ dei diritti per monetizzare sempre e comunque sulle categorie di minoranza. Vorrei sentir parlare di identità’ di genere e leggi che diano pari opportunità’, tutela e salvaguardia. Questo non è un trend, una cosa di passaggio, una moda, qui si parla di tutt’altro, e ancora in molti non lo vedono o non vogliono vederlo, questo mi terrorizza.


Questa è la prima esposizione che fai post-pandemia. L’emergenza Covid ha cambiato il tuo approccio al lavoro?

In realtà no, abbiamo dovuto fare una sosta più lunga, ridefinire tante cose e rimandare l’esposizione di Berlino a quasi un anno, Gender Project lavora tutti i giorni senza pause, Sai non è cambiato l’approccio al lavoro ma sicuramente ha rafforzato me, mi ha fatto trovare un coraggio che non sapevo di avere.


Nan Goldin, protagonista del film documentario che ha vinto il Leone d'oro alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia diceva:: "La macchina fotografica non c’è, esiste piuttosto una relazione, perché accetto le cose così come sono. Per questo non proietto niente sui soggetti, anzi faccio in modo che non diventino altro rispetto a ciò che sono. Non ho alcun pregiudizio, nessuna aspettativa. Le persone non devono recitare una parte per me, non mi devono dare quello che voglio. Ciò che mi spinge a fotografarli sono i sentimenti che nutro per loro: rispetto, amore, e spesso attrazione fisica. Non voglio cambiare nulla, né farli essere ciò che non sono, né imprimere su di loro il mio segno.” Sei d’accordo?

Mi innamorai del lavoro di Nan Goldin da piccolissima, come ho rilasciato in tante interviste il mio metodo creativo è sostanzialmente molto in linea con il suo, ma in chiave moderna, soggetto e fotografo si mettono a nudo, i miei non sono ritratti in posa, e i soggetti sono volontari non scelti da me,  c’è una conversazione aperta che può durare da 30 minuti ad un ora a 3 ore con chi ho di fronte, quest’anno a Berlino per la prima volta ci sarà un intervista video nella quale sono io a mettermi a nudo e a raccontare il progetto dalla sua genesi ad oggi, ho accettato di farlo per la prima volta, e credo che questo possa aiutare a capire un po di più chi sono e cosa mi sta portando a fare quello lungo viaggio di foto racconti.


Quale sarà la prossima tappa di Gender Project?

La Spagna sarà la quarta tappa di Gender Project, a metà novembre annunceremo la open call per la ricerca dei nuovi 100 protagonisti di Gender Project Barcellona.  

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