
Venezia 79, Leone d'Oro a Paul Schrader: chi è il regista di American Gigolò. FOTO
Regista e sceneggiatore, è considerato uno dei più grandi nomi della Nuova Hollywood, periodo di rinnovamento dell'industria cinematorafica Usa a cavallo tra gli anni '60 e '80. Solitudine, colpa, depressione e redenzione sono tra i temi centrali del suo repertorio, influenzato anche dall'educazione calvinista ricevuta da giovane. Ecco le sue pellicole principali

Paul Schrader, regista e sceneggiatore considerato tra i più grandi nomi della Nuova Hollywood, ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera durante la 79esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. "Me lo sono meritato”, ha detto ironicamente in giornata, “anche solo per il fatto che, oltre a scrivere e dirigere i film, li ho spesso anche prodotti, un modo, quest'ultimo, per realizzare questi piccoli miracoli che sono appunto i film"
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Dagli esordi come critico cinematografico alla carriera di sceneggiatore e regista, Paul Schrader ha cementato negli anni la sua posizione di innovatore e pioniere del cinema americano. Nato il 22 luglio 1946 nel Michigan, è considerato uno dei padri della Nuova Hollywood – periodo di rinascita dell’industria Usa tra gli anni ’60 e ’80 – ed è il vincitore, insieme a Catherine Deneuve, del Leone d’Oro alla carriera alla 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il premio gli è stato consegnato prima della proiezione di Master Gardener
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Si dice che la famiglia di Schrader, rigidamente calvinista, non gli abbia permesso di vedere film fino ai 18 anni. La fascinazione per la macchina da presa diventerà l’oggetto dei suoi studi: dopo la laurea al Calvin College, consegue un master alla UCLA Film School di Los Angeles e si iscrive all’American Film Institute. Collabora con varie riviste di settore e nel 1972 viene pubblicata la sua tesi di laurea Transcendental Style in Film: Ozu, Bresson, Dreyer, ancora oggi considerata lettura fondamentale per l’analisi dello stile trascendentale
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Dopo la critica, arrivano le prime sceneggiature. Tra le più memorabili quella di Yakuza (1974), film diretto da Sidney Pollack e dedicato alla criminalità giapponese. La pellicola è un flop, ma lo stile di Schrader attira l’attenzione di Hollywood. Nel 1976 sceneggia Complesso di colpa, alla regia Brian De Palma. Lo stesso anno collabora per la prima volta con Martin Scorsese, con cui lavora al cult Taxi Driver, Palma d’Oro al Festival di Cannes. I due si riuniranno negli anni per Toro scatenato, L’ultima tentazione di Cristo e Al di là della vita
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L’educazione calvinista di Schrader traspare dalla sua prospettiva sul mondo. Molti dei suoi lavori affrontano temi come la solitudine, la colpa e la redenzione. Il taglio religioso delle sue opere porta la produzione di Incontri ravvicinati del terzo tipo a rifiutarne la sceneggiatura, che passa nelle mani di Steven Spielberg. Negli anni ’70 Schrader inizia a lavorare anche come regista. L’esordio è Tuta blu, '78. Scritto con il fratello Leonard, racconta i tentativi di un gruppo di operai di emanciparsi da una precaria condizione economica (in foto, il film)
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Sempre nel 1978 dirige Hardcore, thriller ambientato nell’industria dei film a luci rosse. Il 1980 è l’anno di American Gigolo, con protagonista Richard Gere (in foto, nel film). Ancora oggi è considerato uno dei film più rappresentativi dello stile noir tipico di Schrader. Due anni dopo entra nel mondo dell’horror, con Il bacio della pantera, remake dell’omonima pellicola del 1942 di Jacques Tourneur. Nel 1985 lavora con Francis Ford Coppola e George Lucas al dramma Mishima. Diviso in quattro capitoli, è ispirato alla vita dello scrittore giapponese Yukio Mishima
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Tra le opere più conosciute di Schrader dei primi anni ’90 spiccano il riadattamento cinematografico del romanzo di Ian McEwan Cortesie per gli ospiti e Lo spacciatore, con William Dafoe e Susan Sarandon protagonisti (in foto). Racconta la storia di un criminale di strada e del suo percorso verso una nuova vita. Anni dopo Schrader lo definirà uno dei suoi lavori più personali. Nel 1998 esce nelle sale Affliction, parabola di un poliziotto ossessionato dalla risoluzione di un mistero e dilaniato da tormenti personali nati dall’alcolismo del padre

L’alcol e le droghe sono una delle presenze più ricorrenti nei film di Schrader, impegnato per anni contro le sue personali lotte contro depressioni e dipendenze. Nel 2004 il regista viene chiamato a lavorare a un prequel dell’horror L’Esorcista. La casa produttrice – la Morgan Creek Productions – rimane insoddisfatta del risultato e passa la guida della cinepresa a Renny Harlin. La versione di Schrader verrà poi rilasciata nel 2005

Nel 2013 Schrader è al Lido di Venezia per presentare The Canyons, film dallo scarso successo commerciale ma considerato uno dei suoi migliori lavori degli ultimi anni. Tra il 2014 e il 2016 lavora due volte con Nicolas Cage, protagonista di Nemico invisibile e Cane mangia cane. Nel 2019 viene nominato per la prima volta agli Oscar per la sceneggiatura del thriller First Reformed, presentato sempre a Venezia due anni prima. Nel 2021 è ancora una volta alla Mostra del Cinema per lanciare Il collezionista di carte

Alberto Barbera, direttore Cinema della Mostra, ha parlato di Schrader come di “una figura centrale della New Hollywood che ha rivoluzionato l’immaginario, l’estetica e il linguaggio del cinema americano”. Barbera sottolinea la vicinanza di Schrader alla cultura e alla cinematografia europea, definendolo “uno sceneggiatore ostinatamente indipendente, ma capace di lavorare su committenza e di muoversi con disinvoltura nel sistema hollywoodiano”

Schrader - aggiunge Barbera - si confronta con la contemporaneità "non solo con curiosità intellettuale e umana instancabile, ma anche con una sorprendente capacità di navigare l’evoluzione tecnologica del cinema e quella del suo sistema produttivo e distributivo". Grazie a questa spericolatezza, "che non molti autori del suo livello osano, nella fase matura della loro opera", per Barbera "Schrader non solo continua a lavorare, ma ci ha dato alcuni dei suoi film più belli proprio negli ultimi anni”