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Coachella 2022 - Day Two, il diario dal Festival della nostra inviata in California

Spettacolo

Valentina Clemente

Courtesy of Coachella

Il secondo giorno del Festival inizia con qualcosa in più: l’energia della musica ascoltata nel Day 1. Ebbene sì: Coachella ti dà un’energia indescrivibile, quelle good vibes che ti portano a Indio il giorno dopo carico per un’altra giornata di concerti incredibili. Per il secondo giorno di Coachella le nostre scelte sono: L’Impératrice, Arlo Parks, Japanese Breakfast, Girl in red, Wallows, Nicky Nicole, Megan Thee Stallion, Stromae e Miss Billie Eilish

 

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Secondo giorno di festival, ma oggi ho portato la crema solare! E come me, tanti colleghi che incontro nella sala stampa, o meglio: nella press tent, nella tenda che l’organizzazione ha creato per la stampa. Il giorno dopo il Day 1 si incontrano tanti giornalisti e con loro si condividono opinioni e idee delle performance del giorno prima. Forse sono un po’ di parte, lo so, ma in tantissimi parlano di Phoebe Bridgers, meno di Harry Styles. L’esibizione della cantautrice californiana ha fatto colpo su tutti, quella dell’ex One Direction un po’ meno. E poi Justin Bieber che sbuca, così dal nulla, sul palco dove si stava esibendo Daniel Caesar? Parliamone, mi dice una collega sudamericana che vive a Los Angeles. Coachella è così: c’è sempre una sorpresa dietro l’angolo, non sai mai cosa aspettarti.

Expect the unexpected

“Per chi sei qui oggi”? mi chiede Ethan, che lavora per Rolling Stones. Io, per evitare di dimenticarmi tutti gli artisti che voglio assolutamente vedere, tiro fuori il mio foglietto, dove ho indicato il nome di ogni tenda e l’orario (poi per ricordarmi dove sono i posti dei concerti, prendo il telefono e controllo la mappa…non mi ricordo mai e rischio di fare confusione…anche se so che, anche se finisco nel concerto sbagliato, trovo sempre musica interessante, ma non è quella comunque che avevo scelto io!). Oggi non vedo l’ora di sentire L’Impératrice, un gruppo francese molto interessante, che un po’ mi ricorda i Daft Punk (ma non diteglielo eh!), che sarà anche in Italia in estate e con cui ho avuto il piacere di parlare ieri. Poi Michelle Zauner, ovvero Japanese Breakfast, Arlo Parks, Girl in Red (che ho sentito per caso qualche settimana fa), Wallows, Nicky Nicole (un’artista argentina molto interessante e tra le scelte di Barack Obama…poi spiego perché!), Mehan Thee Stallionn, STROMAE e Billie Eilish. La lista è lunga, potrebbe aggiungersi anche 21 Savage, ma il suo show inizia a mezzanotte e cinque, durante il concerto di Billie Eilish, e non so se riuscirò a lasciare l’area del main stage per spostarmi dall’altro lato dell’Empire Polo Club.

Ma iniziamo, secondo giorno, gruppi nuovi e sonorità interessanti: expect the unexpected, dicono qui. Ma l’inatteso è sempre qualcosa di bello. Mai dire no! Let’s go!

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L’Impératrice

“Siete stati una scoperta, lo sapete?” è quello che ho detto al gruppo francese L’Impératrice, che ho incontrato nell’Artist area giovedì, per una chiacchierata insieme. Non li conoscevo, li ammetto, ma appena mi è arrivato un comunicato stampa sulla loro storia mi sono incuriosita. Impossibile non pensare ai Daft Punk appena si ascoltano le prime note delle loro canzoni, ma altrettanto possibile proseguire e capire che questo gruppo francese dalle provenienze più diverse possibili (c’è chi ha studiato musica classica, chi è specializzato nell’elettronica) sta creando qualcosa di nuovo. Ho sentito il loro concerto nella Gobi Tent, alle 3.45pm. Ieri mi avevano detto: riesci a venire? È prestissimo, chissà se qualcuno verrà a sentirci. Io ho mantenuto la mia promessa e sono andata, e con me tantissime altre persone, tanto che lo spazio era strapieno e non c’era nemmeno uno spazio libero. Un pop un po’ elettronico, con sonorità anni Settanta, impreziosito dalla voce di Flore, cantante con una deliziosa parrucca rosa (che parla anche un po’ di italiano!) e che un po’ mi ricorda la voce di Alizée (che forse ricordiamo tutti per “Moi Lolita”).

 

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Japanese Breakfast, psichedelica e sperimentale

Più che un concerto, uno spazio quasi mistico, pieno di ragazzi che la ascoltano estasiati. Benvenuti nel mondo, sperimentale e un po’ psichedelico, di Michelle Zauner, cantante, musicista e autrice americana-coreana. Un concerto emozionale, in una tenda – la Mojave – pienissima. Jbrekkie, nickname su instagram dell’artista, sperimenta anche durante i suoi live show: interessante e delicata, sperimentale appunto, e molto delicata. La sua musica è un perfetto intervallo tra la dance de L’Impératrice e il rock alternativo dei losangelini Wallows.

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Arlo Parks: un girasole di emozioni

Solo cuori e applausi per questa artista PAZZESCA: circondata da girasoli sul palco (“sono i miei fiori preferiti!” – dice ai presenti), Arlo è bellissima nella sua musica soul. Un po’ mi ricorda Skye Edwards dei Morcheeba, ma solo per la delicatezza che ha nell’usare la sua voce. Per tutto il resto Arlo Parks gioca una partita a sé: una poetessa della musica, adorata dai presenti, che la ascoltano e cantano le sue canzoni, quasi cullandola nella sua voce e nella profondità dei testi delle sue canzoni. “Un sogno essere qui” sembra voler dire la giovane Arlo, artista così matura dai testi profondi, capaci di raccontare emozioni e soprattutto far emozionare. Una voce caldissima, mai superficiale. Un concerto da vedere e rivedere, soprattutto perché sul palco l'ha raggiunta Phoebe Bridgers, che ricambia il piacere dopo che Arlo aveva cantato con Phoebe sul palco, il giorno prima.

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Wallows

Appena li sento, poco lontana dall’Outdoor Theatre, la loro musica mi ricorda mi fa pensare immediatamente a quella di Kooks e Rooney, e nello specifico peso subito a “Where did your heart go missing”, dei Rooney appunto. Un rock alternativo “classico”, già sentito, ma piacevole. Il loro singolo “Ok”, portato sul palco di Coachella e pubblicato nel 2020, è travolgente e tutti lo cantano. Molto carini, approvati! (almeno secondo i miei gusti - sicuramente da ascoltare).

 

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Nicky Nicole

L’ho scoperta perché Barack Obama, che ogni anno pubblica la sua “Summer Playlist”, in cui include le canzoni che più ha ascoltato durante l’estate, ha messo “Ella no es tuya (remix)”, cantata da questa giovane rapper/trapper argentina e amatissima dall’ex presidente. “Me muero” (un po’ come dire “mi sento male dalla felicità”) aveva scritto su Instagram l’artista argentina, biondissima e con gli occhi azzurri, un portento sul palco, dove canta circondata da ballerini travolgenti. Come ci si sente a cantare a Coachella?, le chiediamo verso sera, quando passa dalla press tent. E lei, che esteticamente ricorda un po’ Mara Sattei!, mi dice candidamente: “non ci potevo credere quando l’ho letto!”. Emozionata e contenta, ammette che, magari un giorno, le piacerebbe collaborare con Eros Ramazzotti.

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Girl in red

Norvegese, Marie Ulven Ringheim, la ragazza dai capelli tendenti al rosso, chiede a tutti di ballare senza sosta, anche alle persone nell’area VIP a cui, in più occasioni, dice di alzarsi. Musica graffiante, porta il suo stile indie-norvegese a Coachella. Nei suoi testi parla di amore e salute mentale, e lo ricorda anche sul palco del festival californiano. Giovane e brava, ha registrato i suoi primi EP (Chapter 1 e Chapter 2) nella sua stanza. Coraggiosa, un po’ impertinente e pronta a buttarsi, senza paura, davanti ad una folla importante come quella di Coachella.

 

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STROMAE

Monsieur, che MERAVIGLIA! È tornato, più forte di prima. Show stupendo, in cui ha portato molti dei suoi successi, a partire dalle ultime perle di “Multitude”, suo ultimo album.  Ma anche alcuni successi più vecchi, come "Tous les Mêmes" del 2013. Paul Van Haver, artista belga, dopo essere stato lontano dalle produzioni musicali per nove anni per problemi di salute, è sempre lo stesso: la musica di Stromae può avere un’etichetta, ma è la sua musica, riconoscibile sempre. Il tocco magico che non si perde, mai. Stromae fa muovere le migliaia di persone presenti, nell’ultimo show della giornata all’Outdoor Theatre: bello vederlo dal vivo, bello condividere il suo entusiasmo, bello il suo concerto. Una cosa da aggiungere? Da vedere, ancora, dal vivo!

 

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Megan Thee Stallion

Ecco Miss Rap: yes, Megan! Fortissima, nulla da aggiungere. Quarantacinque minuti di show che fa saltare tutti: non credo di aver visto nessuno seduto, ed eravamo in tanti. Main stage, palco principale per la stella di San Antonio, Texas, che ha cantato anche "The sweetest pie", canzone che la vede nelle classifiche di tutto il mondo insieme a Dua Lipa. Qui dicono "her show was rad", ovvero: il suo spettacolo è stato fantastico. E come dare torto a un'artista che ti lascia senza parole e da cui non puoi staccare gli occhi? Una performer eccezionale. Con lei, sul palco, una squadra di ballerini...super rad!

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Billie Eilish - You can’t fake authenticity

Non puoi far finta di essere autentico: se lo sei, devi esprimerlo. Mi torna in mente questa frase che mi ha detto una giovanissima Billie Eilish a Milano: era l’estate del 2019 e lei, poco dopo la nostra breve chiacchierata, si sarebbe esibita sul palco del Milano Rocks. In quell’occasione, entrando in scena e saltando in maniera piuttosto energica sulle note di “Bad Guy” Billie cadde e si fece molto male alla caviglia. Rientrando sul palco, con non poche difficoltà, disse: “scusatemi, ma questo è il mio peggior show di sempre”. Autentica, anche in quel momento. E lo è stata anche questa sera Billie Eilish. Lei a Coachella si era già esibita, nel 2019, rigorosamente insieme al fratello Finneas, in una delle tante tende di Coachella. Quest’anno torna da headliner, la più giovane di sempre: 20 anni e un palco – passatemi il termine – che la giovanissima losangelina ha mangiato. Magnetica, energica, autentica: è Billie, ecco. Questa sera ha confermato tutto: se hai talento e lo sai usare, bene, anche Coachella non fa più paura. Ha aperto lo show con "Bury a friend", canzone dell'album "When we all fall asleep, where do we go?" del 2019 e nei primi momenti di pausa, emozionatissima, ha detto "Tutto questo è assurdo. Sono felicissima!"

Finneas era con lei anche questa sera, ma domani suonerà da solo sul palco dell’Outdoor Theatre.

 

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