Francesca Fagnani a Le Iene parla della mancanza di solidarietà tra donne

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Immagine tratta dal profilo Instagram @frafagni

La giornalista italiana è stata protagonista dell’ultima puntata de “Le Iene” dove ha condotto l’intera serata al fianco di Nicola Savino. Anche per lei è stata l’occasione di un monologo di metà puntata, questa volta rivolto al tema della solidarietà femminile che molte volte è solo una scelta dettata dal volere ben apparire agli occhi dell’opinione pubblica

La giornalista e conduttrice di “Belve” Francesca Fagnani è stata la nona donna scelta per affiancare Nicola Savino alla conduzione de “Le Iene”, dopo Lodovica Comello e prima di cedere il testimone alla campionessa Federica Pellegrini. Anche per lei la conduzione ha implicato la scelta di un monologo di metà puntata, forse più  incisivo di quelli delle colleghe precedenti. Fagnani denuncia infatti di essere stata esclusa dal cast di un noto programma televisivo dove “Una signora del giornalismo non mi gradiva, voleva solo colleghi maschi”. Un racconto il suo, incentrato su cosa significhino veramente la solidarietà femminile e le pari opportunità al giorno d’oggi, dove ancora troppe volte si tratta di una mera scelta “di facciata” dettata dalla sola voglia di apparire bene agli occhi del opinione pubblica, salvo poi comportarsi in maniera completamente diversa una volta spenti i riflettori dello spettacolo, così come quelli della vita vera.

Il monologo di Francesca Fagnani

Ecco il monologo integrale di Francesca Fagnani a “Le Iene”: “Negli ultimi anni ho visto accadere tante cose bizzarre nel mondo del giornalismo. Talk show dove il politico di turno può scegliere le domande e scegliersi pure il giornalista che gliele fa. Trasmissioni che ti invitano come giornalista ma poi si aspettano che tu faccia l’ultras di Salvini, di Conte, di Letta o di Draghi. Poi mi sono persino abituata alla domanda, dopo che si sono decisi gli altri ospiti, “ma come donna chi invitiamo?”. Come se fosse un obbligo la quota rosa del talk. Una categoria da proteggere, come i panda. Pochi giorni fa, però, mi è successo qualcosa a cui non ero preparata. Sono stata invitata ad una trasmissione dove c’era una donna, che faccio persino fatica a definire collega, tanto è meritata e prestigiosa la sua carriera. Una vera regina del giornalismo. Ho sempre apprezzato le sue parole e ne ha spese tante per chiedere posti di potere per le donne, però ho capito che questo per lei vale solo se quei posti sono lontani dal suo. Infatti, alla vigilia della trasmissione, mi hanno fatto sapere che questa giornalista non gradiva la mia presenza, perché attorno a sé voleva solo colleghi maschi. Ma come, proprio lei? La stessa donna che rimprovera gli uomini di non darci lo spazio che meritiamo? In tutte le redazioni in cui ho lavorato, anche le più progressiste, ho guadagnato meno dei colleghi maschi di pari livello e questo purtroppo è solo uno dei problemi perché è un mondo dove può accadere, com’è successo alla collega Greta Beccaglia, che ti tocchino il c*** in diretta e che il tuo collega sempre in diretta dica: “Non te la prendere, vai avanti”. La verità è che sul tema della parità anche noi, che facciamo informazione e che vogliamo insegnare agli altri come si fa, non siamo meglio di loro”.

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Di chi parla Francesca Fagnani

Inutile dire che le parole di Francesca Fagnani hanno da subito scatenato la curiosità e la “caccia all’uomo” sui social dove il pubblico ha cercato di risalire all’identità della “Signora del giornalismo” accusata. Dal canto suo Fagnani, dopo aver raccontato della disillusione provata davanti a questa importante donna della TV, ha deciso di rimanere in silenzio e non citarne mai il nome, quanto più di spostare l’attenzione sull’importanza del tema oggetto del dibattito: dimostrare che le disparità di genere purtroppo non sono sempre e solo frutto dell'universo maschile, ma anche di quello femminile. La solidarietà tra donne, nel giornalismo così come nella vita, è ancora da difendere.

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