Georges Brassens nasceva 100 anni fa: chi era il francese che cambiò la musica italiana

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Poeta, attore e cantautore, nacque il 22 ottobre 1921 da padre francese e mamma originaria della provincia di Potenza. Innovatore del binomio musica e parole, ha rotto tutti gli schemi negli anni Cinquanta ed è stato ispiratore - insieme a Jacques Brel - della scuola genovese. Molti i cantautori che hanno guardato alla sua arte, fra cui Fabrizio De André

Il 22 ottobre 1921 - 100 anni fa - a Sète, nella Francia Meridionale, nasceva Georges Brassens, cantautore, poeta e attore. Un uomo definito da chi lo ha conosciuto unico, inarrivabile, esponente di un “mondo macchiato”, fatto di frasi brevi, parole tronche, sottigliezze lessicali. Un innovatore di musica e parole, che negli anni Cinquanta ha saputo rompere con tutti gli schemi e con il passato, cambiando anche il volto della musica italiana.

La madre lo "contagia" con la sua passione per la musica

Nato da padre francese e madre italiana originaria della provincia di Potenza.  Proprio grazie alla passione della mamma per la lirica e per la canzone popolare, Brassens ha respirato musica sin da bambino. "Sono cresciuto in mezzo alla musica. Cantava mia madre, canzoni napoletane, e di quelle francesi trascriveva i testi e li imparava a memoria. Cantava mio padre, sul lavoro. A cinque anni sapevo già duecentocinquanta canzoni”, ha raccontato. A 14 anni ha iniziato a scrivere le sue prime canzoni. Il suo interesse per la musica e la poesia, grazie anche all’incontro con il professor Alphonse Bonnafé, una personalità fortemente anticonformista, superava di gran lunga quello per la scuola. E così dopo essere stato sospeso al terzo anno, il padre lo ritirò e lo portò a lavorare con sé come operaio.

La vena satirica e anticonformista

Negli anni parigini, oltre a lavorare come operaio, Brassens si è dedicato allo studio dei grandi poeti francesi: Villon, Hugo, Apollinaire e Verlaine. E ha sviluppato una vena satirica e anticonformista unica che si ritrova nelle sue canzoni, in cui spesso critica la società borghese e i suoi valori. I suoi temi preferiti sono da un lato brevi quadri di vita (come nei suoi testi Le parapluie, 1952; Une jolie fleur, 1954; Pénélope, 1960; Rien à jeter, 1969) e dall’altro impegnati messaggi di rivolta (La mauvaise réputation, 1952; Le mécréant, 1960; Pensées des Morts, 1970). Il suo stile ironico e raffinato è stato premiato nel 1967 con il Grand prix de poésie de l'Académie Française.

Gli incontri che hanno segnato la sua vita

Diversi gli incontri che hanno segnato la vita di Brassens. Fra questi Pierre Onteniente, ribattezzato dal cantautore francese Gibraltar, conosciuto nel 1943 durante la permanenza al campo di Basdorf, vicino a Berlino, per il servizio di lavoro obbligatorio imposto dai tedeschi ai francesi, e diventato poi uno dei suoi migliori amici. In quel periodo scrive Pauvre Martin Brave Margot. Ma anche i coniugi Jeanne e Marcel Planche, che lo nascosero dopo la sua fuga da Basdorf durante una licenza ottenuta nel 1944. Per loro scrive La cane de Jeanne e Chanson pour l'Auvergnat. E poi Joha Heiman, estone, divorziata, nata dieci anni prima di lui, da lui soprannominata Püpchen, bambolina. I due si conobbero in metrò nel 1947 e rimasero insieme fino alla morte di Brassens. Infine Patachou, cantante e proprietaria di un cabaret, che lo lanciò nel mondo della canzone. La donna lo spinse letteralmente sul palcoscenico, facendo un pronostico: "Tra un anno sarai più famoso di me”. L’anno successivo (è il 1953) Brassens conquistò Parigi e la Francia intera.

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Alcune delle sue canzoni più famose

Tra le canzoni di Brassens più famose e apprezzate a livello internazionale ci sono Les copains d’abord, brano che dà il titolo al decimo album dell’artista, pubblicato nel 1964. È un inno all’amicizia ed è stato inserito nella colonna sonora del film Les Copains, di Yves Robert. Nel brano Le gorille, scritto nel 1947 contro la pena di morte, si trova tutto lo spirito ribelle e anticonformista del cantautore: è tra le sue canzoni più censurate. Je me suis fait tout petit, del 1956, racconta lo stato di soggezione dell’artista nei confronti della propria donna, al cospetto della quale si “faceva piccolo”, come dice il titolo del brano. La Mauvaise Réputation, scritta nel 1947 e pubblicata nel 1952, rappresenta la primissima canzone che lo ha consacrato come cantautore di successo. Il testo è autobiografico: Brassens fa di sé un ritratto di uomo anticonformista e fuori dagli schemi, lontano dalle regole e dalle convenzioni.

L'influenza sulla musica italiana e De André

Maestro della canzone d’autore, ha ispirato insieme a Jacques Brel la scuola genovese, quella di Fabrizio De André. Lo stesso De André indicava Brassens come un maestro, ma non ha mai voluto incontrarlo: il cantautore italiano sapeva del carattere difficile di Brassens e aveva paura di rimanere deluso di fronte a quello che per tanti anni era stato il suo modello assoluto.

De André traduce Brassens

De André considerava Brassens un maestro, tanto che molte delle sue canzoni sono traduzioni di lavori del cantautore francese. Fra queste Il Gorilla (Le Gorille), Morire per delle idee (Mourir pour des idées), Marcia nuziale (Marche nuptiale) e Nell'acqua della chiara fontana (Dans l'eau de la claire fontaine).

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Brave Margot ispira Bocca di Rosa

Impossibile non citare anche il brano di Brassens Brave Margot, che racconta della giovane e bella contadina che trova un gattino abbandonato e lo raccoglie nel suo corsetto. L’innocente Margot pensa che gli sguardi morbosi degli uomini siano rivolti al piccolo animale, ma la situazione disturba così tanto le altre donne che queste, per riconquistare l’attenzione dei maschi, decideranno di eliminare la bestiola. Il testo di Bocca di rosa di Fabrizio De André è parzialmente ispirato proprio a questa canzone.

I festeggiamenti in Francia

La Francia si appresta così a celebrare il centenario dalla nascita di Georges Brassens. A Parigi diversi spettacoli saranno organizzati nei prossimi giorni nella "Hall de la Chanson", al Parc de la Villette. A Sète, suo paese natale, il "Bateau-Phare" Le Roquerols organizzerà numerosi concerti in omaggio a Brassens. Al Théâtre Molière, il 22 e il 23 ottobre, si terrà un concerto speciale con, tra gli altri, Juliette, François Morel, mentre il Museo Paul-Valéry organizzerà la mostra "Robert Combas chante Sète et Georges Brassens", aperta fino al 31 dicembre. 

In vendita la discografia di Brassens

Per il centenario, la casa discografica Universal Music rimette in vendita la discografia integrale di Brassens in 19 cd, già distribuita nel 2011 e nel 2016. Proposti anche cofanetti da collezione come una tiratura limitata in 700 esemplari di dieci album in vinile con copertine e libretti illustrati da Combas. Tantissimi i libri in omaggio al cantautore. Tra questi, la biografia di Brassens Le libertaire de la chanson (2011), di Clémentine Deroudille, che verrà ristampato per le edizioni Découvertes/Gallimard.

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