Scala, prima mondiale di Madina: lo spettacolo sul terrorismo con Roberto Bolle. VIDEO

Spettacolo

Chiara Ribichini

Foto: Brescia-Amisano

La nuova creazione che unisce canto, teatro e danza, su composizione musicale di Fabio Vacchi e coreografia di Mauro Bigonzetti tratta da una storia vera di una giovane kamikaze che sceglie di non morire, è stata accolta da oltre 11 minuti di applausi. Un’incredibile prova per tutto il corpo di ballo. Protagonisti Roberto Bolle e Antonella Albano

Violenza, terrore, distruzione ma anche la possibilità di scegliersi un destino diverso. Madina, presentata in prima mondiale alla Scala, è un’opera complessa come l’ha definita in conferenza stampa il sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer. Una nuova creazione, su composizione musicale di Fabio Vacchi e coreografie di Mauro Bigonzetti, tratta dal romanzo “La ragazza che non voleva morire” di Emmanuelle de Villepin che ha curato anche il libretto. La storia vera di una giovane kamikaze senza riferimenti temporali o geografici.
“C’è un valore di denuncia – spiega Vacchi - la violenza è orrenda, indifendibile. Quando si parla di scontro di civiltà non è vero, le civiltà si incontrano non si scontrano. Sono le inciviltà che si scontrano. Sono le ideologie e gli estremisti e sono delle vere malattie dell’uomo”.

Una storia di resilienza

 

Protagonisti Antonella Albano e Roberto Bolle. Lei riesce ad essere l’anima di Madina e ad entrare in un ruolo così complesso con una delicatezza e verità che rendono unica la sua interpretazione. Impressiona la trasformazione di Bolle in un ruolo così antitetico alla sua fisicità e presenza. Barba e capelli più lunghi, un tatuaggio (finto) che spunta, riesce ad essere il personaggio violento e crudele richiesto dalla sceneggiatura. “L’ho scelto perché a me piacciono i contrasti” spiega a Sky Tg24 il coreografo Mauro Bigonzetti. “Per me è stata una vera sfida essere Kamzan, lo zio di Madina che la costringe a suicidarsi, a immolarsi per salvare l’onore della famiglia. Ma lei decide di non uccidersi con la cintura esplosiva e di vivere” confessa l’étoile.  “L’importanza di questo ruolo è proprio questo: il poter rappresentare la forza, il senso di resilienza, di vedere oltre la difficoltà in tutto quello che le succede” sottolinea Antonella Albano.

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Un'opera complessa di teatro, canto e danza

 

Il progetto fu fermato dal lockdown diventando il simbolo della chiusura della Scala. Madina sarebbe infatti dovuta andare in scena nel marzo 2020. “La pandemia ha interrotto la produzione per 18 mesi, è stata una produzione molto sofferta. Sicuramente l’emergenza sanitaria ha portato degli strascichi nel lavoro anche involontariamente nel lavoro” riflette il coreografo Bigonzetti.
Una prova incredibile per il corpo di ballo che riesce a interpretare una coreografia così contemporanea con una bravura sorprendente per una compagnia di matrice classica.
Tanti i protagonisti oltre a Bolle e Albano, come Martina Arduino, Gabriele Corrado, Gioacchino Starace. E le voci: il mezzosoprano Anan Doris Capittelli, il tenore Chuan Wang, il coro diretto da Alberto Malazzi e l’attore Fabrizio Falco. Sul podio Michele Gamba.
Insieme, sul palco danzatori, cantanti e attori scrivono una pagina teatrale che cancella i confini tra i linguaggi diversi e interroga le coscienze con un ritmo martellante che rimbomba tra le scene e le luci minimaliste di Carlo Cerri. “La musica non aiuta perché va nella stessa direzione. Non è melodica ma viscerale”. Uno spettacolo complesso. Ottanta minuti di tensione che esplodono in lunghi, lunghissimi applausi finali.

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