Jessica Rabbit non più femme fatale. Nuovo ruolo "più rilevante per la cultura di oggi"

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

A Disneyland, in California, è temporaneamente scomparsa l'immagine della moglie del coniglio Roger. Dovrebbe tornare a breve ma in una nuova veste più consona alla nostra epoca. Tornerà in un ruolo "più rilevante per la cultura di oggi", come riporta The Times. La sua iconica immagine da vamp seduttrice passerà il testimone a un'inedita Jessica Rabbit senza più quell'abito rosso succinto e sensuale: indosserà un trench da detective e lavorerà come investigatrice privata che combatte il crimine

Nel parco divertimenti di Disneyland, in California, non c'è più l'animazione di Jessica Rabbit, da poco eliminata per sottoporre l'attrazione a un processo di revisione e di ristrutturazione, in linea con il progetto che da qualche mese la Disney ha deciso di attuare.


La moglie del coniglio Roger dovrebbe tornare a breve ma con alcune sostanziali differenze. Molto sostanziali, diciamo rivoluzionarie: non indosserà più l’abito rosso, quell'iconico sexy dress succinto effetto seconda pelle, con scollatura a balconcino e spacco vertiginoso.

Nemmeno i suoi lunghi guanti viola, anch'essi tipici della "cultura della seduzione", verranno dismessi. A sostituire il guardaroba da femme fatale di Jessica Rabbit saranno abiti più consoni alla nostra epoca, ossia meno caratterizzanti a livello sessuale, meno discriminanti, più gender less, gender fluid e unisex.


La nuova Jessica Rabbit vestirà un trench da detective, il classico impermeabile beige che da sempre caratterizza gli investigatori privati. E che infatti è proprio il soprabito che indossa Bob Hoskins nel ruolo del detective Eddie Valiant nel film che ha reso celeberrima Jessica Rabbit.

Quest'ultima dirà addio a quella sua parte da vamp seduttrice, interpretata nella pellicola "Chi ha incastrato Roger Rabbit". E in questo caso l'abito fa pure il monaco: non cambierà solo aspetto ma diventerà anche lei una detective, motivo per cui la vedremo impegnata a combattere il crimine nella Los Angeles targata 1947.

Senza nulla togliere a questa operazione - che ha fini virtuosi - ricordiamo però che Jessica Rabbit non era in realtà quella vamp seduttrice con poco sale in zucca che veniva propinata tra un ciak e l'altro di meta-cinema.
Il personaggio di Jessica Rabbit era ben diverso dalla parte che interpretava. La sua frase "Io non sono cattiva, è che mi disegnano così" dice molto di come in verità quello della femme fatale fosse soltanto un ruolo, il ruolo che le affibbiavano regista e produttori in questo bell'esempio di meta-cinema.

Quella sua citazione è stata nominata come una delle 400 più grandi citazioni di film dall'American Film Institute nel 2015.

"Io non sono cattiva, è che mi disegnano così" è una frase che dovrebbe far riflettere molto, parole che ben spiegano come l'immagine della donna sia stata per decenni manipolata dagli uomini. Se a disegnarla fosse stata una donna, forse oggi non ci sarebbe bisogno di alcun trench e revisione. Forse.  

Tornerà in un ruolo "più rilevante per la cultura di oggi"

Non si tratta quindi di un addio a Jessica ma semmai un arrivederci, per salutare una nuova Jessica che tornerà in un ruolo "più rilevante per la cultura di oggi", come riporta The Times.

Interessante è anche un altro fatto: il ruolo del detective è storicamente legato solo a personaggi maschili, dunque questi nuovi panni indossati da Jessica Rabbit sono un esempio di operazione finalizzata all'abbattimento di generi non soltanto a livello di vestiario (non è importante solamente che il trench sostituisca l'abito a sirena con scollatura a balconcino e spacco, ecco).


Il film statunitense diretto nel 1988 da Robert Zemeckis e prodotto, tra gli altri, da Steven Spielberg, non è celebre soltanto per essere un esempio di film a tecnica mista, basato sulla combinazione di attori reali, in carne e ossa, e personaggi di animazione (animati da Richard Williams).
"Chi ha incastrato Roger Rabbit" è anche famoso per aver creato una delle muse della seduzione targata anni Ottanta, diventata sinonimo, anzi antonomasia (anzi prosopopea, personificazione stessa) di sex appeal. Tuttavia quella caratterizzazione altamente sessualizzata, molto maschilista, poco inclusiva e molto poco orientata verso il rispetto della donna oggi sembrerebbe non funzionare più, anzi diventa deprecabile.

Con l'attenzione che negli ultimi tempi la nostra società sta prestando a temi importanti come questi, non c'è più posto nello show biz per la vecchia Jessica Rabbit. Almeno questo è quanto la Disney sembrerebbe aver pensato.

Questa operazione si ascrive a un processo di revisione  molto più ampio, quello con cui Disney sta attuando una rivoluzione ristrutturando i parchi divertimento in giro per il mondo, con particolare attenzione al rispetto dei generi, delle etnie, delle culture e via dicendo.


L'immagine temporaneamente rimossa di Jessica Rabbit a Disneyland vedeva la seducente moglie del coniglio Roger impacchettata in un'automobile da un gruppo di donnole cattive. Al suo posto adesso compaiono barili di acido, tipici del film "Chi ha incastrato Roger Rabbit" (si tratta della Salamoia - Dip nell'originale - ossia la terribile invenzione chimica spettrale verde che viene usata dal giudice Morton per sciogliere i cartoni animati).

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La reazione dei fan

Questa decisione di voltare pagina nella storia di Jessica Rabbit ha incontrato reazioni varie nei fan. Molti di loro non ne sono contenti poiché la figura ritratta nella pellicola del 1988 è scolpita nella memoria collettiva come una vera e propria icona.

 

L'idea di abbandonare la Jessica Rabbit femme fatale è un'operazione figlia (legittima) dell'epoca in cui sensibilità e politically correct sono ai massimi livelli. Tuttavia anche il pubblico dovrà attuare un'operazione ardua per dimenticarsi quella Venere sexy disegnata da Richard Williams.

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Il processo di revisione di film e cartoni animati

Negli ultimi tempi si sta attuando un piano di revisione delle pellicole e dei cartoni animati, specialmente dei prodotti rivolti a un pubblico molto giovane.

 

Sempre a Disneyland, il personaggio di Skipper del film "Jungle Cruise" viene ritratto mentre combatte contro una tribù di cannibali dalla pelle scura. I cannibali dovrebbero a breve venir ritirarti per essere sostituiti da un nuovo personaggio femminile anglo-indiano, la dottoressa Alberta Falls.

 

Il blockbuster della Disney con Dwayne “The Rock” Johnson ed Emily Blunt protagonisti è stato realizzato tentando di rispettare le culture native sudamericane che compaiono nel film.

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Scarlett Johansson vs l'eccessiva sessualizzazione di Black Widow in passato

A tener testa alla vecchia Jessica Rabbit (ormai chiamiamo già "vecchia" quella con abito rosso luccicante e sensualità che sprizza da ogni poro) c'era la "vecchia" Black Widow.
Non intendiamo la Black Widow interpretata da Scarlett Johansson nei film del Marvel Cinematic Universe, bensì la Vedova Nera basata sul personaggio di Natasha Romanoff dei fumetti Marvel Comics. Un ulteriore esempio di "Io non sono solo corpo e niente testa, è che mi disegnano così", per storpiare in maniera significativa le parole di Jessica Rabbit...


Lo scorso giugno Scarlett Johansson ha puntato il dito contro un'eccessiva sessualizzazione che in passato avrebbe interessato il personaggio di Black Widow.
"Oggi ho 35 anni, sono una madre, cosa che influisce sulle cose. Posso dire che è passato un po’ di tempo da quando il personaggio è stato iper-sessualizzato, e da quell'Iron Man 2 dove succedevano cose divertenti, però il personaggio si trovava a essere molto sessualizzato. Si parlava del fatto che Black Widow fosse un pezzo di qualcosa, un bel cu*o, cose del genere. E anche Tony si riferiva a lei così, in questo senso", ha dichiarato la diva durante un'intervista rilasciata a Collider.

Per l'attrice è quindi stato importante potersi calare nei panni di una Black Widow nuova, più al passo con i tempi e in grado di veicolare un messaggio a suo avviso più giusto e idoneo. Secondo lei, se l'avesse interpretata anche solo un decennio fa, le sarebbe toccato calarsi in una Natasha Romanoff molto "più corpo" che testa. Un po' come Jessica Rabbit insomma. E probabilmente Scarlett Johansson non avrebbe accettato la parte.

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Il caso del bacio "non consensuale" che il Principe Azzurro darebbe a Biancaneve

Un'attrazione dei parchi della Disney che per adesso non è stata toccata dalla Disney stessa - ma che invece è stata toccata dall'opinione pubblica - è quella di Biancaneve.


Dopo le polemiche sul politically correct legato ai classici Disney, nel maggio 2021 la storica attrazione "Snow White’s Scary Adventure" di Disneyland è stata ristrutturata con un aggiornamento che ha destato alcune critiche.
A finire nel mirino del politically correct è stato un bacio definito non consensuale dato da uno dei personaggi più famosi delle favole e dell'immaginario comune. Il Principe azzurro, esatto.

La giostra storica del parco divertimenti è stata rinnovata in occasione della riapertura dopo il lockdown, ma il gran finale della morte della regina Grimilde che è stato per l'occasione sostituito con il momento topico della fiaba, ossia l'happy ending, ha sollevato un polverone mediatico.
Il lieto fine della favola e anche del celebre lungometraggio di Disney che la traspone sullo schermo è quello del bacio. Ma "il bacio del vero amore" che il principe darebbe all'amata non sarebbe, a voler ben guardare, consensuale. Perché Biancaneve è addormentata a causa del sortilegio della strega. A dare il la a questo ennesimo esempio annoverabile tra quelli della cancel culture è stato il San Francisco Gate.

"Il nuovo gran finale della giostra Snow White’s Scary Adventure è il momento in cui il principe trova Biancaneve addormentata dopo l’incantesimo della Regina Cattiva e le dà il cosiddetto 'bacio del vero amore' per liberarla dal sortilegio. Un bacio che lui le dà senza il suo consenso, mentre lei sta dormendo. Un bacio può essere di vero amore solo se una persona sa che sta succedendo", ha scritto l'SF Gate. E sui social network la palla è stata colta al balzo, con conseguente pioggia di commenti vari.

Quello che è diventato nel giro di pochi tweet, retweet e repost vari un vero e proprio caso mediatico non ha però portato alla rimozione della storica attrazione di Disneyland.
Da sottolineare è il fatto che molti dei commenti critici relativi al bacio non si soffermano sul tema consensuale o meno bensì sul fatto che sia anche in questo caso la cultura maschilista ad aver creato questa scena. Una cultura maschilista per cui a risolvere la vita di una donna dovrebbe sempre essere un deus ex machina uomo, che con un bacio le salva la vita. Con un bacio così come con un matrimonio. Quindi alcune delle polemiche non si collegherebbero al movimento #MeeToo quanto piuttosto a un sentire femminista che non vorrebbe più propinare alle nuove generazioni di bambini e bambine lo stereotipo di una donna legata a un uomo che deve badare a lei.

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Space Jam: a New Legacy, Pepé Le Pew rimosso dal film

Il personaggio della puzzola, uno dei protagonisti del film originale del 1996, non è presente nel sequel "Space Jam: a New Legacy".

 

Pepé è stato recentemente accusato di maschilismo e di molestie, questione sollevata da Charles M. Blow, editorialista del New York Times. La scena che avrebbe dovuto vederlo protagonista non compare nel montaggio finale ma pare non fosse presente già nel primo montaggio, risalente a mesi prima rispetto a quando Charles M. Blow avrebbe sollevato la questione.

 

“Afferra/bacia una donna/sconosciuta, ripetutamente, senza il suo consenso e contro la sua volontà. Lei si divincola per allontanarsi ma lui non glielo permette. Lui chiude una porta per impedirle di scappare. Questo è ciò che intendo con cultura dello stupro”, ha scritto Charles M. Blow sul suo profilo Twitter.

 

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