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Siae e Bocconi, per il mondo dello spettacolo "il futuro sarà ibrido"

Spettacolo

Per cultura e spettacolo il 2020 si conferma l'anno più buio con un prezzo altissimo della pandemia pagato da tutta la filiera. E' quanto emerge dai dati dell'Annuario Siae 2020, presentati insieme con una ricerca dell'Università Bocconi che, tuttavia, sottolineano anche come questo sia il momento giusto per ripartire

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Le cifre drammatiche del mondo dello spettacolo

Gli spettacoli in calo del 69%, -72% di ingressi, -77% di ricavi al botteghino, - 76% di spesa del pubblico. Per cultura e spettacolo il 2020 si conferma l'anno più buio con un prezzo altissimo della pandemia (qui tutti gli aggiornamenti) pagato da tutta la filiera, in prima fila i concerti, che hanno subito un calo degli ingressi dell'82,88% e dell'89,13% della spesa al botteghino. È andata  male al cinema dove gli ingressi si sono ridotti del 70,98%, le presenze sono diminuite dell'82,18%, la spesa al botteghino ha registrato un calo del 71,62% e la spesa del pubblico ha perso il 73,21%.

Malissimo si può dire al teatro dove il numero degli spettacoli è diminuito del 64,81% e gli ingressi si sono ridotti del 70,41%.  Particolarmente colpita la lirica, con un tracollo della spesa al botteghino dell'85,35% e del numero di ingressi dell'81,20%, e il balletto, con una perdita dell'80,02% degli ingressi. Bastonato anche lo sport dove gli ingressi si sono ridotti del 77% mentre la spesa al botteghino è diminuita dell'84%. Il ballo e gli intrattenimenti musicali con -71,36% per il numero degli spettacoli, -72,53% per le presenze e -73,94% per la spesa del pubblico. Le fiere e le mostre i cui

ingressi sono diminuiti rispettivamente dell'83% (con una perdita di circa 10 milioni di visitatori) e del 72%. 

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Le parole del Ministro Francescini

I dati dell'Annuario Siae 2020 presentati insieme con una ricerca dell'Università Bocconi descrivono una situazione a dir poco allarmante..Eppure, sempre secondo questo studio, questo è anche il momento di guardare alla ripresa. A  crederci più di tutti, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che commentando la drammatica situazione ha detto che "arte, spettacolo, cultura hanno conquistato una nuova centralità, lo dimostrano anche gli ultimi importanti investimenti del governo attraverso il Recovery plan. Ora dobbiamo andare avanti, con una grande concentrazione sull'oggi, sulla creatività del contemporaneo. Bisogna aiutare ad emergere i tanti talenti che abbiamo". 

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Il futuro dello spettacolo sarà ibrido

Dalla ricerca, che si è basata su un'analisi trasversale dei dati Siae, emerge che difficilmente si potrà tornare indietro come se nulla fosse successo. Nella ripresa per il settore vincerà il modello ibrido, con il digitale chiamato ad integrare gli eventi dal vivo e in presenza. Dovranno cambiare le strategie degli operatori "perché non basterà certo alzare i prezzi per sostenere gli incassi medi", fa notare Paola Dubini responsabile del Centro Ask della Università Bocconi. E bisognerà fare molta attenzione anche alle concentrazioni territoriali, ovvero alla tendenza a concentrare gli spettacoli nelle grandi città per esempio, perché il rischio in questo modo sarebbe quello di impoverire il territorio". Ma è nei dati dei mesi estivi che i ricercatori individuano la strada per la ripartenza, perché anche se i fatturati sono stati ugualmente molto bassi proprio quei mesi di riapertura dimostrano che con la possibilità di programmare aumenta la fiducia e la tendenza ad investire degli operatori. E cresce anche la disponibilità del pubblico ad esserci.

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