L'attore protagonista dell'evento, nel Salone dei Corazzieri, in occasione della giornata nazionale dedicata al Sommo Poeta. Prima della lettura si è rivolto al Capo dello Stato: "Ho ammirazione per lei, vorrei abbracciarla ma non si può". Poi anche un po' di satira politica: "Dante fondò il Pd, un partito senza pace da 700 anni"
"Sono veramente felice, onorato di essere qui in questa sede per omaggiare il genio di Dante". Così un emozionato Roberto Benigni prima della lettura del XXV Canto del Paradiso nel Salone dei Corazzieri, al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Cultura Dario Franceschini. L'evento è giunto al culmine delle del Dantedì, la giornata nazionale dedicata al Sommo Poeta. "Ho stima, ammirazione per lei - dice al Capo dello Stato - mi vergogno, vorrei abbracciarla ma non si può. Vorrei rendermi utile per lei: se ha bisogno di un corazziere, perché qualcuno è in ritardo o ha il raffreddore, ho già pronta l'uniforme. Oppure il cuoco, l'autista, il sarto, il barbiere: una volta l'ho vista in tv e non aveva il barbiere. Ecco, le faccio i capelli vestito da corazziere".
"Dante ha scritto il Paradiso per condurre gli uomini alla felicità"
"Dentro di me tutto danza, è un balletto, saluto gli italiani a casa, in questo momento con ancora più affetto e calore", ha detto Benigni. "Il 25 marzo - ha proseguito l'attore - è la data in cui inizia il suo viaggio nei tre regni dell'oltretomba, l'avventura più bella della poesia di tutti i tempi. Dante ha scritto il Paradiso per condurre alla felicità gli uomini: il fine di questa sublime cantica è il compimento del desiderio infinito che abbiamo, ognuno di noi, di immedesimarci con la realtà divina".
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"Dante ci dice: ci riabbracceremo"
"La speranza è una certezza per Dante. Non è toccata dal dubbio", ha detto ancora Benigni. "Un giorno risorgeremo ci dice Dante - ha continuato -. E' una certezza la resurrezione del corpo. E ci riabbracceremo. A tutti noi in questo momento di dolore del mondo, Dante ci dice, con un conforto immenso, ci riabbracceremo. E' un canto che parla del presente e del futuro".
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"Dante ha fondato il Pd, un partito senza pace da 700 anni"
Benigni ha condito l'intervento nel Salone dei Corazzieri con la sua consueta satira ha. "Dante - ha detto il premio Oscar - è stato un grande poeta e un grande politico. Era con i guelfi, tra i Priori e poi nel Consiglio dei 100. La politica non gli ha portato bene: lo hanno esiliato ingiustamente da Firenze e condannato, quindi è passato tra i ghibellini. Ma alla fine ha detto basta con la politica e ha fatto 'parte per se stesso'. Ha fondato il partito di Dante, il Pd, non ha vinto mai. Si sono scissi, c'erano troppe correnti: questo Pd sono 700 anni che non trova pace".