Copyright, Taylor Swift combatte una battaglia legale contro il parco di divertimenti Ever

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La popstar attacca a sua volta il parco divertimenti che l'accusa di violazione di copyright per il nome del suo ultimo album

Si acuisce la battaglia legale tra Taylor Swift e il parco tematico Evermore Park, nello Utah. La cantante, era stata citata dal parco divertimenti nelle scorse settimane per violazione del copyright, avendo intitolato il suo ultimo album, uscito sul mercato a dicembre, Evermore. Ma Taylor non ci sta e passa a sua volta al contrattacco citando il parco, per mezzo della TAS Rights Management, la società che gestisce il suo marchio e i suoi diritti musicali, poiché sono stati riprodotti alcuni suoi brani “senza autorizzazione o accordi di licenza”.

L’inizio del contenzioso nel 2019

Potrebbe suonare come una vendetta da parte di Taylor Swift, ma in realtà non lo è. Il contenzioso tra la cantante e il parco divertimenti è di ben più lunga data. Secondo i documenti ottenuti da Rolling Stone la prima contestazione da parte della BMI (Broadcast Music Incorporated), l'organizzazione che negli Stati Uniti protegge il diritto d'autore, risalgono all’agosto\settembre del 2019. Alla dirigenza del parco di divertimenti Evermore è stata emessa una fattura per l'utilizzo (non autorizzato) della musica di Taylor per 1.728,67 dollari, per il periodo tra maggio e dicembre 2019.

Il parco Evermore, sito a Pleasant Grove, nei pressi di Salt Lake city è stato inaugurato nel 2018. In quell’occasione il parco divertimenti ignorò le contestazioni della BMI.

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La denuncia da parte di Evermore Park

Dopo la pubblicazione nel Dicembre del 2020 dell’album dal titolo Evermore da parte di Taylor Swift, l’omonimo parco ne ha approfittato per sporgere denuncia verso quest’ultima, proprio all'inizio del mese di Febbraio. Ken Bretschneider, fondatore e CEO di Evermore Park, affermava di aver investito milioni di dollari per la costruzione del sito internet, del brand e del merchandising sin dal 2014, quando è iniziata la progettazione del parco a tema che poi ha aperto al pubblico nel 2018. Pertanto si riteneva possessore del marchio Evermore per vari scopi, tra cui la vendita di prodotti di abbigliamento, gadget ed altre tipologie merceologiche. Secondo Bretschneider le vendite dei loro prodotti hanno subito una brusca diminuzione dopo la pubblicazione dell’album omonimo da parte di Taylor, a causa del fatto che l’omonimia ha penalizzato la ricerca dei prodotti di Evermore Park su Google: sul motore di ricerca, infatti, il sito del parco avrebbe perso posizioni a favore di risultati relativi al disco e al merchandising relativo. L'accusa chiedeva pertanto il risarcimento di milioni di dollari di danni economici, ovvero quanto spetterebbe loro in veste di detentori dei diritti su tutto quello venduto a marchio Evermore.

La controffensiva di Taylor Swift

Dopo la citazione in giudizio da parte dell’Evermore Park Taylor non è stata a guardare. E’ di poche ore fa la notizia della sua controquerela per mezzo della TAS Rights Management, la società che gestisce il suo marchio e i suoi diritti musicali, poiché sono stati riprodotti alcuni suoi brani “senza autorizzazione o accordi di licenza”.

 

Tra le varie attività che è possibile svolgere all’Eversore Park ci sono infatti delle performance musicali. Proprio queste sono finite al centro della causa intentata da Taylor: "Gli imputati impiegano attori che si esibiscono nei panni di vari personaggi a Evermore Park. Questi artisti interagiscono con gli ospiti ed eseguono regolarmente canzoni protette da copyright. In una sezione dell'Evermore Park conosciuta come 'The Burrows', due attori eseguono regolarmente canzoni protette da copyright, comprese le opere in questione”, si legge nei documenti. La causa, nello specifico, si riferisce all’uso di alcune hit di Taylor Swift: "Love Story", "You Belong With Me" e "Bad Blood". La TAS chiede  ora all'Evermore Park di risarcire i danni per ogni singola violazione del lavoro e delle prestazioni della musicista statunitense.

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