Dolce & Gabbana presenta le collezioni Alta Moda e Alta Sartoria attraverso un film. Una ‘Storia di Famiglia come interpretazione dell’eleganza attraverso gli occhi di generazioni diverse
E’ un momento stimolante per Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Perché è nelle difficoltà, ci raccontano, che riescono a dare il meglio. E così questo anno all’insegna della pandemia diventa per i due stilisti una vera sfida.
Una sfida da vincere giorno per giorno, reinventandosi continuamente perché in un mondo in continuo cambiamento adattarsi diventa legge di sopravvivenza. Per la loro Alta Moda e Alta Sartoria infatti, non potendo viaggiare e organizzare eventi nelle città italiane, hanno pensato a un vero e proprio film girato negli splendidi uffici di Milano e ispirato alle pellicole di Luchino Visconti.
Una festa di Natale in famiglia, con nonni, genitori, figli, a interpretare l’Alta Moda nella sua forma più classica e le modelle “come uno specchio rotto, pezzi di tutte le cose possibili e immaginabili che ci sono venute in mente”, ci spiega Stefano Gabbana in una lunga intervista. “Una sorta di Alta Moda alla Tik Tok.”
Una collezione nata dal confronto tra generazioni e dall’influenza dei social network
L’idea nasce dal confronto tra generazioni, noi l’abbiamo chiamata ‘Storia di Famiglia in Alta Moda’. Nelle due sfilate, Alta Moda e Alta Sartoria, ci siamo chiesti come vedere l’Alta Moda e in che modo mescolare abiti. Viviamo nel 2020 e i social hanno influenzato tutto il mondo e noi che ci occupiamo di immagine cerchiamo di influenzarci il più possibile attraverso anche i social. Le nuove generazioni ci insegnano che, in una maniera ignorante - nel senso buono della parola per cui naif -, si possono mescolare tante cose in maniera diversa ed è quello che stiamo tentando di fare attraverso un film.”
Alta Moda come unicità e fatto a mano, l’eleganza è relativa
“Il principio dell’Alta Moda”, tiene a sottolineare Stefano Gabbana, "è il ‘fatto a mano. L’eleganza è relativa.
Tutti i capi delle due sfilate sono realizzati a mano e sono tutti uno per. Non è una collezione in serie, non è il pret-a-porter. Il vero senso dell’Alta Moda è l’unicità, è il fatto a mano.
Un momento di estrema difficoltà questo che il mondo della moda, e non solo, sta affrontando ma che per molti aspetti può rappresentare un’opportunità.
“Per superare le restrizioni imposte dal lockdown manderemo alle nostre clienti dell’Alta Moda una chiavetta con la collezione presentata attraverso questo film e sulla base dei loro desideri creeremo un abito su misura. L’abito verrà poi spedito ai direttori delle boutique di riferimento, che siano a Denver, a Tokyo o a Los Angeles e poi recapitato direttamente a casa della cliente per la prova. Una sarta della regione poi si occuperà delle modifiche. Insomma, l’Alta Moda ai tempi del Covid-19. Perché in un mondo che cambia è essenziale sapersi adattare e noi vogliamo far capire che non ci siamo fermati e che stiamo continuando a lavorare.
Paragoniamo questo momento di difficoltà al nostro esordio, lavoriamo con lo stesso spirito
Nonostante le difficoltà vogliamo vedere la parte positiva di quello che sta succedendo nel mondo.
Paragoniamo questo momento al nostro esordio nell’’84. Quando abbiamo cominciato avevamo solo due milioni di lire. Avevamo tante idee, ma pochi mezzi e cercavamo di realizzarle con quello che avevamo. Ovviamente ora la situazione non è la stessa. Siamo diventati grandi, abbiamo una grande azienda e possiamo fare molte cose, però tutte le costrizioni imposte dalla pandemia ci portano ad arrangiarci con quello che abbiamo, a fare di necessità virtù. Essendo poi noi positivi ci siamo divertiti e ci divertiamo ogni volta che ci viene data una sfida.
Sono passati 37 anni dal nostro esordio ma lavoriamo ancora con lo spirito di allora.”
Le nuove generazioni ci insegnano ad essere più liberi
“In un mondo in continuo cambiamento, soprattutto dal punto di vista della comunicazione, abbiamo capito che dovevamo seguire questo cambiamento e dare un segnale di diversità. Rispetto al passato questo è un momento molto creativo perché c’è più libertà. Le nuove generazioni ci mostrano di essere più libere di noi, proprio perché sono più spontanee.”
Il concetto, ci spiega Stefano Gabbana, è un po’ quello di distruggere per ricreare.
“Noi siamo stimolati da tutto, da un film, da un giornale, dalla tv, dai social network, dalle persone, dalle strada, dalla vita. Il nostro mestiere è fatto molto con gli occhi, noi dobbiamo guardare e assorbire il più possibile. Siamo come i girasoli che si voltano verso il sole e dobbiamo cercare di apprendere e trasformare quello che vediamo.”
Prima della Scala, nella collezione Alta Moda un abito dedicato al Piermarini e costumi disegnati per il cast dello spettacolo del 7 dicembre
Causa pandemia la stagione lirica del Teatro Alla Scala inaugura con un grande spettacolo a porte chiuse (La prima "A riveder le stelle": le immagini delle prove. VIDEO) e per dimostrare il loro grande amore per il Piermarini, oltre a dedicargli un abito della collezione, i due stilisti vestono sette donne e due uomini del cast.
“Per noi la Scala è un pezzo di Dolce & Gabbana, è simbolo di un certo tipo di cultura, di Milano, della notorietà, della bellezza, della musica, dell’arte. Insomma per noi la Scala è molto importante.”