L’imprenditore non vuole rivelare il sesso del bambino, ma si dice certo di una cosa: sceglieranno lui e la compagna come mostrarlo sui social, senza sottostare ad alcun tribunale mediatico
Gianluca Vacchi diventerà presto padre. E, tra balletti social e provocazioni, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera.
L’imprenditore ha parlato del futuro, suo e della compagna Sharon Fonseca. Ha confessato quando il bimbo nascerà, e che uso intende fare dei social una volta che sarà nato.
Gianluca Vacchi: “Nessun tribunale mediatico sceglierà per noi”
Il sesso del bambino? Gianluca Vacchi non lo rivela. Svela però se e come mostrerà il figlio sui social: «A novembre divento papà: non voglio rivelare il sesso, ma sicuramente mio figlio o figlia sarà sui social, perché ho sempre condiviso la mia vita con il mio pubblico. Non ho nessun tipo di filtro, tranne che per momenti ovviamente molto privati che non possono essere condivisi: lo farò con la giusta misura che stabilirò con Sharon e che non sarà certamente deciso da un tribunale mediatico dell’esposizione del minore» ha dichiarato, nel corso della diretta Instagram col Corriere.
Ha poi parlato di come ha conquistato la giovane compagna, e del perché ha subito capito che sarebbe stata lei la madre dei suoi figli: «Sharon ha tutte le caratteristiche che io cercavo in una donna, lei è la persona giusta e mi ritengo davvero fortunato. L’ho conquistata lentamente, ci ho messo più di sei mesi, mi ha fatto soffrire in senso buono ed è giusto che sia così: alle donne va restituita la dignità del corteggiamento».
Ma, l’intervista, è stata anche l’occasione di spiegare meglio cos’è il suo “enjoy”. Uno stile di vita o, meglio, un approccio alla vita: perché “enjoy” non significa tanto “bella vita”, bensì riscoprire le piccole cose e i momenti: «Tutta l’esistenza si basa nell’assaporare i momenti e voglio essere l’uomo più ricco nel conto corrente dei momenti».
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Gianluca Vacchi star dei social
Oggi, Gianluca Vacchi è una vera e propria star sui social. Ma non è sempre stato così: c’è stato un tempo in cui odiava la tecnologia, al punto da costringere chi cenava con lui a togliere il telefono dalla tavola. «Poi però mi è successo quello che di più bello può accadere a una persona, cioè cambiare idea. Prima pretendevo attenzione esclusiva dai miei ospiti che ricambiavo con devozione: poi ho capito che il linguaggio era cambiato e non volevo apparire come un cavernicolo» ha spiegato.
Amatissimo dai suoi fan, spiega come a motivarlo siano anche (e soprattutto) i suoi haters: «Sono solidale con loro perché so che non ce l’hanno con me, ma con quello che loro non sono riusciti a diventare. Esistono Paesi come gli Stati Uniti in cui la linea di demarcazione tra identificazione e invidia, vede tutti schierati nel primo gruppo: lì dicono “voglio essere come lui”, in Italia se hai le donne le hai pagate, se hai followers li hai comprati, se hai i soldi li hai rubati».