Il premio Oscar sceglie di portare sul palco dell’Ariston "una canzone mai fatta, la canzone più bella del mondo", presa direttamente dalla Bibbia. Ma non manca qualche battuta sulla politica: "Quest’anno si può votare per citofono". LO SPECIALE
Roberto Benigni torna a calcare il palco di Sanremo dopo nove anni. E nella serata delle cover (LE FOTO - GEORGINA RODRIGUEZ E CR7 - UNA, NESSUNA, CENTOMILA, IL CONCERTO EVENTO - LA POLEMICA FERRO-FIORELLO) lui propone "una canzone mai fatta, la canzone più bella del mondo". Si tratta del Cantico dei Cantici, ripreso direttamente dalla Bibbia e letto da Benigni nella sua versione meno "censurata". Ma prima c’è tempo per qualche battuta e arriva un riferimento a Salvini e alla storia del citofono.
L’entrata con la banda e le battute su Salvini
Nel 2011, il comico era arrivato all’Ariston a cavallo, per festeggiare i 150 anni dall’Unità d’Italia. Ieri l’ingresso con la banda, che dal red carpet esterno lo ha accompagnato dentro il teatro. "Un ingresso con la banda, come un capo di Stato, non sono abituato", dice subito Benigni ad Amadeus. Poi il siparietto con il conduttore, che rischia di essere "palpato" come fu con Pippo Baudo. Poi i primi riferimenti alla politica. "Hai raggiunto cifre immense - dice il regista e attore ad Amadeus - ti hanno dato pieni poteri". Ma il riferimento a Matteo Salvini diventa ancora più diretto: "So che il sistema quest'anno è diverso, si può votare per telefono, anche per citofono – scherza Benigni riferendosi alla vicenda del citofono che ha riguardato il leader della Lega -. Uno arriva qui in via Matteotti, citofona e dice 'Ci hanno detto che qui c'è gente che canta...', e così puoi votare".
"La canzone più bella di tutte"
Nel suo monologo però Benigni parla di altro: "Anche io - spiega - voglio fare una canzone. Mi son detto: non posso andare a Sanremo e presentare una canzone qualunque, vorrei presentare la più bella perché tutti, qui, ne fanno di bellissime". Il passo che ha scelto di commentare e leggere viene dalla Bibbia: "Nel libro sacro c'è una canzone breve breve: è il Cantico dei cantici ed è la canzone più bella che sia mai stata scritta nella storia dell'umanità. È una canzone d'amore che esalta l'amore fisico, è l'apice, la vetta della poesia di tutti i tempi, come se presentassi un pezzo della Cappella Sistina o l'ultimo piano della torre di Pisa".
"Facciamo poco l’amore"
Il testo scelto da Benigni parla di amore, a cominciare dall’incontro fisico: "L'amore è proprio il tema di Sanremo, è l'infinito messo alla portata di ognuno di noi – spiega Roberto Benigni - Non esiste vita umana, nessuna vita che almeno per un momento non sia stata immortale. Ognuno di noi lo è stato, e tutti voi sapete quando è successo". E ancora: "Noi, che abbiamo avuto in sorte questo scherzo grandioso di essere al mondo. Per amore, e per fare l'amore. Che ne facciamo sempre poco, anche le nuove generazioni. Io sarei per farne di più, anche stasera all'Ariston in diretta, sarei per mettersi qui, spogliarsi e fare l'amore, anche l'orchestra, tutti a fare l'amore diretti da Beppe Vessicchio, e come va, va".
La lettura del passo e gli applausi
Il premio Oscar prosegue con quella che chiama "la canzone delle canzoni, che parla di amore fisico di due ragazzi che cantano ognuno l'amore per l'altro. Non c'è canzone più ardente. E' come avere Imagine o Yesterday dei Beatles e nessuno l'hai mai fatta in tv". Il tutto, aggiunge, "raccontato dalla prospettiva di una donna". E conclude leggendo direttamente alcuni passi scelti, accolti da lunghi applausi.