Al Bano all'Ucraina: "Devono dirmi da cosa nasce questo mio essere bombarolo"

Spettacolo

Matteo Rossini

Al Bano si pronuncia in merito all'inserimento del suo nome all'interno della black list delle 147 persone non desiderate in Ucraina in quanto pericolose per la sicurezza nazionale.

Ieri mattina la notizia che Al Bano fosse stato inserito nella black list dell’Ucraina ha fatto il giro dei social. Inizialmente molti utenti hanno pensato a una possibile bufala ma in realtà è tutto vero: il cantante di Cellino San Marco è tra i 147 nomi delle persone non desiderate nel paese in quanto pericolose per la sicurezza nazionale.

Il cantante è da anni portabandiera della musica italiana nel mondo, Al Bano è infatti tra gli artisti più popolari a livello internazionale, soprattutto in Europa e nello specifico nella parte orientale dove ogni anno tiene numerosi concerti, tutti sempre apprezzatissimi.

Al Bano: “Chiederò chiarimenti all’ambasciata”

Ieri sera Al Bano è stato raggiunto da Candida Morvillo del Corriere della Sera per parlare del suo nome all’interno della black list ucraina. Il cantante si è detto stupito e incredulo poiché le sue canzoni non hanno mai istigato alla violenza, queste le sue parole: “Mi sono stupito che questa cosa arrivi dal ministero della Cultura, dato che tutti sanno che ho sempre cantato la pace. Ora chiederò chiarimenti all’ambasciata. Devono dirmi da cosa nasce questo mio essere bombarolo: non ho mai fatto del male all’Ucraina, ho cantato lì ed è andato sempre tutto bene, non ho mai parlato delle loro questioni politiche, le mie canzoni non hanno mai istigato a violenza e terrorismo".

L’intervista continua poi parlando del rapporto tra Putin e Al Bano, quest’ultimo racconta di averlo incontrato soltanto quattro volte in occasione dei suoi concerti e di averlo soltanto salutato con una stretta di mano: “Magari fossi amico suo! Ho cantato per lui quattro volte, ma è una conoscenza da strette di mano. Non ci ho mai parlato. Zero”.

Al Bano: “Io non ho fatto la guerra a nessuno. Voglio che loro siano in pace con me”

Il cantante parla poi delle conoscenze nelle alte sfere russe: “Io conosco solo gli impresari che mi procurano i concerti. In Russia, ne faccio sette o otto l’anno, neanche tanti, considerando la vastità del Paese. Poi, certo, arrivo, mi presentano le autorità, ma posso dire che li conosco come conosco l’ex presidente ucraino, come si chiamava? Viktor Janukovyc. Me l’hanno presentato, gli ho stretto la mano. Fine”.

Candida Morvillo, giornalista del Corriere della Sera, ha chiesto anche se l’artista pugliese sia offeso, questa la risposta di Al Bano: “No, se è un errore o un cavillo burocratico. Per esempio: anni fa, dovevo cantare da Gheddafi e mi negarono il visto perché sul passaporto avevo il timbro di Israele. Dovetti rifare il passaporto”.

Infine, una domanda sulla possibilità di fare pace e tornare in Ucraina per un tour il prossimo anno: “Io non ho fatto la guerra a nessuno. Voglio che loro siano in pace con me. Dopodiché, vado dove sono desiderato e grazie al cielo, di Paesi ce ne sono tanti”.

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