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Guida Michelin 2019, ecco le nuove stelle: lo chef marchigiano Uliassi ne ottiene 3

Spettacolo

Al ristorante di Senigallia per la prima volta il massimo riconoscimento: si aggiunge ad altri 9 locali. Niente seconda stella per Cracco in Galleria, a Milano. A Cannavacciuolo 2 nuove stelle (Torino e Novara), prima per Matteo Grandi, vincitore Hell's Kitchen nel 2013

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Sono diventati dieci i ristoranti italiani che hanno tre stelle Michelin. L’ultimo a unirsi al gruppo è il ristorante Uliassi di Senigallia, guidato dal marchigiano Mauro Uliassi. Il locale ha conquistato per la prima volta le tre stelle nella Guida Michelin Italia 2019, presentata oggi a Parma.

Uliassi: "Sono contentissimo"

“Sono contentissimo”, ha commentato Uliassi, 60 anni, dedicando il massimo riconoscimento Michelin alla famiglia e allo staff. E ai nuovi piatti, perché - ha detto - "non ho un piatto del cuore, il piatto migliore è quello che ti porta avanti e viene sempre meglio". Poi, per esprimere la sua felicità, lo chef ha citato due amici: la conterranea giornalista Emanuela Audisio che scrisse, Uliassi la cita a memoria, "la gioia è una doccia di stupore che vorrei non finisse mai", e un amico napoletano che per congratularsi ha detto "tengo 'o core into 'o zucchero". Poi Uliassi ha raccontato: "Faccio esattamente quello che mi piace. Abbiamo aperto negli anni '90, con leggerezza ma anche con la certezza che lavorando 24 ore al giorno entro tre anni potevi rientrare dell'investimento e poi pensare a crescere. Ancora oggi preservo la leggerezza: siamo chiusi tre mesi l'anno e chiusi tre giorni la settimana. Penso che le persone si realizzano attraverso l'amore e nel lavoro. Io ho avuto la fortuna di avere entrambe, facendo molta attenzione a conservarli". Il primo tributo al nuovo tristellato è arrivato da Massimo Bottura: "Mauro è un uomo che ha lavorato tutta la vita dedicandosi alla qualità. E dimostra a tutti i giovani che se si segue una strada con passione e dedizione ogni obiettivo è possibile".

I 10 ristoranti con tre stelle

Oltre a Uliassi, gli altri nove colleghi che hanno le tre stelle - tutti confermati nella guida dei migliori ristoranti italiani - sono: Massimiliano Alajmo, Le Calandre a Rubano (Padova); Massimo Bottura, Osteria Francescana a Modena; Chicco Cerea a Brusaporto (Bergamo); Enrico Crippa, piazza Duomo a Alba (Cuneo); Annie Feolde e Riccardo Monco, Enoteca Pinchiorri a Firenze; Norbert Niederkofler, St.Hubertus a San Cassiano (Bolzano); Niko Romito, Reale a Castel di Sangro (L'Aquila); Nadia e Giovanni Santini, Dal Pescatore, a Canneto sull'Oglio (Mantova), Heinz Beck, La Pergola, a Roma.

Tra i delusi Carlo Cracco

Tra i grandi delusi di questa edizione c’è Carlo Cracco, che sperava di conquistare una seconda stella per il suo nuovo locale vicino al Duomo, in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano: è stato comunque segnalato per l'eleganza. Penalizzata un'altra icona del lusso nel capoluogo lombardo: il ristorante Armani ha perso la sua stella Michelin. Perdono una stella anche Stazione di Posta a Roma; Antica Osteria del Cameli nel bergamasco; La Conchiglia ad Arma di Taggia (Im); San Giorgio a Cervia; Emilio a Fermo; Ilario Vinciguerra a Gallarate, La Clusaz in Val d'Aosta; Castel Fregsburg a Merano; Antonello Colonna a Roma; Magnolia a Roma; Dopolavoro a Venezia.

Tra i contenti Antonino Cannavacciuolo

Premiato, invece, Antonino Cannavacciuolo: guadagna una stella sia per il suo bistrot di Torino sia per quello di Novara (che si aggiungono alle due stelle confermate del suo ristorante storico a Villa Crespi). Soddisfazioni anche per Heinz Beck: alle tre stelle alla Pergola a Roma, aggiunge la prima stella nel suo ristorante a Taormina. Lo chef più stellato del Paese si conferma Enrico Bartolini, che ha 6 stelle in 5 ristoranti. Arriva la prima stella lucana, a Matera (che il prossimo anno sarà capitale della cultura): la conquista Vitantonio Lombardo, uno chef di talento che dopo esperienze fuori è tornato a lavorare nella sua terra d'origine e nel suggestivo Sasso Barisano. Al Sud, ancora una volta assente dalla squadra delle tre stelle, arriva una nuova stella in Calabria al ristorante Quafiz delle chef Nino Rossi a Santa Caterina d'Aspromonte. Mentre in Sardegna, a Porto Cervo (Sassari), Italo Bassi riconquista la stella al ristorante ConFusion Lounge. A Verona, invece, ritrova l'antico splendore I 12 apostoli di Mauro Buffo, che rappresenta la quarta generazione.

Prima stella per Matteo Grandi, vincitore della prima edizione di Hell’s Kitchen

Tra i soddisfatti c'è anche lo chef vicentino Matteo Grandi, 28 anni, che ha conquistato la sua prima stella per il ristorante Degusto Cuisine di San Bonifacio, nel Veronese, aperto nel 2015. Grandi è stato il vincitore della prima edizione di Hell's Kitchen Italia, nel 2013, dopo aver girato il mondo con lo chef francese Jean Claude Fugvier, con cui ha girato il mondo per 6 anni. Già durante la messa in onda del programma aveva aperto un ristorante ad Arcole, in provincia di Verona. Ora il prestigioso riconoscimento al suo progetto Degusto, con la prima stella Michelin.

Napoli al primo posto tra le province

Nell’edizione 2019 della guida, la numero 64, i ristoranti con una stella sono 318 (29 quelle nuove), 39 locali ne hanno due (nessuna novità in questa categoria) e 10 ne hanno tre. In totale, i ristoranti stellati sono 367. Cambia la geografia dei ristoranti che ''meritano una deviazione''. Napoli, infatti, conquista la vetta tra le province con 24 ristoranti e sorpassa Roma, che scende in seconda posizione. Bolzano riconquista il terzo posto. A seguire ci sono Milano e Cuneo. La Lombardia è la regione più stellata con 60 ristoranti, Il Piemonte va in seconda posizione con 45, mentre la Campania si colloca al terzo posto. L’Italia è la seconda nazione più stellata al mondo.