L’étoile, in occasione di OnDance, ha dato una lezione a un gruppo di danzatori selezionati. “È un nuovo ruolo per me, un bel ruolo. Mi piace confrontarmi con i giovani” dice. E ancora: “Il lavoro è quello di trovare emozioni vere dentro di sé da portare al pubblico”
di Chiara Ribichini
“È un nuovo ruolo per me. Un bel ruolo, mi piace confrontarmi con i giovani. Spero di potergli insegnare tanto non solo a livello tecnico. Spero di trasmettergli la passione per la danza che è quello che conta di più”. Per la prima volta nella sua lunga carriera artistica Roberto Bolle veste i panni dell’insegnante di danza classica. Un debutto che va in scena sul palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano nel secondo giorno di OnDance, la festa della danza da lui stesso ideata. Una settimana dedicata all’arte tersicorea (FOTO) che prevede workshop, lezioni all’aperto, spettacoli spaziando dalla danza classica al tango, dalla street dance allo swing. Una festa “per accendere Milano con la danza” che si è aperta ieri sera con un grande Opening show al Castello Sforzesco di Milano (VIDEO) a cui hanno partecipato artisti come Stefano Bollani, Giuliano Sangiorgi (VIDEO) e Marco D’Amore (ospiti della diretta Facebook di Sky TG24), Lodovica Comello (VIDEO), oltre alla prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano Nicoletta Manni. “Ho ancora l’emozione e il calore del pubblico. Andare a dormire con quella adrenalina non è stato facile” confessa Bolle in diretta Facebook su Sky TG24. Ma assicura: “Con i ragazzi ce la posso fare”.
Come si riconosce un talento
Sul palco, alla sbarra tanto cara a qualunque danzatore, ci sono gli allievi selezionati per studiare con l’étoile. Arrivano da tutta Italia, una ragazza persino dal Giappone (VIDEO). Tutti “in prima posizione” pronti per ricevere preziosi consigli da Roberto Bolle. “Sicuramente al di là delle doti fisiche, ciò che guardo in un danzatore è proprio questa luce, questa postura, il modo in cui metti le spalle. Si vede subito anche da un semplice esercizio. È il modo in cui ti poni verso il pubblico ma anche verso la vita. Una maniera comunicativa che arriva poi in platea. Ci sono ballerini che hanno una tecnica strepitosa ma restano solo bravissimi esecutori”. Il segreto, continua Bolle, “è riuscire ad aprirsi per trasmettere le emozioni che hai dentro di te. Il successo dipende da questo. Bisogna iniziare a lavorarci fin da piccoli e fin dagli esercizi. Non si può pensare di farlo sul palcoscenico all’improvviso”. E confessa: “Non è facile. Io stesso quando ero piccolo e mi venivano affidati i primi ruoli in sala ballo non volevo mostrare le mie emozioni. Tendevo sempre a chiudermi e poi a dare il massimo in palcoscenico. Il lavoro invece è quello di lasciarsi andare già in sala, di trovare delle sensazioni, delle emozioni vere dentro di sé per portarle poi al pubblico fuori”.
La danza una scuola di vita
Un lavoro su se stessi e sulle emozioni che parte in una sala di danza e arriva fuori, nel quotidiano. “Cosa si impara alla sbarra? Tantissimo. È una vera scuola di vita. Si impara il rigore, la disciplina, il metodo che non è solo fisico ma anche mentale, un approccio alla vita”. E guardando i giovani allievi che lo attendono sul palco dice: “Anche se non tutti loro diventeranno dei grandi ballerini avranno sempre un’arma in più, una carta da giocare importantissima. Quella di un approccio alla vita metodico, consapevole, con un rigore e una dedizione per affrontare tutti i problemi che la vita ti pone davanti”.