Le 10 curiosità da sapere su La Traviata
SpettacoloIl 6 marzo 1853 l'opera debuttava al Teatro La Fenice di Venezia, tra le risate del pubblico: 165 anni dopo è ancora una delle composizioni più amate dai melomani
Un debutto disastroso e poi un successo sfolgorante: a dispetto del tema, all'epoca considerato scabroso, "La Traviata" resta ancora oggi, dopo 165 anni dal suo debutto, una delle opere più amate di Giuseppe Verdi. Ha conquistato persino Sofia Coppola, che ne ha curato la messa in scena all'Opera di Roma. Ecco le curiosità da conoscere su una delle opere più rappresentate al mondo.
Il debutto
L'opera debuttò al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853. Fu un fiasco totale e un duro colpo per Giuseppe Verdi, reduce dal grande successo del 1851 con "Rigoletto".
Un'opera di mezzo
Dopo il successo con "Rigoletto", il compositore era alle prese con la scrittura de "Il Trovatore", ma la Fenice gli offrì un'altra commessa e nel 1952 Verdi firmò un contratto che assicurava la prima di una nuova opera per il marzo 1853. Peccato che non avesse pronto nemmeno il soggetto.
L'origine dell'opera
Secondo le cronache dell'epoca a ispirare Verdi per "La Traviata" fu il romanzo "La signora delle camelie" di Alexandre Dumas figlio, che ebbe il suo battesimo teatrale nel 1852. Lo stesso Verdi assistette a una rappresentazione della pièce.
La cortigiana Alphonsine Duplessis
La donna che ispirò Dumas e, di conseguenza, anche Giuseppe Verdi, è realmente esistita. Si chiamava Alphonsine Duplessis e, come la protagonista de "La Traviata", morì di tisi a soli 23 anni. Prima divenne la cortigiana più importante di Parigi, ruolo ben diverso dalle prostitute, elevandosi dalle sue origini operaie.
La tisi
Questa malattia fu protagonista anche de "La bohème" di Verdi e caratterizzò l'immaginario collettivo del diciannovesimo secolo: il 25% dei decessi in Europa era causato proprio dalla tisi.
Violetta
Nel corso dei 165 anni della messa in scena de "La Traviata", a indossare i panni di Violetta si sono avvicendati soprano drammatici come Maria Callas, o cantanti di agilità che hanno puntato più sul virtuosismo vocale che sulla potenza. Ma per Verdi che voce avrebbe avuto la sua eroina? Secondo il musicologo Julian Budden, autore del libro "Le due Traviate", il compositore non aveva immaginato un tipo specifico di soprano. Dopo il fiasco al Teatro La Fenice, il ruolo fu affidato a Maria Spezia che era una cantante più incline al virtuosismo. In una lettera di Verdi sull'opera, lui dichiarava che per questo ruolo non ci volevano mezzi vocali particolari, ma anima e disinvoltura sulla scena, nonché bella presenza.
Le due Traviate
Nei suoi studi Budden ha documentato che dopo il clamoroso fiasco del debutto, Verdi apportò modifiche all'opera, in previsione di una rappresentazione al Teatro San Benedetto, un anno e due mesi dopo la messa in scena alla Fenice.
Un'ode al vizio
Dopo 165 anni dal suo debutto, "La Traviata" resta una delle opere più amate del mondo, anche se tratta una storia "immorale", come fu definita dalle cronache dell'epoca. "Verdi - si legge - non è stato capace di resistere alla tentazione di mettere in musica, e così facendo rendere ancora più attraente e accettabile, uno sporco e immorale soggetto, amato universalmente perché il vizio che rappresenta è universale".
Brindisi
In quest'opera c'è uno dei più celebri brindisi della storia della musica lirica. La parola brindisi deriva dall'espressione tedesca "bring dir's", che significa "offro a te" ed è un escamotage musicale per invitare gli altri personaggi sulla scena a cantare.
"Pretty Traviata"
"La Traviata" è l'opera scelta Edward Lewis per regalare alla moderna "cortigiana" Vivian Ward una notte indimenticabile nel film "Pretty Woman". Il parallelo fra Violetta che si innamora di uno dei suoi clienti e la sua vita, commuove il personaggio interpretato da Julia Roberts, che però decide di percorrere la direzione opposta a quella scelta da Violetta, con un finale decisamente positivo.