È morto David Zard, il promoter che portò in Italia Michael Jackson

Spettacolo
David Zard (LaPresse)
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Organizzò nel nostro Paese anche i tour di Madonna e Rolling Stones. A teatro rilanciò il musical con "Notre-Dame de Paris"

È morto all'Ospedale Gemelli di Roma David Zard, leggendario produttore discografico, e organizzatore di concerti. L’impresario di origine libica si è spento a 75 anni dopo una lunga malattia. A lui il merito di aver portato in Italia i tour delle più grandi rock star internazionali, come Rolling Stones e Michael Jackson, e aver rilanciato il musical con il "Notre-Dame de Paris" di Riccardo Cocciante

 

Il promoter delle rockstar

David Zard era nato a Tripoli il 6 gennaio del 1943 da una famiglia di religione ebraica, ma fu costretto ad abbandonare la Libia nel 1967, a seguito delle persecuzioni antisemite in concomitanza della guerra dei sei giorni. Negli anni ’70 iniziò a farsi largo nel mondo dell’organizzazione teatrale e musicale e divenne il primo ad organizzare concerti negli stadi. Negli anni Ottanta e Novanta fu lui ad allestire le tappe italiane dei tour di Michael Jackson: prima il "Bad World Tour" a Roma e a Torino, nel 1988, e poi il "Dangerous World Tour" a Roma e a Monza nel 1992. Zard ha anche il merito di aver portato in Italia star del calibro di Cat Stevens, Elton John, Tina Turner, Lou Reed, Frank Zappa, Rolling Stones, Genesis, Bob Dylan e Madonna.

I grandi musical

Come impresario teatrale, Zard ha invece giocato un ruolo importante nella rinascita del musical, portando in Italia nel 2002 "Notre-Dame de Paris" di Riccardo Cocciante. Il kolossal, ispirato all’omonimo romanzo di Hugo, è stato visto da due milioni e mezzo di spettatori solo nella versione italiana, con quasi mille repliche. Nel 2013, invece, l'altra grande produzione "Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo", che lo stesso produttore definì "uno spettacolo teatrale folle". Negli ultimi anni aveva mantenuto un ruolo attivo nella discografia, diventando agente e produttore di Gianna Nannini e non aveva esitato a criticare apertamente il fenomeno del secondary ticketing 'pilotato'.

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