Daniel Day-Lewis: "Provo una grande tristezza", per questo mi ritiro

Spettacolo
Daniel Day-Lewis racconta per la prima volta la tristezza per il ritiro e la genesi della sua decisione (Getty Images)
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In un'intervista esclusiva a W Magazine, l'attore conferma che "Il filo nascosto" -  nelle sale italiane nel 2018 -  sarà il suo ultimo film. Poi, racconta che lo stato d'animo durante le riprese lo ha spinto verso l'addio alle scene

Dopo aver annunciato il suo ritiro dalle scene, per la prima volta Daniel Day-Lewis parla di ciò che c'è dietro questa decisione. In un'intervista in esclusiva per W Magazine, l'attore commenta il suo addio al mondo dello spettacolo, iniziato sul set di "Il filo nascosto" di Paul Thomas Anderson.

La genesi dell'addio

"Prima di girare non sapevo che avrei smesso di recitare. So che io e Paul abbiamo riso molto prima di realizzarlo. E poi ci siamo fermati perché siamo stati entrambi colti da una profonda tristezza. Ci ha sorpreso: non ci eravamo resi conto di quello che avevamo fatto. Era difficile conviverci. E lo è tuttora". Parole che disegnano la parabola discendente percorsa dall'attore premio Oscar per "Il mio piede sinistro", "Il Petroliere" e "Lincoln", fino alla decisione del ritiro. Scelta ovviamente discussa in prima battuta con la moglie Rebecca Miller. Durante le riprese del film di Anderson, Daniel Day Lewis racconta di aver sentito montare una forte tristezza - che l'attore non lega al lavoro del regista. "Non voler assistere alle proiezioni è qualcosa che è legato alla decisione che ho preso di smettere di recitare come attore".

Un incubo

"Il filo nascosto", che arriverà in Italia nel 2018, è la storia del rinomato stilista Reynolds Woodcock, vissuto a Londra nel secondo dopoguerra dominando la scena della moda britannica assieme alla sorella Cyril. La vita e la carriera di Reynolds erano da sempre accuratamente pianificate, ma i piani vengono stravolti quando lo stilista finisce per innamorarsi della giovane e forte Alma. Per anni Daniel Day-Lewis, inglese di nascita e appartenente a una delle famiglie inglesi più rappresentative dell'arte britannica, si è sempre detto non interessato a storie sulla sua madrepatria. Il suo ultimo film inglese fu "L'età dell'innocenza", film in cui accettò di recitare solo perché fu Martin Scorsese a chiederglielo. Le storie del dopoguerra, raccontate dalla sua famiglia, lo hanno convinto a vestire i panni di Woodcock. Tuttavia le riprese non sono state proprio facilissime. Come riporta Indiewire, l'attore ha dichiarato che girare "Il filo nascosto" è stato un incubo. "Lavoravi in una stanza in cui dovevi spostare tutte le cose in un'altra e quello spazio diventa un deposito. L'intera casa sembrava un nido di termiti", ha raccontato Day-Lewis.

"Provo una grande tristezza"

Daniel Day-Lewis meditava da tempo il ritiro dalle scene, ma negli anni aveva scelto di temporeggiare con periodi più o meno lunghi lontani dal set, e scegliendo solo film che suscitavano in lui grande interesse. Questa volta l'attore, riconosciuto come uno dei migliori della sua generazione e premiato con tre Oscar, ha tracciato una linea tra lui e il mondo del cinema. Per questo ha diffuso la sua decisione con una dichiarazione scritta. "Per tutta la mia vita ho parlato di come avrei smesso di recitare e non so perché questa volta è stato diverso, ma l'impulso si è radicato dentro di me e mi sono sentito obbligato a reagire. Bisognava fare qualcosa", ha sottolineato nell'intervista. Parlando della sua tristezza, la definisce "l'emozione giusta": "Sarebbe davvero strano se fossi semplicemente felice di iniziare una vita totalmente nuova. Fin da quando avevo 12 anni ho provato interesse per la recitazione e all'epoca, ogni cosa oltre il teatro - quello spazio luminoso - era in ombra. Quando ho iniziato era una questione di salvezza. Ora voglio esplorare il mondo in modo diverso".

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