Molestie sessuali, Tarantino molla Weinstein e passa alla Sony
SpettacoloDopo aver distribuito tutti i suoi film con il produttore, da cui ha preso le distanze per le recenti vicende, il regista ha deciso di affidare a un'altra casa di distribuzione il nuovo film sulla "famiglia" Manson
Quentin Tarantino ha scaricato Harvey Weinstein per passare a Sony. Lo scrivono le riviste Usa specializzate su Hollywood e dintorni.
Fine del binomio Tarantino-Weinstein
Tra le varie conferme arriva quella di "Variety", che venerdì 17 novembre riporta la notizia che Sony Pictures si è assicurata i diritti globali di distribuzione del nono film di Tarantino, ancora senza titolo. Lo stesso giornale ricorda come la carriera del regista di "Pulp Fiction" sia strettamente legata a quella di Weinstein, con cui ha realizzato praticamente tutti i suoi film. Di recente il regista ha preso le distanze facendo addirittura un mea culpa in un'intervista al "New York Times" rispetto allo scandalo molestie che ha travolto il produttore, con decine di donne che puntano il dito contro di lui.
Il nuovo film su Manson
La nuova pellicola di Tarantino – dal budget, dicono i rumors, di 100 milioni di dollari – sarà ambientata nel 1969 e racconterà gli omicidi commessi dalla "famiglia" di Charles Manson. Un argomento tornato in questi giorni di stretta attualità grazie alla notizia che Manson, in carcere per quei delitti, sarebbe in fin di vita. "The Hateful Eight", ottavo e ad ora ultimo film del cineasta, era però stato una delusione al box office, con meno di 156 milioni di dollari incassati nel mondo a fronte di una spesa di 44. Risultati migliori per "Bastardi senza gloria" e "Django", con rispettivamente 321,5 e 425,4 milioni.
La vittoria di Sony Pictures
Su chi avrebbe distribuito il prossimo film la stampa si interrogava da giorni. Alla fine Sony l'ha spuntata in una corsa a tre a cui hanno partecipato anche Warner Bros e Paramount. A spingere per aggiudicarsi la pellicola di Tarantino, sempre secondo "Variety", sarebbe stato il presidente del consiglio di amministrazione della casa di distribuzione, Tom Rothman, che avrebbe corteggiato il regista "vendendogli l'abilità dello studio nel vendere la pellicola a livello internazionale".