Le piante sono in grado di comunicare con i loro parassiti: ecco come

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Per allontanare i nematodi, le specie vegetali manipolano i segnali biochimici (feromoni) che questi vermi cilindrici usano per “dialogare” tra loro, ingannandoli e inducendoli a lasciarle in pace

 

Le piante continuano a stupire: da una nuova ricerca, condotta dagli esperti del Boyce Thompson Institute, emerge che sono in grado di “dialogare” con i loro parassiti più comuni, i nematodi, per difendersi dagli attacchi. Per farlo, manipolano i segnali biochimici (feromoni) che questi vermi cilindrici usano per comunicare tra loro, ingannandoli e inducendoli a lasciarle in pace. I risultati dello studio, coordinato dal professor Frank Schroeder del Boyce Thompson Institute e della Cornell University, sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Nature Communications.

La comunicazione tra piante e parassiti

Nel corso dalla ricerca, gli esperti del Boyce Thompson Institute si sono focalizzati sugli ascarosidi, dei particolari feromoni prodotti dai neumatodi per comunicare tra loro. Studiandoli, hanno scoperto che le piante, oltre ad essere in grado di sentire e di annusare i parassiti, possono anche imparare a “parlare” la loro lingua e trasmettere una sorta di messaggio con cui li avvisano di trovarsi in un ambiente inospitale. “In questo modo le piante infastidiscono i vermi e il loro sistema di comunicazione, spingendoli ad andarsene”, spiega il professor Schroeder. Secondo il ricercatore, le specie vegetali potrebbero aver imparato a manomettere i feromoni dei nematodi nel corso degli anni, metabolizzandoli e restituendoli associati a un segnale negativo, grazie al quale possono sembrare malate o poco interessanti agli occhi dei parassiti. “Questa è un’ulteriore prova del fatto che le piante non sono passive e possono dialogare in modo interattivo con l’ambiente che le circonda”. Nel corso di uno studio differente, i ricercatori della Cornell University sono riusciti a determinare che, in caso di pericolo, tutte le piante emettono un mix di molecole organiche volatili con cui mettono in allerta le altre specie vegetali e respingono i parassiti. Per intercettare questi segnali, il team di biologi coordinati da Andrè Kessler ha condotto una serie di test sulla Solidago altissima, una pianta erbacea comunemente nota come verga d’oro. 

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