Cani e espressioni facciali: il segreto celato nel loro sguardo triste

Scienze
Cani (Getty Images)

Addomesticando il cane, l’essere umano avrebbe in qualche modo ‘favorito’ l’evoluzione degli animali con questo tratto espressivo. A suggerirlo sono i risultati di uno studio condotto dal gruppo dell’Università inglese di Portsmouth 

La ricerca sembra aver trovato una spiegazione scientifica alla base dello ‘sguardo triste’ dei cani, assente, per esempio, nei lupi, i loro parenti più stretti.
La capacità del migliore amico dell’uomo di aggrottare le sopracciglia simulando l’espressione facciale che nell’essere umano è associata alla tristezza sarebbe stata dettata proprio dalla volontà dell’uomo.
Addomesticando il cane, l’essere umano avrebbe in qualche modo ‘favorito’ l’evoluzione degli animali con questo tratto espressivo. A suggerirlo sono i risultati di uno studio condotto dal gruppo dell’Università inglese di Portsmouth.

Comparazione tra muscolatura facciale dei cani e dei lupi

Per compiere lo studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana (Pnas), gli esperti coordinati da Juliane Kaminski hanno comparato la muscolatura facciale di 33 cani domestici, con quella di 13 lupi selvatici.
Analizzando le differenze, hanno dimostrato che gli amici dell’uomo hanno uno sguardo molto più espressivo rispetto a quello dei loro ‘parenti’ più stretti. Riescono, infatti, a compiere dei movimenti, quali aggrottare le sopracciglia donando allo sguardo un velo di tristezza, che intensificano la comunicazione con l’uomo.
“Siamo stati proprio noi esseri umani a partire dall’addomesticazione del cane più di 33.000 anni fa a indirizzare in qualche modo l’evoluzione della loro espressività nel segno di una maggiore capacità di comunicazione con l’uomo”, spiegano i ricercatori. “In questo modo, grazie alle nostre preferenze abbiamo contribuito in modo indiretto a rendere il loro sguardo particolarmente espressivo”.

I cani si stressano quanto i loro padroni

Da uno studio, condotto da un team di ricercatori dell’Università svedese di Linkoping, guidato da Lina Roth, è emerso che il legame tra l’uomo e il suo migliore a amico a quattro zampe è molto più forte del previsto. L’empatia tra cane e padrone è talmente profonda da influenzare anche i livelli di stress dell’animale, che tendono ad allinearsi con quelli del proprietario.
Per giungere a questa conclusione, gli esperti hanno analizzato un campione composto da 58 cani (25 Border Collie e 33 cani da pastore delle Shetland) e le rispettive proprietarie.
Serviranno ulteriori studi per confermare questo forte legame e per scovare i meccanismi che lo determinano.  

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