Rallenta corrente chiave dell’Atlantico: effetti sul clima in 150 anni

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Secondo un nuovo studio Europa più fredda e Usa colpiti da uragani in seguito all’indebolimento dell’Amoc, fondamentale poiché trasporta l’acqua calda dei tropici nel Nord Atlantico 

L’Atlantic Meridional Overturning Circulation, anche nota come Amoc, è una corrente oceanica con importanti effetti sul clima globale, dovuti al trasporto di acqua piàù calda verso il Nord Atlantico. Questo flusso, però, sta gradualmente rallentando e secondo gli scienziati l’Europa ne risentirà tra circa 150 anni, quando le temperature del continente si faranno molto più rigide rispetto ad ora e alcuni eventi meteorologici estremi potrebbero invece abbattersi sugli Stati Uniti. È un nuovo studio presentato su Nature Communications e coordinato da Francesco Muschitiello dell’Università di Cambridge, oltre a William D’Andrea della Columbia University, a ipotizzare lo scenario che potrebbe verificarsi qualora la corrente atlantica continuasse a indebolirsi in futuro.

Le conseguenze dell’Amoc sul clima

Per effetto dell’Amoc, le acque calde dei tropici vengono trasportate grazie a una corrente superficiale verso il Nord Atlantico, prima di ritornare nuovamente a Sud passando stavolta attraverso le profondità oceaniche. Gli effetti di questo fenomeno sul clima globale erano noti da tempo, ma guardando al passato i ricercatori si sono resi conto dei significativi ritardi, pari anche a diversi secoli, tra l’indebolimento o rafforzamento della corrente e le relative conseguenze sul clima. Analizzando accuratamente sedimenti marini e lacustri, il team guidato da Muschitiello ha dunque cercato di calcolare la velocità con la quale l’acqua passava dalla superficie al fondale, un processo essenziale perché l’Amoc non stoppi il proprio flusso.

Europa: clima più freddo ma non prima di 150 anni

Le analisi dei ricercatori hanno mostrato come l’Amoc avesse iniziato a indebolirsi circa 400 anni prima del cosiddetto ‘Grande Congelamento’, avvenuto circa 13.000 anni fa. Dopo l’inizio dei cambiamenti climatici, tuttavia, è bastato pochissimo tempo perché le temperature crollassero di 6-8 gradi. Per fare un paragone con la situazione attuale, gli scienziati sottolineano come la corrente atlantica abbia cominciato a rallentare da circa 150 anni: ce ne vorranno quindi altrettanti per assistere ad eventuali conseguenze sul clima sulla base dei ritardi precedenti, frutto tuttavia di condizioni piuttosto diverse e un indebolimento nettamente maggiore dell’Amoc. Difficile dunque predire con esattezza le tempistiche; ciò che è certo, secondo Muschitiello, è che l’oceano manda costantemente dei segnali, “e soltanto il fatto che l’Amoc stia rallentando dovrebbe rappresentare una preoccupazione visto ciò che abbiamo scoperto”. Ma quali sarebbero gli effetti sul clima tra almeno 150 anni? Secondo i ricercatori, le temperature in Europa potrebbero raffreddarsi rapidamente, mentre il surriscaldamento delle acque costiere degli Stati Uniti potrebbe portare a fenomeni estremi come gli uragani con una maggiore frequenza.

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