Il possibile ritorno di El Niño, le conseguenze sull’Oceano Pacifico

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il fenomeno climatico dovrebbe interessare i primi tre mesi del 2019. Previsto un leggero incremento delle temperature

Esiste una probabilità compresa tra il 75 e l’80% che nei prossimi tre mesi torni El Niño, un fenomeno climatico caratterizzato dall’innalzamento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico che si verifica nel periodo compreso tra gennaio e marzo con una frequenza che varia dai 2 ai 7 anni. Il dato emerge da una previsione effettuata dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), la quale evidenzia che "non si tratterà di un evento forte, come quello del 2015-2016".
Lo studio delle temperature superficiali nel Pacifico tropicale ha permesso ai meteorologi di stabilire che "le precipitazioni previste nei mesi tra dicembre e febbraio sono compatibili con quelle normalmente associate a El Niño”.

Nel 2019, gli effetti di El Niño saranno più limitati del solito

Nel suo rapporto, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale spiega che El Niño consiste in “fluttuazioni periodiche delle temperature superficiali nel Pacifico equatoriale, associate a cambiamenti nella circolazione atmosferica”. Solitamente il fenomeno climatico porta con sé degli eventi estremi, come siccità e inondazioni, e causa l’incremento delle temperature in varie zone della Terra (le conseguenze principali sono riscontrabili nell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Atlantico e nell’Oceano Indiano). Tuttavia pare che nel 2019 i suoi effetti saranno più limitati.

Le previsioni dell’Organizzazione Metereologica Mondiale

Nelle previsioni della Wmo è possibile leggere che le attuali analisi dei venti e delle temperature superificiali del Pacifico non rispecchiano i modelli normalmente associati a El Niño, tuttavia non è possibile escludere la possibilità che la situazione cambi tra dicembre e febbraio. Esiste una probabilità del 60% che il fenomeno climatico possa perdurare anche tra febbraio e aprile 2019.
I cambiamenti che si verificheranno nei prossimi tre mesi dovrebbero comportare un lieve incremento delle temperature superficiali del Pacifico, le quali dovrebbero risultare superare la media di 0,8-1,2 gradi. “Ma saranno comunque basse: per parlare di un evento forte sono necessari almeno 1,5 gradi in più”, concludono gli esperti. 

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