Create delle nanostrutture di Dna sintetico grazie agli anticorpi

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Questo risultato, raggiunto dai ricercatori dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e descritto nel dettaglio sulla rivista Nature Communications, potrebbe portare in futuro allo sviluppo di nuovi farmaci 

I ricercatori dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” sono riusciti a creare delle nanostrutture di Dna sintetico utilizzando gli anticorpi come “strumenti molecolari”. Questo risultato, descritto nel dettaglio sulla rivista Nature Communications, potrebbe portare in futuro allo sviluppo di nuovi farmaci. Inoltre, le nanostrutture potrebbero trovare delle potenziali applicazioni anche in ambito biomedico, diagnostico e terapeutico. “Il progetto è iniziato due anni fa, quando abbiamo realizzato che il meccanismo con cui gli anticorpi rispondono ad agenti esterni di varia natura poteva essere utilizzato nel campo delle bio-tecnologie”, spiega Francesco Ricci, responsabile del Laboratorio Biosensori e Nanomacchine dell’Università di Roma “Tor Vergata”. È possibile definire gli anticorpi come delle proteine prodotte dal corpo umano in risposta alla presenza di sostanze estranee o potenzialmente pericolose, con il compito di riconoscerle ed eliminarle attivando il sistema immunitario.

Il ruolo degli anticorpi

“Abbiamo pensato di sfruttare gli anticorpi come strumenti molecolari per guidare la costruzione delle nanostrutture di Dna”, aggiunge Ricci. Per ottenere il risultato voluto, il team di ricerca ha utilizzato dei mattoncini di Dna sintetico progettati per legarsi l’uno all’altro a formare delle strutture tubulari, ossia dei nanotubi. “Affinché l’assemblaggio di tali strutture fosse promosso dalla presenza di anticorpi, abbiamo introdotto in queste unità degli elementi di riconoscimento (antigeni) specifici per gli anticorpi di interesse”, spiega Simona Ranallo, la coordinatrice dello studio. “In questo modo solo quando l’anticorpo specifico è presente nel campione la formazione dei nanotubi ha inizio”, aggiunge l’esperta.

La formazione e la distruzione delle nanostrutture

Oltre ad assemblare i nanotubi di Dna, i ricercatori sono anche riusciti a smontare le nanostrutture ottenute utilizzando un anticorpo differente. “Questa strategia dimostra che è possibile progettare nanostrutture intelligenti in grado di formarsi e distruggersi in presenza di uno specifico marker e pertanto potrebbe avere potenziali applicazioni in ambito biomedico, diagnostico e terapeutico”, conclude Francesco Ricci. 

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