Ricreati topi ibridi in laboratorio, favoriscono la ricerca sulle malattie

Scienze

I ricercatori del National Institutes of Health hanno sviluppato un nuova specie che riesce a simulare meglio le reazioni del sistema immunitario dell'uomo 

I topi di laboratorio sono un pilastro della ricerca biomedica e sono stati fondamentali per molte importanti scoperte nel campo dell'immunologia. Tuttavia, ci sono anche importanti limiti in questo ambito, con risultati contrastanti, legati ad una limitata capacità di prevedere le complesse risposte immunitarie degli esseri umani. Studi recenti hanno dimostrato che i topi di laboratorio convenzionali sono troppo lontani dalle condizioni ambientali naturali per rispecchiare fedelmente la fisiologia dei mammiferi viventi come gli umani. I mammiferi e il loro sistema immunitario si sono evoluti per sopravvivere e prosperare in un mondo microbico e comportarsi in modo diverso in un ambiente igienizzato.Tentando di superare questo limite è partito lo studio dei ricercatori del National Institutes of Health, pubblicato sulla rivista Science, che hanno ricreato in laboratorio topi definiti ‘wilding’ per metà 'civilizzati' e per metà selvatici, che riescono a simulare meglio le reazioni del sistema immunitario dell'uomo, facilitando così la traduzione delle scoperte fatte su modelli animali in progressi per i pazienti.

I topi ibridi, a metà tra quelli selvatici e quelli di laboratorio

I ricercatori hanno impiantato embrioni di comuni topi di laboratorio in femmine selvatiche, ottenendo dei topi ibridi che nel loro corpo ospitano batteri, virus e funghi molto simili a quelli dei roditori selvatici: questi microrganismi formano un microbiota che resta stabile per generazioni e che risulta resiliente a cambiamenti di dieta e ambiente. I nuovi topi assomigliano ai topi selvatici ma differiscono sostanzialmente dai topi di laboratorio convenzionali per quanto riguarda il loro microbioma (l'insieme del patrimonio genetico) in zone del corpo come l’intestino e la pelle. Successivamente in loro è stato modificato il profilo delle cellule immunitarie del sangue mediante sequenziamento dell'RNA.

Nuove frontiere nell’ambito della ricerca

Grazie alla loro natura in parte selvatica, i nuovi roditori hanno dimostrato di poter predire meglio le reazioni del sistema immunitario umano. Infatti, sottoposti a terapia con un particolare farmaco efficace nei topi di laboratorio ma inutile nell'uomo, i topi hanno dimostrato di riprodurre esattamente la stessa reazione osservata nelle analisi cliniche sui pazienti. Al termine dell’esperimento, i ricercatori hanno concluso che questi topi possono migliorare la validità e la riproducibilità degli studi biomedici, facilitare la scoperta di meccanismi e trattamenti patologici che non possono essere studiati nei topi di laboratorio regolari e aumentare la traducibilità dei risultati immunologici nell'uomo.

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