L’odore si sente in bocca: nella lingua anche i recettori dell’olfatto

Scienze
Immagine di archivio (Getty images)

È il risultato di uno studio nato da una domanda del figlio 12enne all’autore. La lingua conterrebbe molecole simili ai ricettori olfattivi del naso: dall’interazione con quelli del gusto, nascerebbero i sapori 

Se un raffreddore particolarmente forte impedisce di percepire un odore invitante, la lingua potrebbe essere una valida alternativa. Questo almeno è il suggerimento dello studio realizzato dal Monell Chemical Senses Center, secondo cui alcuni recettori contenuti nella bocca di una persona potrebbero di fatto sostituire quelli dell’olfatto, a cui sono molto simili. Oltre ai risultati, a sorprendere è anche l’episodio che ha portato allo svolgimento della ricerca: incuriosito dal figlio 12enne, che chiedeva se i serpenti utilizzassero la lingua per annusare, l’autore principale Mehmet Hakan Ozdener ha voluto vederci più chiaro, andando a indagare le possibili interazioni tra olfatto e gusto.

Sulla lingua molecole per la percezione dell'odore

Come spiegano i ricercatori, infatti, fino a questo momento i sistemi sensoriali relativi a gusto e olfatto erano considerati separati e indipendenti. Tuttavia, utilizzando metodi genetici e biochimici per testare le cellule del gusto in coltura, il team ha notato come le cellule presenti sulla lingua umana contengano “molte molecole chiave presenti anche nei recettori olfattivi”. Stimolate dagli autori dello studio, inoltre, le colture cellulari hanno risposto alle molecole di odore in modo simile a quanto fatto solitamente dalle cellule dell’olfatto situate nel naso.

Interazione tra odore e gusto

Di fatto, i risultati ottenuti dal team del Monell Chemical Senses Center rivoluzionano le conoscenze riguardanti la connessione tra i due principali sensi in gioco nella percezione del sapore: l’interazione tra odore e gusto inizierebbe proprio sulla lingua, grazie alla presenza di entrambi i tipi di recettori, e non nel cervello come si credeva in precedenza. Per Ozdener, quindi, la scoperta potrebbe essere utile a capire “come le molecole degli odori modulino la percezione del gusto”. Una maggiore comprensione delle interazioni che avvengono nella lingua tra gli stimoli olfattivi e del gusto potrebbe inoltre condurre allo sviluppo di “modificatori del gusto basati sull’odore che aiutino a combattere l’eccesso di sale, zucchero e l’assunzione di grassi”. Prima, però, ci vorranno ulteriori studi: dopo aver scoperto che l’odore di un alimento comincia a originarsi sulla lingua, i ricercatori indagheranno per capire se i recettori in gioco abbiano posizioni o compiti particolari. 

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