Antartide, la realtà virtuale aiuta ad affrontare l’isolamento

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Utilizzando i visori VR, gli scienziati che operano nella stazione Mawson possono gestire meglio le difficili condizioni in cui vivono e godere di un miglior benessere psichico 

L’Antartide è uno dei luoghi più isolati del mondo. Ospita pochissime persone e offre sempre lo stesso panorama. Restare a lungo nel continente ghiacciato è un’impresa difficile, che richiede non solo una grande resistenza fisica, ma anche una preparazione mentale rigorosa. La stazione Mawson è una base permanente dell’antartico gestita dall’Australian Antartic Division. Gli scienziati che la abitano devono affrontare ogni giorno delle condizioni estremamente difficili. Per vivere meglio i lunghi mesi di isolamento, i ricercatori hanno recentemente iniziato a utilizzare con successo la realtà virtuale.

Un progetto di ricerca ambizioso

L’Australian Antartic Division sta collaborando con il Dartmouth College del New Hampshire per studiare come l’uso della realtà virtuale possa aiutare ad affrontare le condizioni di isolamento. Se il progetto di ricerca porterà dei risultati positivi, è probabile che in futuro anche gli astronauti utilizzeranno le tecnologie VR per superare le situazioni più difficili dal punto di vista psicologico.
Sul sito dell’Australian Antartic Division, il capo medico Jeff Ayton paragona una missione in Antartide a una spedizione spaziale.
“L’Antartide è un ambiente isolato, confinato ed estremo”, spiega l’esperto. “Nella stazione Mawson passano fino a nove mesi prima che si possa uscire e il personale soffre moltissimo le conseguenze psicologiche dell’isolamento”.

I benefici della realtà virtuale

Per sfuggire, almeno virtualmente, al rigido clima dell’Antartide, gli scienziati utilizzano i visori di realtà virtuale per ammirare bellissime immagini di spiagge australiane e di ambienti naturali e urbani dell’Europa e del Nord America.
“Servono a riportarli alla realtà, a dare loro il senso di essere in uno spazio differente dall’isolamento del biancore e del silenzio dell’Antartide”, spiega Jeff Ayton. Altri moduli presenti nel programma sono dedicati alla gestione dei conflitti, dello stress e dell’umore.
“Vi sono evidenze che l’esposizione alla natura, che noi tutti amiamo e cerchiamo, abbia una funzione ristoratrice. La possibilità di osservarla, anche se tramite un visore VR, può contribuire ad alleviare lo stress, e probabilmente può migliorare le funzioni mentali degli individui, sostiene Jay C. Buckley, medico, astronauta e docente presso il Dartmouth College. 

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