Dalla seta alle ragnatele: l'evoluzione dei bachi

Scienze
Ragnatela (Getty Images)
ragnatela_getty_images

Un gruppo di scienziati dell'Accademia delle scienze cinese ha creato in laboratorio dei bachi da seta in grado di produrre bozzoli composti per un terzo da tela di ragno 

I bachi vengono allevati da secoli per la produzione di seta, una fibra, ricavata dal bozzolo di questo insetto, con cui si possono ottenere dei tessuti pregiati. Si tratta di un'usanza nata in Cina nel 3000 a.C. e giunta in Europa intorno al 550 avanti Cristo. In Italia, l'allevamento dei bachi da seta ha svolto un ruolo rilevante nell'industria tessile, ma la sua importanza è diminuita nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale.
Di recente, un gruppo di ricercatori dell'Accademia delle scienze cinese, coordinato dal professor Jun Xu, è riuscito a creare in laboratorio i primi bachi da seta in grado di produrre ragnatele del tutto simili a quelle dei ragni.
I risultati dell'esperimento sono stati pubblicati sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana (Pnas).

Modifiche al DNA

Per ottenere questo importante risultato, gli scienziati hanno utilizzato una tecnica in grado di tagliare e incollare il DNA per introdurre nel genoma delle farfalle Bombyx mori i geni di un ragno capace di creare una peculiare ragnatela dorata. I bachi da seta sottoposti a questa procedura hanno iniziato a produrre dei bozzoli più resistenti e composti per un terzo da tela di ragno. Per gli autori della ricerca, gli esiti dell'esperimento potrebbero semplificare il processo di produzione commerciale della ragnatela. I bachi sono infatti molto più facili da allevare in laboratorio.

Gli utilizzi commerciali della ragnatela

La grande resistenza della ragnatela la rende utile per molteplici applicazioni. Può essere usata in medicina per riparare i tessuti nervosi danneggiati o per creare delle capsule microscopiche destinate al trasporto di farmaci antitumorali. È inoltre utilizzabile all'interno degli ancoraggi per il cavo dei ponti sospesi e per la creazione di materiali iperplastici.
La tecnica in grado di tagliare e incollare il DNA, utilizzata nell'esperimento sui bachi, è stata messa a punto nel 2013 da due donne: Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna. È comunemente nota come CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) e può essere utilizzata anche per osservare le fasi iniziali della formazione di un embrione umano, per ricreare in provetta alcune patologie che colpiscono i reni o per modificare geneticamente dei suini al fine di rendere i loro organi trapiantabili in un uomo senza rischi di rigetto. 

Scienze: I più letti